Prima parte
di Mario Pagni
Si tratta di un argomento oltremodo complesso ed interessante
che apre numerose porte di interpretazione e nel contempo consente di accedere
ad altre simbologie simili strettamente collegate.
Generalmente in ogni forma architettonica sacra in special
modo sulle facciate delle chiese, sia romaniche che gotiche, i rosoni fanno
bella e significativa mostra di se. Sono grandi finestre lucifere di forma
circolare e quasi sempre a seconda dell’orientamento dell’edificio guardano
verso il tramonto del Sole ovvero verso ovest. La prima considerazione certa
che è opportuno fare è proprio questo fatto. Il rosone rappresenterebbe il Sole
“invicto” quello che mai tramonta non per niente è orientato verso il punto
cardinale che indica la direzione del regno dei defunti, l’astro simbolico
della perenne speranza della vita eterna per la religione cristiana. Il nome
stesso di questa particolare finestra denuncia un preciso rapporto con
l’omonima decorazione floreale che tanto ha dato fino da tempo immemorabile per
la simbologia sia pagana che cristiana. Fino dall’antica Grecia per non
disturbare persino Egizi e Persiani, il rosone costituiva elemento decorativo
primario come riempitivo per metope e lacunari di soffitti. Il passaggio
storico – culturale ma anche artistico dai Greci ai Romani, vede l’impiego
dello stesso elemento arricchito di fogliame e di petali, ma anche in questo
caso ne ritroviamo l’uso decorativo proprio all’interno di lacunari e
cassettoni di coperture a volta preferibilmente a botte o inserito nelle cupole
e nelle coperture delle grandi esedre termali. Nell’alto medioevo si assiste ad
una rarefazione e trasformazione del rosone che però riacquisterà tutta la sua
importanza decorativa e simbolica, prima con lo stile romanico e poi con il
gotico dove esploderà letteralmente come disegno e emblema ornamentale.
Cattedrale di Chartres, Rosone |
Le facciate principali ma anche quelle laterali delle
cattedrali, verranno traforate dalla luce bellissima e variopinta di questi
finestroni circolari in vetro policromo che ne alleggeriranno anche
parzialmente il peso distribuendolo verso le nervature laterali e sottostanti. Assieme
al grande portale d’ingresso ricco di sculture ed elementi decorativi e
simbolici, il rosone costituirà nello stile Gotico e successivamente nel
misurato incredibile rinascimento, il momento di passaggio fra l’esterno
dell’edificio e il sacro contenuto al suo interno. Una sorta di breccia o se
preferite di ponte, verso un mondo diverso dove il corpo perde definitivamente
peso in funzione di uno stato animico dove trionfa la spiritualità e la
profonda riflessione, spingendo il fedele verso nuove e più elevate mete. Ora
procedendo per gradi andremo a considerare il vero completo significato
dell’oggetto data la molteplicità di simboli che esso raccoglie in se, questi
sono: il cerchio, il centro, la ruota cosmica, la rosa, il giglio, il loto e il
mandala, ci limiteremo però in questa sede all’essenziale con i necessari
esclusivi collegamenti al rosone stesso. Il cerchio delimita un’area geometrica
ben precisa equidistante da un unico centro dal quale se vogliamo esso è
generato. Esso rappresenta la Divina Perfezione ciò che è
per sua natura inconfutabile; le antiche città urbanisticamente erano disegnate
secondo canoni di suddivisione in quattro parti o settori, guidate e
contraddistinte da due arterie principali che le attraversavano orientate
secondo i punti cardinali.
Partizione secondo gli assi ortogonali della città |
Un esempio per tutte sono le città – colonia di epoca romana che
pur essendo di forma quadrata (ricordiamo che il quadrato rappresenta la Terra ), avevano un centro o
origine definito da Plutarco il mundus
dal quale in estensione verso l’esterno, si articolava tutto l’insediamento
urbano sullo schema noto dell’accampamento militare romano. Le città colonia
erano cinte da mura che erette a scopo difensivo ne delimitavano anche la
sacralità dello spazio interno. Nell’iconografia pittorica come nelle antiche
carte geografiche, l’idea della città ideale veniva resa disegnandola proprio
in forma circolare sull’esempio della Gerusalemme Celeste la città Santa.
Biblioteca di Upsala la Gerusalemme Celeste |
Tornando al rosone, la sua forma rotonda ne definisce proprio
la sacralità ma spesso in alcune chiese lo troviamo inserito anche in una forma
quadrata esterna al cerchio stesso che starebbe a simboleggiare (come
precedentemente ricordato) l’unione fra il cielo e la terra. Sotto questo
aspetto il cerchio accoglie in se il divino e l’umano, l’uno e il molteplice,
ma soprattutto lo spirito e la materia descritti in una unica simbologia che
per il cristianesimo si sublimano nell’incarnazione stessa della divinità. Il
fulcro o perno centrale nel rosone è il centro da cui si dipartono a raggiera
una serie di elementi architettonici o raggi il cui numero e le caratteristiche
assumono ancora altri significati simbolici costanti e ripetitivi, delineando
nel complesso una ruota o simbolo solare che “guarda” verso il regno dei morti
l’ovest, garantendone protezione e luce contro il trionfo solo apparente delle
tenebre in agguato. Abbiamo così a che fare con la disposizione dell’edificio
religioso che vede entrare la luce del divino o se preferite quella solare da
est, allineata con la navata centrale della chiesa che termina proprio con il
rosone posto sulla facciata.
Rosone della facciata gotica del Duomo di Orvieto |
È facilmente
comprensibile quindi il legame esistente voluto fra la regione dei morti,
quella dei viventi, e quella paradisiaca, tutte e tre disposte su livelli
cosmici coassiali e comunicanti fra loro: una teoria cosmologica assai antica,
presente in molte dottrine culturali e religiose diffuse nella maggior parte
dei popoli. Approfondiremo nella seconda parte questi aspetti assieme alla
descrizione di altre simbologie di riferimento al tema in questione.
Molto interessante. Sarebbe interessante conoscere la differenza tra i so sono e i mandala , molto simili graficamente.
RispondiEliminaGrazie mille per il complimento intanto. Per il resto i simboli proprio perché attraversano secoli e civiltà e parlano dell'interiorità dell'uomo assumono significati simili e comuni...niente quindi di più semplice almeno in questo caso...
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