lunedì 5 dicembre 2022

La levatrice

di Chiara Sacchetti

Pur essendo un atto completamente naturale, da quando l’essere umano ha iniziato la sua vita sulla terra c’è sempre stato bisogno di qualcuno che aiutasse la donna nel periodo della gestazione e poi soprattutto durante (e dopo) il parto. Piccoli ma importanti consigli spesso, dati da donne con «una particolare sensibilità e conoscenza della natura umana, tanto da tirar fuori i veri bisogni ed emozioni della donna stessa attraverso l’arte maieutica». Ma chi erano queste figure femminili? E come si è evoluta questa professione che oggi è del tutto regolamentata dalla leggi vigenti?

 

Le antiche ostetriche

Se immaginiamo questa figura di donna vediamo una persona di una certa età con alle spalle un importante bagaglio di esperienza, ma quasi sicuramente in realtà con meno anni di quanto ne dimostri, soprattutto a causa delle difficili e ostili condizioni di vita fra attività agricola e generici lavori di fatica che ne alteravano purtroppo  l’aspetto.

Antico rilievo romano rappresentante un'ostetrica

Nell’Antica Grecia si parla di Maiai, donne anziane che si occupavano non soltanto del parto ma anche di tutti i problemi connessi a questo evento, quali la sterilità, l’isterismo e altre malattie tipiche femminili. Perfino Socrate, famoso filosofo e figlio lui stesso di un’ostetrica, si autodefinì “Ostetrico delle Anime” «perché faceva venir fuori dalla mente dei suoi discepoli le concezioni filosofiche, nella stessa maniera in cui la madre aiutava i feti a venir fuori dall’utero materno». Mentre Platone riteneva la levatrice una donna «che ha fatto studi classici, che ha intelligenza sveglia e memoria pronta. Deve essere studiosa, attiva, robusta, compassionevole, sobria, paziente, riflessiva e prudente».

Nell’antica Roma  le levatrici venivano invece chiamate Obstetrices, da cui poi deriva il nome stesso di ostetrica, il cui termine indicava “colei che sta davanti”, cioè che aveva già avuto figli, condizione inizialmente fondamentale per poter esercitare questa professione. Le donne che praticavano questo mestiere erano tenute in altissima considerazione, tanto che a volte venivano chiamate addirittura medicae, e spesso erano anche circoscritte ad una classe o categoria a parte. Fino all’epoca imperiale esse si dovevano formare in modo autonomo su libri di Celso e Galeno e anche sulle antiche tradizioni etrusche e greche, poi con l’arrivo della Roma dei Cesari la professione assunse una forma vera e propria e vennero istituite le scuole per Ostetriche dove insegnavano Matrone e soprattutto medici con una certa esperienza.

Una donna seduta su uno sgabello partorisce aiutata da un'ostetrica, incisione su legno
 

Le levatrici medievali

Con l’arrivo del Medioevo la professione di levatrice divenne più controversa. Da un lato il ruolo di questa figura professionale durante il parto divenne fondamentale, tanto da essere spesso rappresentata nelle opere che raffiguravano la natività, ed essere elogiate e venerate da principi e potenti desiderosi di vedere arrivare la prole che voleva dire anche la diretta successione al potere. Dall’altra però questo mestiere metteva la donna in situazioni a rischio, visto che un’altissima percentuale di puerpere moriva durante o poco dopo il parto come del resto anche i neonati. Era in questo caso che la levatrice rischiava di essere accusata di stregoneria e malefici, e quindi di essere essa stessa identificata come la causa della morte.

Bassorilievo ritrovato ad Ostia che decora il monumento funebre di una levatrice romana Roma; Ostetricia


Va detto anche che seppure le accuse erano ovviamente e scientificamente inconsistenti nella realtà, molte di queste donne erano per lo più incolte e si affidavano veramente a metodi “naturali e magici” tramandati di generazione in generazione, come la celebrazione di riti sia religiosi che magici e l’uso di piante ed erbe in generale. Non era così difficile quindi provare la loro “colpevolezza” durante i processi istituiti a loro carico.

 

Le ostetriche di oggi

Con il fiorire prima delle arti sia “Maggiori” che “Minori” e la successiva l’invenzione della stampa, la cultura medica ebbe pian piano una maggiore diffusione divenendo una materia di studio alla quale potevano accedere tutti coloro che ne fossero interessati, a partire da ospedali e soprattutto dalle università. Ma fu l’Illuminismo a dare il maggiore impulso e una visione più scientifica della materia e non a caso fu proprio in Francia che essa ebbe la sua massima fioritura con due importantissime figure di medici, François Mauriceau che inventò la manovra per il parto podalico, e il suo allievo Paul Portal. Le levatrici divennero ostetriche ma dovevano formarsi in una scuola per almeno tre mesi facendo pratica sotto la supervisione di una maestra.

Gruppo di figure in terracotta con scena della Natività, Cipro-Arcaico (750-475 a.C.), Museo di Cipro

In Italia, il 10 febbraio 1876 venne approvato il “Regolamento delle Scuole di Ostetricia per levatrici” della durata di 3 anni e nel 1888 con la legge sanitaria “Crispi” (dal nome del primo ministro di allora) vennero stabiliti i requisiti necessari per poter esercitare a tutti gli effetti la professione di ostetrica, regolamentandola di fatto.

Oggi, dopo una serie di leggi volte al disciplinare del tutto questa professione, a partire dal 2000 è stato istituito il corso di laurea in Ostetricia, definendo così i parametri necessari per stabilire una propria autonomia operativa.

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