Fra storia e leggenda
di Chiara Sacchetti
Prima di cominciare a trattare di Santa Caterina, della sua
vita e di come e perché sia stata santificata, bisogna premettere che quando si
parla di agiografie, ovvero le vite dei Santi, la maggior parte di quello che è
stato scritto non corrisponde del tutto a ciò che è veramente accaduto o
riportato in fonti storiche del tutto attendibili. Le vite dei Santi nacquero
soprattutto con lo scopo di insegnare ai fedeli il giusto modo di comportarsi e
anche la vera via della salvezza. Con qualche eccezione, e forse quello di cui
stiamo per parlare lo è, possiamo ben vedere intanto una sorta di schema di
base che le contraddistingue: la vita dissoluta, la redenzione e la morte
tramite martirio, tutti eventi ricorrenti nel percorso terreno dei santi. Quest’ultima,
la morte, avviene di solito in modo molto violento, passando attraverso torture
di ogni sorta per arrivare alla decapitazione, unico mezzo che pone fine
decisamente alla vita terrena futuro Santo. Si può ugualmente arrivare alla
santificazione secondo consueti canoni cristiani con la convinzione assoluta
delle proprie idee di fede per le quali il futuro santo perisce gloriosamente
allo stesso modo, ma questo di solito avveniva prima che il Cristianesimo divenisse
religione “ufficiale” dell’Impero. In entrambi i casi però è sicuramente il
messaggio trasmesso l’aspetto importante: le porte del Paradiso possono essere
aperte a tutti e tutti possono andare o tornare sulla retta via della Fede e
salvarsi.
Raffaello, Santa Caterina d'Alessandria, 1508, Londra, National Gallery |
Nella storia di Santa Caterina d’Alessandria troviamo alcuni
di questi modelli, ma ciò che la differenzia dalle altre è che molti studiosi e
anche storici della Chiesa giudicano la sua vita del tutto inventata, quindi
non una rivisitazione della sua storia, ma una vera e propria utile fantasia.
Caterina non sarebbe in realtà mai esistita davvero semmai sarebbe esistita una
figura simile come fonte ispiratrice.
Le prime fonti che parlano di Santa Caterina risalgono solamente
al VI sec. d.C. (fino alla passio del
secolo XI) quindi molti secoli dopo la sua effettiva esistenza. Esse ci
raccontano che fosse una giovane e bella cristiana, di origini nobili e molto
colta, nata probabilmente nel 270. Non si sa molto della sua infanzia, se non
che si circondò di eruditi che la portarono a sapere di filosofia e matematica,
che si fece battezzare e che si dedicò alla beneficenza e all’educazione dei
pagani.
Pietro Aretino, Vita di santa Caterina d'Alessandria, 1636 |
La data “certa” della sua esistenza è il 305, quando sarebbe giunta la
sua morte a causa di atroci quanto immeritate torture. In quell’anno l’imperatore
Massimino venne inizialmente nominato governatore di Egitto e Siria con l’avvio
delle celebrazioni per il suo nuovo incarico. Fu lui che assieme a Massenzio è
rimasto celebre come persecutore di chi professava la Fede Cristiana. Per la sua
elezione, tutti, pagani e cristiani stessi, avrebbero dovuto in egual misura,
rendere omaggio e fare sacrifici di animali in suo onore. Quando Caterina si
presentò al suo cospetto però non solo rifiutò
di dedicare a lui il sacrificio come richiesto ma anzi lo invitò a seguire
Cristo e i suoi insegnamenti. La leggenda racconta che la giovane donna rispose
così «Perché vuoi perdere questa
folla con il culto degli dei? Impara a conoscere Dio, creatore del mondo e suo
Figlio Gesù Cristo che con la croce ha liberato l’umanità dall’inferno». Inorridito
da queste parole, il governatore chiamò un gruppo di intellettuali alessandrini
affinché convincessero la giovane a convertirsi al paganesimo ma finirono loro
stessi per credere alle parole sapienti della ragazza e per questo arsi vivi
sul rogo. Massimino decise anche di proporle il matrimonio con personaggi
importanti e ricchi del tempo, ma ne seguì un netto rifiuto che le apri le porte della immeritata
prigionia, sostenuta e consolata (si dice però) da Cristo stesso che sotto
forma di colomba le faceva visita.
