giovedì 22 dicembre 2022

Il Natale nella tradizione Toscana

di Mario Pagni

Grande albero natalizio e presepe in piazza Duomo a Firenze

I ricordi di quando ero piccolo si confondono ormai nella mente con la vera tradizione del Natale in Toscana. Ricordo che tutti aspettavamo come oggi la neve per il “Santo Giorno” ma eccetto che nel 1956 quando su Firenze la coltre bianca anche copiosa fece finalmente la sua comparsa, il Natale era già passato e con esso tutta la sua nordica magia. Per i bambini di allora però rimaneva ancora l’Epifania comunemente chiamata “La Befana” che dava il nome alla simpatica vecchietta che scendeva dal vicino Appennino per portare i doni a tutti i bimbi buoni mentre solo carbone agli altri. Anzi la vera notte dei doni che comparivano magicamente nei pressi dei camini sia di cucina che di salotto dentro la classica “calza” era proprio quella.

lunedì 19 dicembre 2022

Capanna e grotta: le origini e i significati di una tradizione millenaria

di Chiara Sacchetti

 

Fra i simboli del Natale, oltre al consueto albero, troviamo anche il presepe che ricostruisce il momento della nascita del Messia fino all’arrivo dei Re Magi con i loro doni colmi di significati esoterici.

Fra i dilemmi che ci siamo trovati ad affrontare fin da piccoli, spesso aiutati dai genitori, vi era quello della scelta di far nascere Gesù bambino in una grotta oppure in una capanna o stalla. Quando ci raccontano la storia del momento del travaglio di Maria spesso ci viene detto che i due futuri genitori non trovarono stanze nelle locande e che per questo vennero portati in un ovile  visto anche l’imminente  lieto evento. Ma allora perché il la nascita di Gesù viene rappresentata anche in una grotta? E quale significato hanno i luoghi scelti per questo importante evento?

 

La grotta

La tradizione che vuole la nascita di Cristo in una grotta, come racconta una celeberrima canzoncina per bambini, era già nota intorno al II sec. d.C. in Oriente, mentre in Occidente comparve circa due secoli dopo di fatto subentrando a quella della stalla/capanna che comunque resterà in alcune tradizioni familiari fino ad oggi. Ma quale significato ha questo luogo così buio e tetro?

Entrata di una grotta

La grotta è il simbolo della Madre per eccellenza, l’utero materno della terra che genera i suoi figli, un viaggio prima a ritroso verso la parte più oscura e profonda nelle viscere della stessa e poi il ritorno fuori alla luce del sole. Un percorso che potrebbe essere paragonato a quello degli iniziati ad un nuovo livello  di Conoscenza, quando per accedere a questa nuova vita (e riuscire a possedere di conseguenza una nuova Sapienza superiore) essi devono morire simbolicamente per poi rinascere, come fossero nuovi esseri che iniziano una nuova vita. Non a caso, (e lo dico anche con un pizzico di malinconia da credente), come in un circolo senza fine, il corpo di Gesù dopo la Passione e la morte terrena verrà posto sempre in una grotta, dalla quale uscirà come rinato però nella natura di una nuova “sostanza”.

giovedì 15 dicembre 2022

Peeter Stubbe. Un caso antico di licantropia

di Mario Pagni

Anche l’uomo che ha puro il suo cuore e ogni giorno si raccoglie in preghiera può diventar lupo se fiorisce l’aconito e la luna piena risplende la sera

Abbiamo già affrontato durante i nostri brevi scritti il tema assai controverso ma anche affascinante della Licantropia o comunemente definita la “malattia del lupo mannaro o del mal di luna”.

Il termine “licantropo” trova origine dal greco lykos, che significa lupo, unito ad anthropos, “uomo”, mentre “lupo mannaro” risale al latino lupus hominarius, cioè lupo come mangiatore d’uomini, oppure anche “simile all’uomo”. In inglese e anche nelle lingue germaniche, la parola werewolf si compone di wer, ovvero uomo (vir in latino) e wolf per lupo. Il francese loup-garou trova forse invece una equivalenza fra garou e wer nel senso di uomo.

La cinematografia hollywoodiana rese omaggio nel secolo scorso alla figura del Lupo Mannaro

Come più volte sostenuto in campo accademico la licantropia sarebbe solo e soltanto una malattia da curare in psichiatria ritenuta un forte disturbo della mente e della personalità che trasformerebbe qualsiasi normale individuo in un vero e proprio mostro sanguinario quando in preda delle sue forti crisi. La tradizione e la superstizione però non la pensano allo stesso modo ed esistono casi storicamente ufficializzati dalle cronache che asserirebbero la capacità di questi soggetti a trasformarsi veramente in lupi o meglio in lupi mannari.

lunedì 12 dicembre 2022

Beato Bartolo Longo

di Chiara Sacchetti

Non tutti i Santi hanno avuto una vita completamente retta e vicina a Dio. Alcuni di loro nel corso della propria esistenza si sono avvicinati a personaggi complessi perdendo completamente la retta via e andando incontro a esperienze oscure e anche diaboliche. È il caso del futuro santo Bartolo Longo che in un momento di crisi spirituale profonda abbandonò la strada cristiana per dedicarsi al mondo dell’occultismo.

