lunedì 18 novembre 2019

Santa Caterina d'Alessandria

Fra storia e leggenda

di Chiara Sacchetti

Prima di cominciare a trattare di Santa Caterina, della sua vita e di come e perché sia stata santificata, bisogna premettere che quando si parla di agiografie, ovvero le vite dei Santi, la maggior parte di quello che è stato scritto non corrisponde del tutto a ciò che è veramente accaduto o riportato in fonti storiche del tutto attendibili. Le vite dei Santi nacquero soprattutto con lo scopo di insegnare ai fedeli il giusto modo di comportarsi e anche la vera via della salvezza. Con qualche eccezione, e forse quello di cui stiamo per parlare lo è, possiamo ben vedere intanto una sorta di schema di base che le contraddistingue: la vita dissoluta, la redenzione e la morte tramite martirio, tutti eventi ricorrenti nel percorso terreno dei santi. Quest’ultima, la morte, avviene di solito in modo molto violento, passando attraverso torture di ogni sorta per arrivare alla decapitazione, unico mezzo che pone fine decisamente alla vita terrena futuro Santo. Si può ugualmente arrivare alla santificazione secondo consueti canoni cristiani con la convinzione assoluta delle proprie idee di fede per le quali il futuro santo perisce gloriosamente allo stesso modo, ma questo di solito avveniva prima che il Cristianesimo divenisse religione “ufficiale” dell’Impero. In entrambi i casi però è sicuramente il messaggio trasmesso l’aspetto importante: le porte del Paradiso possono essere aperte a tutti e tutti possono andare o tornare sulla retta via della Fede e salvarsi.

Raffaello, Santa Caterina d'Alessandria, 1508, Londra, National Gallery


Nella storia di Santa Caterina d’Alessandria troviamo alcuni di questi modelli, ma ciò che la differenzia dalle altre è che molti studiosi e anche storici della Chiesa giudicano la sua vita del tutto inventata, quindi non una rivisitazione della sua storia, ma una vera e propria utile fantasia. Caterina non sarebbe in realtà mai esistita davvero semmai sarebbe esistita una figura simile come fonte ispiratrice.
Le prime fonti che parlano di Santa Caterina risalgono solamente al VI sec. d.C. (fino alla passio del secolo XI) quindi molti secoli dopo la sua effettiva esistenza. Esse ci raccontano che fosse una giovane e bella cristiana, di origini nobili e molto colta, nata probabilmente nel 270. Non si sa molto della sua infanzia, se non che si circondò di eruditi che la portarono a sapere di filosofia e matematica, che si fece battezzare e che si dedicò alla beneficenza e all’educazione dei pagani.