Anche l’imperatrice e il capo delle corti le avrebbero fatto
visita durante il suo carcere, ma colpiti dalla forza della sua Fede, dalle sue
convinzioni e dalle sue sagge parole, si convertirono loro stessi al
Cristianesimo finendo anch’essi prima torturati e poi decapitati.
Massimino decise allora di condannarla a morte infliggendole
una delle più atroci torture quella della ruota dentata che le avrebbe fatto
letteralmente a brandelli il corpo. L’intervento di un angelo fece spezzare il
suo corpo che andò a colpire i soldati presenti. Fu allora decisa per lei la
decapitazione che avvenne il 25 novembre dello stesso anno: mentre si
avvicinava al patibolo Caterina rivolse due richieste a Dio. La prima che il
suo corpo non fosse diviso per farne delle reliquie, la seconda che tutti
quelli che si fossero rivolti a Dio per suo tramite potessero essere
accontentati nelle loro richieste. Quando le venne tagliata la testa dal collo
uscì del latte e gli angeli trasportarono il corpo sul Monte Sinai dove venne
poi seppellita. Qui qualche secolo dopo, sorse un monastero dedicato a lei e al
suo culto ancora oggi presente e meta di pellegrinaggi e dal cui sepolcro
sgorgherebbero latte e olio con proprietà taumaturgiche.
Caravaggio, Santa Caterina d'Alessandria, 1598, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza. Nel dipinto si può vedere la ruota dentata che è diventata simbolo della santa. |
Nelle fonti medievali, a questa agiografia, si aggiunse la
storia del matrimonio mistico con Cristo, che apparso Bambino nel grembo di
Maria, le infilò al dito l’anello nuziale, facendola diventare così sua sposa.
Parmigianino, Matrimonio mistico fra santa Caterina d'Alessandria e il Bambino Gesù, 1529, Londra, National Gallery |
Sono tarde le fonti e i documenti che riguardano la sua vita
che comunque restano scarsi e poco certi. Per questo motivo alcune analogie con
la vita della studiosa Ipazia, hanno fatto pensare ad una operazione di “cristianizzazione” della figura
della filosofa alessandrina con la santa, forse per renderle omaggio e
giustizia seppur troppo tempo dopo. È difficile poter dire se e quanto sia vero
questo, soprattutto quando, come nel caso delle agiografie, già ci troviamo di
fronte a biografie rimaneggiate e adeguate alle necessità della Chiesa.
Hermann Anton Stilke, Giovanna d'Arco prega santa Caterina e santa Margherita, San Pietroburgo, Hermitage |
Quello che non dobbiamo tralasciare comunque è l’importanza
che la sua figura ha avuto nel corso della storia. Simbolo della ribellione
delle donne nei confronti degli uomini, Caterina fu anche la santa con cui
coprire la venerazione di Santa Guglielma per la setta delle guglielmite
durante il processo dell’Inquisizione voluto da papa Bonifacio VIII. O ancora.
Assieme a Santa Margherita, sarà sempre al fianco di Giovanna d’Arco, accusata
di essere una strega e a cui lei si affiderà sempre nelle preghiere. Miti
pagani che divengono dunque culti cristiani, ma alla fine ciò che resta sono i
veri valori delle due figure femminili, antesignane forse inconsapevoli di una
emancipazione femminile “ante litteram” nei confronti del cosiddetto “sesso
forte” che ancora oggi costituiscono un valido esempio di una indiscussa
importante realtà.
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