giovedì 21 novembre 2019

Simbolismo del Rosone delle chiese

Prima parte

di Mario Pagni

Duomo di Modena, Arte romanica, particolare della facciata

Si tratta di un argomento oltremodo complesso ed interessante che apre numerose porte di interpretazione e nel contempo consente di accedere ad altre simbologie simili strettamente collegate.
Generalmente in ogni forma architettonica sacra in special modo sulle facciate delle chiese, sia romaniche che gotiche, i rosoni fanno bella e significativa mostra di se. Sono grandi finestre lucifere di forma circolare e quasi sempre a seconda dell’orientamento dell’edificio guardano verso il tramonto del Sole ovvero verso ovest. La prima considerazione certa che è opportuno fare è proprio questo fatto. Il rosone rappresenterebbe il Sole “invicto” quello che mai tramonta non per niente è orientato verso il punto cardinale che indica la direzione del regno dei defunti, l’astro simbolico della perenne speranza della vita eterna per la religione cristiana. Il nome stesso di questa particolare finestra denuncia un preciso rapporto con l’omonima decorazione floreale che tanto ha dato fino da tempo immemorabile per la simbologia sia pagana che cristiana. Fino dall’antica Grecia per non disturbare persino Egizi e Persiani, il rosone costituiva elemento decorativo primario come riempitivo per metope e lacunari di soffitti. Il passaggio storico – culturale ma anche artistico dai Greci ai Romani, vede l’impiego dello stesso elemento arricchito di fogliame e di petali, ma anche in questo caso ne ritroviamo l’uso decorativo proprio all’interno di lacunari e cassettoni di coperture a volta preferibilmente a botte o inserito nelle cupole e nelle coperture delle grandi esedre termali. Nell’alto medioevo si assiste ad una rarefazione e trasformazione del rosone che però riacquisterà tutta la sua importanza decorativa e simbolica, prima con lo stile romanico e poi con il gotico dove esploderà letteralmente come disegno e emblema ornamentale.

Cattedrale di Chartres, Rosone

Le facciate principali ma anche quelle laterali delle cattedrali, verranno traforate dalla luce bellissima e variopinta di questi finestroni circolari in vetro policromo che ne alleggeriranno anche parzialmente il peso distribuendolo verso le nervature laterali e sottostanti. Assieme al grande portale d’ingresso ricco di sculture ed elementi decorativi e simbolici, il rosone costituirà nello stile Gotico e successivamente nel misurato incredibile rinascimento, il momento di passaggio fra l’esterno dell’edificio e il sacro contenuto al suo interno. Una sorta di breccia o se preferite di ponte, verso un mondo diverso dove il corpo perde definitivamente peso in funzione di uno stato animico dove trionfa la spiritualità e la profonda riflessione, spingendo il fedele verso nuove e più elevate mete. Ora procedendo per gradi andremo a considerare il vero completo significato dell’oggetto data la molteplicità di simboli che esso raccoglie in se, questi sono: il cerchio, il centro, la ruota cosmica, la rosa, il giglio, il loto e il mandala, ci limiteremo però in questa sede all’essenziale con i necessari esclusivi collegamenti al rosone stesso. Il cerchio delimita un’area geometrica ben precisa equidistante da un unico centro dal quale se vogliamo esso è generato. Esso rappresenta la Divina Perfezione ciò che è per sua natura inconfutabile; le antiche città urbanisticamente erano disegnate secondo canoni di suddivisione in quattro parti o settori, guidate e contraddistinte da due arterie principali che le attraversavano orientate secondo i punti cardinali.
Partizione secondo gli assi ortogonali della città

Un esempio per tutte sono le città – colonia di epoca romana che pur essendo di forma quadrata (ricordiamo che il quadrato rappresenta la Terra), avevano un centro o origine definito da Plutarco il mundus dal quale in estensione verso l’esterno, si articolava tutto l’insediamento urbano sullo schema noto dell’accampamento militare romano. Le città colonia erano cinte da mura che erette a scopo difensivo ne delimitavano anche la sacralità dello spazio interno. Nell’iconografia pittorica come nelle antiche carte geografiche, l’idea della città ideale veniva resa disegnandola proprio in forma circolare sull’esempio della Gerusalemme Celeste la città Santa.
Biblioteca di Upsala la Gerusalemme Celeste

Tornando al rosone, la sua forma rotonda ne definisce proprio la sacralità ma spesso in alcune chiese lo troviamo inserito anche in una forma quadrata esterna al cerchio stesso che starebbe a simboleggiare (come precedentemente ricordato) l’unione fra il cielo e la terra. Sotto questo aspetto il cerchio accoglie in se il divino e l’umano, l’uno e il molteplice, ma soprattutto lo spirito e la materia descritti in una unica simbologia che per il cristianesimo si sublimano nell’incarnazione stessa della divinità. Il fulcro o perno centrale nel rosone è il centro da cui si dipartono a raggiera una serie di elementi architettonici o raggi il cui numero e le caratteristiche assumono ancora altri significati simbolici costanti e ripetitivi, delineando nel complesso una ruota o simbolo solare che “guarda” verso il regno dei morti l’ovest, garantendone protezione e luce contro il trionfo solo apparente delle tenebre in agguato. Abbiamo così a che fare con la disposizione dell’edificio religioso che vede entrare la luce del divino o se preferite quella solare da est, allineata con la navata centrale della chiesa che termina proprio con il rosone posto sulla facciata.
Rosone della facciata gotica del Duomo di Orvieto

È facilmente comprensibile quindi il legame esistente voluto fra la regione dei morti, quella dei viventi, e quella paradisiaca, tutte e tre disposte su livelli cosmici coassiali e comunicanti fra loro: una teoria cosmologica assai antica, presente in molte dottrine culturali e religiose diffuse nella maggior parte dei popoli. Approfondiremo nella seconda parte questi aspetti assieme alla descrizione di altre simbologie di riferimento al tema in questione.

2 commenti:

  1. Molto interessante. Sarebbe interessante conoscere la differenza tra i so sono e i mandala , molto simili graficamente.

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    1. Grazie mille per il complimento intanto. Per il resto i simboli proprio perché attraversano secoli e civiltà e parlano dell'interiorità dell'uomo assumono significati simili e comuni...niente quindi di più semplice almeno in questo caso...

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