Foto di Bartolo Longo (1841-1926) a 22 anni
 

Chi è Bartolo Longo

Figlio di Bartolomeo, medico, e di Antonia Luparelli, entrambi molto devoti, Bartolo nacque a Latiano in provincia di Brindisi il 10 febbraio 1841 e appena tre giorni dopo venne battezzato. Come ci racconta lui stesso era «dice, un diavoletto vivace e impertinente, un po' birichino» e all’età di 5 anni venne portato nel collegio dei Padri Scolopi di Francavilla Fontana (come era consuetudine a quei tempi) per uscirne quasi diciottenne con il titolo di studio che lo abilitava all'insegnamento di “rudimenti grammaticali”. Alla morte del padre, la madre Antonia si risposò con un altro uomo che avviò Bartolo alla carriera di avvocato presso uno studio di Lecce, dove però anche per il lutto paterno, Longo si lasciò andare ad una vita sfrenata fatta di feste goliardiche e storie d’amore. Con l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia però l’istruzione conseguita perse completamente valore e Bartolo dovette iscriversi presso la Regia Università di Napoli per compiere studi di giurisprudenza. Ma anche la vita nella città partenopea si rivelò frivola e libertina per Longo che riprese a partecipare a balli e conviviali incontri con gli amici tralasciando ancora una volta gli studi e il lavoro. Ma i pericoli che lo attendevano erano ben altri!

giovedì 8 dicembre 2022

Antichi segreti e occulte verità. I rotoli del Mar Morto fra leggenda e dati scientifici

di Mario Pagni

 

«Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal Diavolo»

(Matteo 4, 1).


Localizzazione

 

Il ritrovamento delle preziose fonti scritte

Siamo nel deserto di Giuda dove si dice che il Diavolo tentò Cristo un apparente assoluto esteso nulla se pure da sempre conteso in ogni genere di  guerra sia nell’antichità giudaica che nella modernità. Questa parte di territorio è stato ed è ancora uno dei più trafficati di Israele, battuto da piste appena segnate e da carovaniere fino dalla remota preistoria. Proprio in questo luogo desolato e inospitale nei pressi delle rovine di Qumran località della Giordania situata a 35 chilometri a est di Gerusalemme nel sito archeologico posto nei pressi della sponda nord–occidentale del Mar Morto, furono deliberatamente nascosti nelle vicine grotte, in giare di terracotta, antichi manoscritti compilati in secoli e situazioni diverse, la cui interpretazione risulta ancora oggi assai controversa, posta come è a metà fra storie della Bibbia e latente gnosticismo. In seguito a tale casuale scoperta, negli stessi anni iniziarono le prime indagini archeologiche e proprio a Qumran riaffiorarono anche le rovine di un edificio di carattere monastico; un complesso di reperti, tra cui utensili di ceramica, metallo o legno, tracce di tessuti e ossa di animali, nonché un vasto cimitero comprendente ben 1200 tombe.

lunedì 5 dicembre 2022

La levatrice

di Chiara Sacchetti

Pur essendo un atto completamente naturale, da quando l’essere umano ha iniziato la sua vita sulla terra c’è sempre stato bisogno di qualcuno che aiutasse la donna nel periodo della gestazione e poi soprattutto durante (e dopo) il parto. Piccoli ma importanti consigli spesso, dati da donne con «una particolare sensibilità e conoscenza della natura umana, tanto da tirar fuori i veri bisogni ed emozioni della donna stessa attraverso l’arte maieutica». Ma chi erano queste figure femminili? E come si è evoluta questa professione che oggi è del tutto regolamentata dalla leggi vigenti?

 

Le antiche ostetriche

Se immaginiamo questa figura di donna vediamo una persona di una certa età con alle spalle un importante bagaglio di esperienza, ma quasi sicuramente in realtà con meno anni di quanto ne dimostri, soprattutto a causa delle difficili e ostili condizioni di vita fra attività agricola e generici lavori di fatica che ne alteravano purtroppo  l’aspetto.

Antico rilievo romano rappresentante un'ostetrica

Nell’Antica Grecia si parla di Maiai, donne anziane che si occupavano non soltanto del parto ma anche di tutti i problemi connessi a questo evento, quali la sterilità, l’isterismo e altre malattie tipiche femminili. Perfino Socrate, famoso filosofo e figlio lui stesso di un’ostetrica, si autodefinì “Ostetrico delle Anime” «perché faceva venir fuori dalla mente dei suoi discepoli le concezioni filosofiche, nella stessa maniera in cui la madre aiutava i feti a venir fuori dall’utero materno». Mentre Platone riteneva la levatrice una donna «che ha fatto studi classici, che ha intelligenza sveglia e memoria pronta. Deve essere studiosa, attiva, robusta, compassionevole, sobria, paziente, riflessiva e prudente».