Pietro Aretino, Vita di santa Caterina d'Alessandria, 1636

La data “certa” della sua esistenza è il 305, quando sarebbe giunta la sua morte a causa di atroci quanto immeritate torture. In quell’anno l’imperatore Massimino venne inizialmente nominato governatore di Egitto e Siria con l’avvio delle celebrazioni per il suo nuovo incarico. Fu lui che assieme a Massenzio è rimasto celebre come persecutore di chi professava la Fede Cristiana. Per la sua elezione, tutti, pagani e cristiani stessi, avrebbero dovuto in egual misura, rendere omaggio e fare sacrifici di animali in suo onore. Quando Caterina si presentò al suo cospetto però  non solo rifiutò di dedicare a lui il sacrificio come richiesto ma anzi lo invitò a seguire Cristo e i suoi insegnamenti. La leggenda racconta che la giovane donna rispose così «Perché vuoi perdere questa folla con il culto degli dei? Impara a conoscere Dio, creatore del mondo e suo Figlio Gesù Cristo che con la croce ha liberato l’umanità dall’inferno». Inorridito da queste parole, il governatore chiamò un gruppo di intellettuali alessandrini affinché convincessero la giovane a convertirsi al paganesimo ma finirono loro stessi per credere alle parole sapienti della ragazza e per questo arsi vivi sul rogo. Massimino decise anche di proporle il matrimonio con personaggi importanti e ricchi del tempo, ma ne seguì un netto  rifiuto che le apri le porte della immeritata prigionia, sostenuta e consolata (si dice però) da Cristo stesso che sotto forma di colomba le faceva visita.
Anche l’imperatrice e il capo delle corti le avrebbero fatto visita durante il suo carcere, ma colpiti dalla forza della sua Fede, dalle sue convinzioni e dalle sue sagge parole, si convertirono loro stessi al Cristianesimo finendo anch’essi prima torturati e poi decapitati.
Massimino decise allora di condannarla a morte infliggendole una delle più atroci torture quella della  ruota dentata che le avrebbe fatto letteralmente a brandelli il corpo. L’intervento di un angelo fece spezzare il suo corpo che andò a colpire i soldati presenti. Fu allora decisa per lei la decapitazione che avvenne il 25 novembre dello stesso anno: mentre si avvicinava al patibolo Caterina rivolse due richieste a Dio. La prima che il suo corpo non fosse diviso per farne delle reliquie, la seconda che tutti quelli che si fossero rivolti a Dio per suo tramite potessero essere accontentati nelle loro richieste. Quando le venne tagliata la testa dal collo uscì del latte e gli angeli trasportarono il corpo sul Monte Sinai dove venne poi seppellita. Qui qualche secolo dopo, sorse un monastero dedicato a lei e al suo culto ancora oggi presente e meta di pellegrinaggi e dal cui sepolcro sgorgherebbero latte e olio con proprietà taumaturgiche.

Caraggio, Santa Caterina, Madrid, Thyssen, ruota dentata
Caravaggio, Santa Caterina d'Alessandria, 1598, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza. Nel dipinto si può vedere la ruota dentata che è diventata simbolo della santa.

Nelle fonti medievali, a questa agiografia, si aggiunse la storia del matrimonio mistico con Cristo, che apparso Bambino nel grembo di Maria, le infilò al dito l’anello nuziale, facendola diventare così sua sposa.

Parmigianino, Matrimonio mistico, Santa Caterina d'Alessandria, Londra, National Gallery
Parmigianino, Matrimonio mistico fra santa Caterina d'Alessandria e il Bambino Gesù, 1529, Londra, National Gallery

Sono tarde le fonti e i documenti che riguardano la sua vita che comunque restano scarsi e poco certi. Per questo motivo alcune analogie con la vita della studiosa Ipazia, hanno fatto pensare ad una  operazione di “cristianizzazione” della figura della filosofa alessandrina con la santa, forse per renderle omaggio e giustizia seppur troppo tempo dopo. È difficile poter dire se e quanto sia vero questo, soprattutto quando, come nel caso delle agiografie, già ci troviamo di fronte a biografie rimaneggiate e adeguate alle necessità della Chiesa.

Hermann Stilke, Giovanna d'Arco Santa Caterina d'Alessandria, Santa Margherita,Hermitage
Hermann Anton Stilke, Giovanna d'Arco prega santa Caterina e santa Margherita, San Pietroburgo, Hermitage

Quello che non dobbiamo tralasciare comunque è l’importanza che la sua figura ha avuto nel corso della storia. Simbolo della ribellione delle donne nei confronti degli uomini, Caterina fu anche la santa con cui coprire la venerazione di Santa Guglielma per la setta delle guglielmite durante il processo dell’Inquisizione voluto da papa Bonifacio VIII. O ancora. Assieme a Santa Margherita, sarà sempre al fianco di Giovanna d’Arco, accusata di essere una strega e a cui lei si affiderà sempre nelle preghiere. Miti pagani che divengono dunque culti cristiani, ma alla fine ciò che resta sono i veri valori delle due figure femminili, antesignane forse inconsapevoli di una emancipazione femminile “ante litteram” nei confronti del cosiddetto “sesso forte” che ancora oggi costituiscono un valido esempio di una indiscussa importante realtà.

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