giovedì 1 dicembre 2022

Enigmi dal passato. Il libro di Enoch

di Mario Pagni

Il Libro di Enoch è uno dei più famosi e misteriosi testi apocrifi della storia, giunto sino a noi in un’antica lingua estinta di origine etiope (il ge῾ez). Secondo gli storici, si tratterebbe di una rielaborazione di alcuni precedenti testi sacri scritti in aramaico. In quanto però apocrifo, il Libro di Enoch non fu accolto tra i testi biblici né ebraici, né cristiani (eccezion fatta per la Bibbia copta). L’opera si ritiene risalente al I secolo a.C., ma ricostruirne le vicende e le origini risulta estremamente difficile, vista la scarsità di fonti al riguardo e il suo non essere stata accettata tra i testi canonici. Questo rifiuto di entrare nella tradizione ebraica risalirebbe al I secolo d.C., mentre quello cristiano al IV secolo d.C.

Il presunto Libro di Enoch

Le vicende del personaggio di Enoch sono contenute nel Libro della Genesi, comune ai testi sacri sia ebraici che cristiani. Secondo la tradizione biblica, Enoch è discendente diretto di Adamo ed Eva da parte di Set, terzo figlio della coppia "divina" per antonomasia. Set visse per ben 365 anni, e fu padre di Matusalemme e bisnonno di Noè. La sua fine, citata anche nel Nuovo Testamento, è particolarmente difficile da comprendere. In poche parole, pare che proprio Dio l’abbia chiamato in cielo perché lo voleva accanto a sé. Tuttavia il Libro di Enoch parla anche d’altro: si narra addirittura di angeli che generarono dei giganti accoppiandosi con le donne presenti sulla Terra, cosa che fece infuriare Dio tanto da punire tutti i suoi "figli", sia divini che terreni. Queste vicende lasciano spazio a fantasie assai pericolose ma a nostro avviso non molto lontane da ciò che a suo tempo è veramente successo. Dei che si accoppiano con esseri umani e che magari provenivano da altri mondi sembra infatti a tutt’oggi una spiegazione del tutto normale o almeno fra quelle plausibili.

lunedì 28 novembre 2022

La terribile storia di La Voisin

di Chiara Sacchetti

Fra i personaggi che la storia ci ha lasciato nella memoria troviamo quello di Catherine Deshayes, conosciuta più comunemente come La Voisin dal cognome del marito, una semplice merciaia che venne processata come strega e alla quale vennero attribuiti tra il 1000 e i 2500 omicidi durante le messe nere che secondo quanto emerse dal processo contro di lei, organizzava e presiedeva e che venne coinvolta anche nell’affare dei veleni alla corte di Luigi XIV. Ma andiamo con ordine e scopriamo meglio tutta la storia nei dettagli.

 

Catherine Deshayes

Di lei e della sua infanzia non sappiamo purtroppo nulla. Si possono trovare le prime notizie sulla figura di Catherine in un documento di denuncia ad opera di una certa Maria Bosse arrestata per l’affare dei veleni che la coinvolse conducendola all’arresto il 12 marzo 1679. Dagli atti del processo scopriamo che la donna era sposata ad un gioielliere, un certo Antone Montvosin che aveva un negozio a Parigi sul Pont Marie e da cui ella aveva preso il soprannome di La Voisin. Purtroppo ad un certo punto l’attività del marito andò in crisi fino alla bancarotta e da quel momento fu Catherine a prendere in mano la situazione economica familiare, anche se a modo suo! Cominciò così a praticare la chiromanzia, che, come raccontò, aveva imparato ancora piccola all’età di 9 anni sviluppando il talento che Dio le aveva dato dalla nascita, la fisiognomica e divenne anche ostetrica, praticando numerosi aborti.

giovedì 24 novembre 2022

Feng Shui la casa in armonia con il cosmo

di Mario Pagni

E’ difficile ottenere una atmosfera di gioia, ma è facile perderla. E’ facile attrarre una atmosfera di disgrazia, ma è difficile evitarla.

(proverbio cinese)

Arredi ideali all'armonia della abitazione

Quando si progetta razionalmente da architetti consumati una abitazione, lo si fa generalmente utilizzando sistemi costruttivi e tecnologie all’avanguardia che possono spesso essere applicati anche in ristrutturazioni di vecchie abitazioni usando criteri di avanzata sostenibilità e trasformando o sostituendo con consapevolezza quanto non viene ritenuto più all’altezza delle aspettative di chi vi deve andare ad abitare. Sembra però che anche presso i popoli antichi e in culture odierne ma apparentemente diverse da quella occidentale, fossero da tempo applicati meccanismi in grado di dare la giusta armonia alle abitazioni. Stiamo parlando del Feng Shui una sorta di disciplina esoterico–pratica da sempre presente in Cina ma oggi largamente diffusa anche nel resto del pianeta.

lunedì 21 novembre 2022

Il martirio delle Monache Carmelitane di Compiègne

di Chiara Sacchetti

Fra le pagine di storia relativamente recente troviamo anche la curiosa e assai incredibile vicenda di un gruppo di suore carmelitane che per uno strano susseguirsi di eventi e anche e soprattutto per loro stesso volere di sacrificio vennero ghigliottinate nel periodo della Rivoluzione Francese. Ma cosa accadde? E cosa portò delle donne simbolo dell’amore e della pace a perire in un modo così terribile e violento?

Vetrata dedicata alle carmelitane di Compiègne della Nostra Signora
del Monte Carmelo di Norfolk (Regno Unito)
 

Un sogno premonitore

Nel 1693 Élisabeth-Baptiste, una giovane donna disabile del Carmelo di Compiègne, ebbe un insolito sogno in cui vide Gesù in compagnia di sua Madre Maria Vergine, di Santa Teresa d’Avila e di altre due carmelitane che erano vissute nello stesso monastero. Divenuta suora la donna ebbe una nuova visione dove tutte le monache del suo convento scelte per seguire l’agnello di Dio, ascendevano al cielo in abito bianco, con in mano una foglia di palma, simbolo del martirio cristiano. Ma non era un sogno come un altro e un’immagine così tanto misteriosa fece credere ad Elisabeth e alla sue consorelle di aver ricevuto un messaggio divino sull’ordine, venne così deciso di tramandare questa storia alle consorelle del monastero. Così accadde fino a quando il sogno non divenne cruda realtà.

giovedì 17 novembre 2022

Piccolo Popolo in Toscana. Il Linchetto della Garfagnana

di Mario Pagni

Il dispettoso Linchetto

Lo spirito folletto è una figura assai comune nel folklore e nelle tradizioni italiane ed europee. Come gran parte delle credenze le sue origini risalgono probabilmente alla Preistoria, mentre per addivenire a tempi relativamente più recenti, i suoi antecedenti sono da ricercarsi nei geni silvestri della mitologia greco–romana e negli gnomi di tradizione nordica.

In Italia il folletto assume diverse denominazioni a seconda della regione o dell’ambiente in cui esso si manifesta, abbiamo così il Coboldo che abita navi e pescherecci e il Linchetto che in buona parte della provincia di Lucca è indicato proprio con questo nome in particolare in Garfagnana. Nel vocabolario lucchese di Idelfonso Nieri alla voce “Linchetto” si legge: “spirito non cattivo ma dispettoso che va di notte, entra nelle camere, scopre le persone, sconvolge, tramuta gli oggetti che ci sono e sghignazza delle burle che fa”.

lunedì 14 novembre 2022

La Ciudad Blanca, la città leggendaria

di Chiara Sacchetti

Tante e varie sono le città leggendarie, luoghi che racchiudono misteri e creature straordinarie, con tesori da cercare che realizzerebbero la vita di chiunque. Oggi parliamo della Ciudad Blanca, una città che è stata oggetto di ricerche e spedizioni ma che ancora nessuno è mai riuscito a scovare. Forse perché secondo i nativi la Ciudad Blanca non è andata perduta, ma è stata nascosta dagli dei. 

Dettaglio del Río Coco al confine tra l'Honduras e il Nicaragua

La Ciudad Blanca

È un antico insediamento mitico, chiamato anche la Città del Dio Scimmia, che secondo i racconti sarebbe nascosta nella fitta giungla della Costa dei Mosquito in Honduras nel Dipartimento di Gracias a Dios a nord dell’Amazzonia. La leggenda della Ciudad Blanca nasce dai racconti orali del popolo Pech che la volevano costruita dalle divinità con grandi pietre bianche in cui erano scolpiti animali tra cui felini e scimmie. Altri resoconti invece ci dicono che fosse il luogo natio del famoso Serpente Piumato (Quetzalcoalt), una delle divinità più importanti del Messico, che secondo le credenze discendeva dal popolo bianco (o che indossava maschere bianche). Quando all’inizio del XVI sec. gli Spagnoli arrivarono in Honduras la città era già in declino e abbandonata e per questo ormai invisibile.

giovedì 10 novembre 2022

Medicina e medici nel Medioevo

di Mario Pagni

Prima di cercare la guarigione di qualcuno chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare
(Ippocrate)
 Ippocrate

Durante il medioevo e nel corso di tutto il periodo la medicina intesa come quella che oggi potremo definire “ufficiale” fu esercitata in linea di massima da uomini. Si diventava medici professionisti frequentando apposite scuole e a seguire le prime vere università.  Nel Duecento e nel trecento erano celebri per tale corso di studi qui in Italia le Università di Pisa, Padova, Firenze, Siena, Perugia, Roma, Napoli e soprattutto Bologna e anche Salerno già fiorenti nell’XI secolo.

A Bologna il corso di medicina si basava su i testi obbligatori di Ippocrate (460 a.C.–370 a.C. circa), Galeno (130 d.C. circa–200 d.C. circa), Avicenna (970-1037 circa) e Averroe (1126-1198). Anche la Curia pontificia incoraggiò gli studi sulla medicina seppure riteniamo con i dovuti controlli previsti dallo stretto legame con la religione cristiana.

lunedì 7 novembre 2022

Il mostro di Loch Ness: realtà o leggenda?

di Chiara Sacchetti

Siamo in Scozia, nel famoso Lago di Ness e qui vivrebbe da moltissimi secoli un antichissimo quanto enorme animale risalente addirittura alla Preistoria che si chiama Nessie. Ma andiamo con ordine.

 

Il primo racconto

Tutta la vicenda cominciò nell’VIII sec. quando il monaco irlandese Adamnano di Ion raccontò nella sua opera Vitae Sancti Columbae di quello che era avvenuto più di un secolo prima al monaco San Columba di Iona e ai suoi compagni nella terra dei Pitti. Questi nel 566 infatti incontrò degli abitanti che stavano seppellendo vicino al fiume Ness un uomo, morto, secondo quanto rivelato,  perché era stato attaccato da una “bestia d’acqua” che lo aveva sbranato e trascinato sott’acqua annegandolo. A seguito del racconto San Columba mandò un seguace, Luigne Moccu Min nel fiume: all’arrivo dell’animale il monaco fece il segno della croce e gli ordinò: "Non andare oltre. Non toccare l'uomo. Torna indietro subito". E così egli fece. Il monaco e tutta la popolazione dei Pitti furono grati per quel miracolo.

San Columba

 

Altri avvistamenti

Sul finire dell’800 altri due racconti cominciarono a far nascere strane voci. Nell'ottobre 1871 il dottor D. Mackenzie vide muoversi prima lentamente e poi scomparire velocemente un oggetto simile ad un tronco od una barca capovolta "contorcersi e agitare l'acqua". Nel 1888 Alexander Macdonald, un muratore residente ad Abriachan, avvistò "un grosso animale dalle zampe tozze" emergere dal lago e spingersi entro 50 metri dalla riva dove si trovava Mac Donald descrivendo la creatura come una grossa salamandra.

giovedì 3 novembre 2022

Cavalleria e cavalieri nel Medioevo

di Mario Pagni

Stiamo per iniziare una serie di appuntamenti dedicati al medioevo e alle figure più significative e categorie di mestieri e occupazioni riferiti al periodo in questione sia per uomini che per donne. Attenzione però nella lunga età medievale non esisteva quella parità che appartiene (anche se non sempre e in ogni dove) ai nostri tempi e all’Occidente in particolare. Cominceremo da quelli che venivano considerati i “signori” del Medioevo specialmente europeo e italiano in particolare ovvero gli antichi Cavalieri figure piene di fascino cortese ed etica professionale sempre a disposizione e protezione (si dice) dei più deboli fra gli esseri umani come i poveri, gli anziani, i derelitti e perché no le giovani fanciulle. Non dobbiamo intanto necessariamente pensare agli appartenenti all’alta nobiltà e di nobile lignaggio, costituita da principi duchi marchesi e conti come ci ha abituato l’immaginario della letteratura filmica e non solo; si trattava piuttosto specialmente nel primo periodo medievale a cavallo del fatidico anno mille di una folla neanche ben organizzata di milites, ovvero uomini d’arme le cui famiglie vivevano su più o meno estese proprietà terriere sulle quali potevano aver edificato castelli o che dichiaravano specialmente se lontani dal proprio domicilio di possederne e semmai rivendicarne la proprietà e l’uso.

lunedì 31 ottobre 2022

Il processo alle streghe di Perdle

di Chiara Sacchetti

Quella che sto per raccontare è una storia a dir poco agghiacciante. Tanti e terribili sono gli episodi legati alla stregoneria e alle streghe in generale che nel corso dei secoli si sono succeduti, coinvolgendo spesso numerosi e innocenti esseri umani, colpevoli solo di essere per la maggior parte donne ma soprattutto di avere conoscenze che andavano oltre al consentito e che portavano gli inquisitori ma anche gli accusatori a disegnarli come esseri diabolici e malefici. A volte però gli eventi sono ancora più terribili e incredibili tanto da non poterci credere. Ed è questo il caso. Ma andiamo con ordine.

Siamo nel 1612 nel borgo di Pendle nella contea del Lancashire in Gran Bretagna oggi passato alla storia come luogo di molte azioni e rituali oscuri, prediletti dalle streghe locali e che all’epoca era visto come un luogo in cui le persone non si adeguavano ai modi moderni, causando spesso problemi.

La collina di Pendle

 

I fatti

Tutta la storia cominciò l’8 marzo del 1612 quando una bambina di nome Allizon Device passò davanti ad un venditore ambulante di nome John Law e gli chiese degli spiccioli in cambio di alcune spille. La bimba era poverissima e la sua famiglia viveva di elemosina e di stenti cercando di racimolare qualche soldo per poter mangiare. L’uomo anziché aiutarla se ne andò ed Allizon seccata per il comportamento lo maledisse sottovoce: destino volle che dopo pochi passi l’ambulante cadde a terra completamente cieco e incapace di muoversi e parlare. Pensando di essere stata lei con le sue parole a provocare tutto, la ragazza sgomenta e piena di rimorso chiese perdono di quanto fatto ma il gesto provocò per lei e per la sua famiglia conseguenze terribili.

giovedì 27 ottobre 2022

Halloween? Meglio parlare della notte di Ognissanti

di Mario Pagni

Le italiche tradizioni sono quanto di più antico, affascinante e misterico possa esistere, in esse il passato ritorna assieme alla Luce che indica e traccia il nostro futuro ed è così che a noi piace raccontare l’Halloween “all’italiana”.  

Un’antica leggenda pugliese vuole che nella notte fra l' uno e il due novembre i defunti tornino in vita per visitare i loro cari, rivedere le loro case e le loro città. Che siano, per una notte soltanto, di nuovo vivi. La leggenda racconta anche che le anime camminino per le strade con un preciso ordine: avanti i morti in modo naturale, poi i giustiziati, quindi quelli morti per disgrazia e quelli morti da subito, ovvero quelli che se ne sono andati in modo fulmineo, senza neppure rendersene conto.

lunedì 24 ottobre 2022

Bona Lombarda, la donna guerriera

di Chiara Sacchetti

Abbiamo già parlato in tanti articoli di figure femminili protagoniste più o meno famose della nostra storia, donne che sono rimaste nella memoria per quello che hanno fatto o per quello che (purtroppo piuttosto spesso) è accaduto loro. Tutte (o quasi) però vittime di una società che mal tollerava e spesso reprimeva le donne che osavano essere diverse da quello che la collettività imponeva e riteneva “giusto e normale”.

A volte però ci sono (fortunatamente) delle eccezioni. Fa storia a sé il caso di Bona Lombarda, moglie di un ufficiale e lei stessa protagonista e combattente accanto al marito a cui fu sempre fedele e che aiutò nel momento del bisogno.

Bona Lombarda

Dei suoi primi anni non abbiamo purtroppo molte informazioni. Sappiamo che Bona nacque a Campione di Sacco (oggi Cosio Valtellino) nel 1417, forse figlia di Gabrio Lombardi, un soldato di ventura, e Pellegrina, figlia di un mercante, che si erano conosciuti in Germania ma poi si erano trasferiti a Sacco dove l’uomo aveva un fratello prete. Bona però restò presto sola. I genitori purtroppo morirono quando era ancora piccola e per questo venne affidata agli zii paterni: si racconta che fosse davvero bella e avesse un carattere forte e determinato.

giovedì 20 ottobre 2022

Un allegro compagno di viaggio nella vita terrena. Il vino: Le origini, la storia, le qualità

Seconda Parte


di Mario Pagni


Come si consumava il vino nell’antichità

E’ abitudine e anche curiosità dell’uomo moderno cercare fattori comuni presso i popoli antichi riguardanti l’uso e il consumo del vino come intendiamo noi oggi. Intanto occorre premettere che il “nettare divino” normalmente si beveva allungato con l’acqua; molto spesso semmai veniva aggiunto miele, resine alla maniera greca, sale (in quantitativi minimi), spezie, gesso e profumi vari. La stessa parola mescere, aveva il duplice significato di “mescolare” con riferimento agli ingredienti aggiunti e di “versare” (nel bicchiere o nella coppa), ne è una conferma seppure indiretta. Ecco in proposito una ricetta del romano Apicio:

“Versa in un vaso di bronzo un quarto di vino e due cucchiai di miele, im modo che mentre il miele bolle il vino diminuisca di volume, scaldalo a fuoco lento di legna secca, gira il tutto con un bastoncino finché prenderà il bollore; quando comincerà a salire trattienilo versando altro vino; quando lo avrai tolto dal fuoco, sarà diminuito di volume. Una volta freddo fallo scaldare di nuovo. Ripeti per altre due volte. Il giorno dopo lo schiumerai. Aggiungi quattro once di pepe, poco pistacchio, cannella e zafferano, cinque ossi arrostiti di datteri; trita cinque datteri che dal giorno seguente avrai posti nel vino per farli ammorbidire. Fatto ciò versa diciotto sestari di vino giovane. La cottura sarà perfetta quando avrai consumato circa 45 once di carbone”

Da notare l’attenzione e la precisione nella descrizione della ricetta e soprattutto anche il consumo di carbone come condizione per la riuscita della stessa in funzione del tempo e del calore emesso.

lunedì 17 ottobre 2022

Il mistero di Overtoun Bridge, il ponte dei “cani suicidi”

di Chiara Sacchetti

Ci sono luoghi particolari, ricchi di storie e di mistero legati spesso ad avvenimenti passati che riecheggiano nelle parole e nelle “visioni” più o meno veritiere o a volte anche immaginate ma che li arricchiscono di un alone magico e affascinante.  In altri invece troviamo posti in cui accadono cose inspiegabili che non sempre la scienza riesce a spiegare del tutto.

È questo il caso dell’Overtoun Bridge, il cosiddetto “ponte dei cani suicidi” dove secondo quanto riportato dalle cronache tanti cani, spesso di un determinata razza, sono andati inspiegabilmente a togliersi la vita, cosa alquanto strana oltretutto visto che gli animali non hanno tendenze al suicidio!

Overtoun Bridge

 

La storia

Siamo nel Dunbartonshire Occidentale in Scozia e tutto cominciò alla fine dell’800 quando John Campbell White, dopo aver ereditato dal padre un terreno, fece costruire sul burrone dove scorreva l’Overtoun Burn un ponte per unire le due terre. La storia dei suicidi dei cani iniziò alla metà del secolo scorso quando cani, in particolare razza collie o comunque a “muso lungo”, presero a gettarsi da quel ponte senza una ragione precisa. La cosa ancora più assurda è che tutti quegli animali sceglievano lo stesso punto per lanciarsi nel vuoto. È calcolato che dal 1950 ad oggi più di 600 cani abbiamo finito la loro vita in quel modo (altri in realtà ne dicono 300), anche se alcuni (circa una cinquantina) si sono salvati atterrando sul muschio ma tra di loro qualcuno ha ritentato il suicidio successivamente.

giovedì 13 ottobre 2022

Un allegro compagno di viaggio nella vita terrena. Il vino: le origini, la storia e le qualità

Prima Parte

 

di Mario Pagni

Siamo nel mese di ottobre che quest’anno subito dopo l’avvento dell’autunno meteorologico e dopo una estate particolarmente calda e siccitosa si sta dando particolarmente da fare dal punto di vista delle precipitazioni per altro molto attese. Stavolta però non parliamo di acqua bensì di vino. Siamo infatti anche nel rituale momento della vendemmia che in alcune parti del Chianti è stata persino anticipata e completata.

 

Un po’ di storia l’origine della vite

La Bibbia racconta che Noè, quando uscì dall’Arca probabilmente dopo aver visto tutta quell’acqua, essendo stato da sempre agricoltore, decise di impiantare quella che secondo la tradizione fu la prima vigna della storia; ne bevve poi il frutto e si dice che con esso si ubriacò. Per questo episodio che si perde nella notte dei tempi Noè è considerato l’inventore del vino. Il che è molto improbabile perché si tratta comunque di un prodotto che dovrebbe aver richiesto diverse tappe di avvicinamento e metodi sempre più raffinati.

lunedì 10 ottobre 2022

La strega Albertina Bovera

di Chiara Sacchetti

Abbiamo già parlato di streghe, donne che potrebbero semplicemente definirsi in modo piuttosto moderno emancipate e che sono state processate, torturate e spesso purtroppo anche condannate a morte per il loro status, vittime di pregiudizi e di odio anche da parte dei propri compaesani e “amici”.

Oggi raccontiamo la storia quasi sconosciuta di una di loro, Albertina Bovera, una strega Svizzera portata di fronte al tribunale dell’Inquisizione solo perché oltre ad essere vittima delle malelingue e dell’odio dei suoi compaesani, secondo una donna aveva fatto un maleficio a suo marito che accidentalmente era caduto scivolando in un fiume. Una storia, quella di Albertina, come le altre ma che coinvolgerà purtroppo anche la madre e soprattutto avrà un finale (o meglio un’anteprima di finale) piuttosto singolare e insolito: la sola imperfezione di tutta la vicenda è purtroppo che non abbiamo documenti per conoscere l’effettiva conclusione della storia.

Cartina della Vallemaggia

 

Albertina Bovera

Siamo a in Vallemagna nel 1679, Albertina era figlia di Negrina, una donna vedova e abbastanza povera che potrebbe essere definita medichessa perché conosceva bene le erbe, le loro proprietà e le usava per curare se stessa e tutti quelli che le chiedevano aiuto. La ragazza invece, come lei stessa durante il processo testimonia, non sapeva niente di tutto ciò, ma passava le sue giornate a lavorare nei campi.

 

giovedì 6 ottobre 2022

San Francesco d’Assisi e la misteriosa “Chartula” di frate Leone

di Mario Pagni

San Francesco consegna la Chartula a frate Leone

Uno dei rari documenti autografi che ci sono pervenuti dal lontano medioevo da San Francesco d’Assisi è la forse anche poco nota Chartula contenente in estrema sintesi la benedizione del santo a frate Leone suo seguace ma anche suo maestro di esoterismo.

Si tratta di una semplice carta pergamena sulla quale è raffigurato con tratti alquanto approssimativi e grossolani il volto di un uomo, dalla cui bocca fuoriesce avviluppata dalle fiamme una “Tau” sostenuta da braccia che racchiudono il nome proprio di frate Leone. La Chartula è famosa soprattutto per la benedizione con la quale Francesco si dice volesse liberare frate Leone da un forte turbamento spirituale, troppo poco si è detto ho scritto su questo particolare disegno e sul suo reale significato simbolico che a nostro avviso rasenterebbe anche contenuti di tipo alchemico. Le fonti ci dicono che Francesco raccomandò a frate Leone di conservare con cura la pergamena, fino al giorno della sua morte, quasi si trattasse di una sorta di potente amuleto. Se queste erano le reali intenzioni di Francesco, sembra poco probabile che l’effetto liberatorio fosse affidato alle semplici parole della benedizione, mentre il disegno e il suo significato, si prestano assai meglio ad essere interpretati proprio per i significati simbolici e sacri.

La Chartula di San Francesco

Dunque rimane oscuro il vero significato della Chartula e non solo; per quale motivo frate Leone ha voluto precisare che Francesco aveva disegnato di suo pugno sia la testa che il simbolo del Tau?

lunedì 3 ottobre 2022

Lo strano caso della Beata Meneghina

di Chiara Sacchetti

Abbiamo già visto e parlato di figure in odore di santità, personaggi che nel corso della vita (e dopo la sopraggiunta morte) hanno manifestato poteri soprannaturali o con il loro esempio e le loro azioni hanno dato sostegno e conforto ai più bisognosi. Oggi però parliamo di una figura abbastanza sconosciuta ma assai curiosa, vissuta in epoca relativamente recente e che nella sua breve esistenza ha dato prova di santità, anche se ancora oggi stranamente la Chiesa non ha riconosciuto ufficialmente il suo caso.

 

I fatti

Maria Domenica Lazzeri, nota come l'Addolorata di Capriana o beata Meneghina nacque a Capriana (Trento) il 16 marzo 1815 da Bortolo Lazzeri, un mugnaio, e Margherita, sua moglie. Ultima di cinque fratelli, la bambina ebbe un’infanzia per così dire normale, passata come le sue coetanee della Val di Fiemme, tra gioco e studio per poi, una volta adolescente, a lavorare.

Una ricostruzione del mulino della famiglia Lazzeri di fianco alla chiesa di San Bartolomeo di Capriana

Ad un certo punto però della sua vita, Maria ebbe la visione della Madonna che le chiese se voleva avere le «insanguinate piaghe di Gesù» e alla quale lei rispose che se fosse stata degna di questo dono lo avrebbe accettato affinché fosse fatta la sua volontà. E così accadde. Da quel momento, come riportano i resoconti dell’epoca, ogni venerdì alla ragazza apparivano le stimmate sanguinanti sulla fronte, sui piedi, sulle mani e sul costato.

 

giovedì 29 settembre 2022

La forma del suono. Sul rapporto esistente fra musica e geometria.

Seconda Parte

di Mario Pagni

La percezione delle onde sonore dall'orecchio umano

Dunque la musica e l’architettura sarebbero sorelle, poiché l’occhio percepisce come armonici gli stessi rapporti fra enti architettonici, percepiti tali anche dall’orecchio come rapporti fra suoni. Questo stesso concetto è stato ripetuto da Leonardo da Vinci a proposito della pittura e (aggiungo io), esiste anche nello stesso grande disegno della natura se pur con un infinito numero di variabili.

Probabilmente le cose non stanno completamente in questo modo, (basti pensare al fatto che piccole variazioni di rapporti architettonici non disturbano molto la visione, mentre una piccola variazione di frequenza di una nota musicale può essere molto sgradevole all’ascolto)”.

Taccuino di Villard de Honnecourt la musica

Nei nostri precedenti appunti avevamo scritto dello stretto rapporto fra musica e architettura poi approfondendo l’argomento in ambito antico e per rendere più comprensibile la questione, abbiamo deciso di inquadrare meglio l’obbiettivo della ricerca estendendo ma anche perfezionando, il concetto di tale problematica alla stessa geometria e alla matematica che ne definisce e ipotizza attraverso le formule l’apparato grafico costruttivo.

lunedì 26 settembre 2022

I Vangeli apocrifi

di Chiara Sacchetti

I cosiddetti Vangeli apocrifi sono sostanzialmente quei testi che, pur trattando della storia di Gesù, non sono stati riconosciuti dalla Chiesa Cattolica che non li ritiene “Parola di Dio” e per questo non fanno parte del Canone cristiano, al contrario dei quattro che tutti conosciamo e che il Magistero considera gli unici autentici e ispirati.

Frammenti di un Vangelo apocrifo

La leggenda vuole che nel dicembre 1945 due fratelli archeologi lavoravano nel campo di Nag Hammadi nell’alto Egitto quando uno di loro trovò una giara: in un primo momento, temendo potesse nascondere un demone, l’oggetto non venne aperto; poi la curiosità e la speranza che potesse contenere qualcosa di prezioso ebbero il sopravvento. Una volta aperta, i due si trovarono davanti 13 papiri scritti in copto, una delle scoperte più importanti del XX secolo. La storia è davvero affascinante anche se la realtà forse è un’altra ma quello che è certo è che quei testi ancora oggi sono oggetto di studio e di numerose interpretazioni.