Fra i
personaggi che la storia ci ha lasciato nella memoria troviamo quello di
Catherine Deshayes, conosciuta più comunemente come La Voisin dal cognome del marito, una semplice merciaia che venne
processata come strega e alla quale vennero attribuiti tra il 1000 e i 2500 omicidi
durante le messe nere che secondo quanto emerse dal processo contro di lei, organizzava
e presiedeva e che venne coinvolta anche nell’affare dei veleni alla corte di
Luigi XIV. Ma andiamo con ordine e scopriamo meglio tutta la storia nei
dettagli.
Catherine
Deshayes
Di lei e della sua infanzia non sappiamo purtroppo nulla. Si possono trovare le prime notizie sulla figura di Catherine in un documento di denuncia ad opera di una certa Maria Bosse arrestata per l’affare dei veleni che la coinvolse conducendola all’arresto il 12 marzo 1679. Dagli atti del processo scopriamo che la donna era sposata ad un gioielliere, un certo Antone Montvosin che aveva un negozio a Parigi sul Pont Marie e da cui ella aveva preso il soprannome di La Voisin. Purtroppo ad un certo punto l’attività del marito andò in crisi fino alla bancarotta e da quel momento fu Catherine a prendere in mano la situazione economica familiare, anche se a modo suo! Cominciò così a praticare la chiromanzia, che, come raccontò, aveva imparato ancora piccola all’età di 9 anni sviluppando il talento che Dio le aveva dato dalla nascita, la fisiognomica e divenne anche ostetrica, praticando numerosi aborti.
La Voisin, stampa del XVII secolo del suo ritratto tenuto da un diavolo alato. |
L’inizio
della sua attività fu lento e incerto, tanto che intorno al 1665/67 la sua
capacità di chiaroveggenza fu messa anche in discussione dalla Congregazione
della missione ma la donna si difese uscendo vincitrice di fronte ai professori
dell’Università della Sorbona. Le sue
prime sedute erano semplici e seguivano attentamente una condotta religiosa
limitandosi a rispondere ai propri clienti che chiedevano aiuto e l’avverarsi
dei propri desideri, che si sarebbero realizzati solo se Dio avesse voluto e al
contempo raccomandando loro di fare dei facili gesti come andare in chiesa e
pregare. Nel tempo, per arricchirsi e forse spinta anche da un senso di onnipotenza
e potere, Catherine iniziò a procurarsi e confezionarsi da sola pozioni e
rimedi vari, creando afrodisiaci per facilitare l’amore e veleni per far morire
le persone indesiderate.
Madame de
Montespan
Madame de Montespan ritratta nel 1668 da Mignard |
Numerosi e
importanti furono i clienti di La Voisin, specialmente uomini e donne facoltosi
e aristocratici appartenenti perfino alla cerchia di Luigi XIV. Fra questi Madame de Montespan che chiese e
ottenne da La Voisin di celebrare una messa nera per realizzare il suo più
grande desiderio, ossia quello di diventare l’amante ufficiale del re di
Francia. Il rito venne officiato da Adam
Lesage e dall'abate Mariotte mentre Catherine pregava affinché la nobildonna
riuscisse a coronare il suo sogno. Il desiderio di Madame di Monrespan si
avverò e La Voisin divenne la sua consigliera e aiutante ufficiale, chiamata
ogni qualvolta fra lei e il re ci fossero problemi che prontamente con
afrodisiaci venivano placati. Ma la storia ad un certo punto degenerò.
L'abate Étienne Guibourg celebra una messa nera sul corpo di Madame de Montespan in presenza della Voisin. (incisione di Henry de Malvost del 1895) |
L’affare dei
veleni
Nel 1673 l’interesse di Luigi XIV
verso la sua amante cominciò a venire meno e Catherine venne chiamata ad
organizzare una serie di messe nere poi celebrate da alcuni suoi uomini fidati
oltre a preparare afrodisiaci in grado di riportare l’iniziale passione. Ma
questa volta tutti i rimedi usati non funzionarono e sei anni dopo il re
intraprese una relazione con Angélique de Fontanges. La Montespan chiese
così a La Voisin di uccidere la nuova amante e lo stesso sovrano. Il piano
orchestrato però fallì ma la situazione in Francia era complessa soprattutto
perché qualche anno prima era deceduta la duchessa d'Orléans, suocera del re, e
la morte era stata erroneamente attribuita ad un veleno. La storia non si era mai placata e nel tempo si creò una vera e propria
caccia alle streghe che portò all’arresto di numerose persone rinomate per
essere malefiche e chiaroveggenti e nella lista alla fine entrarono anche La
Voisin e a seguire tutta la sua cerchia di collaboratori, compresa anche sua
figlia.
Hyacinthe Rigaud, ritratto di Luigi XIV, olio su tela, 1700-1701 circa. Parigi, Museo del Louvre. |
Catherine
confessò tutto, senza nemmeno l’uso della tortura, raccontando per filo e per
segno la sua carriera, dall’inizio semplice fino alle complesse vicissitudini
legate agli esponenti più vicini a Re. La donna venne così condannata come
strega e il 22 febbraio 1680 fu bruciata in pubblico sulla Place de Grève di
Parigi (ora Place de l'Hôtel-de-Ville). Nello
stesso anno la figlia rivelò il legame con Madame de Montespan e la confessione
portò il re a chiudere la questione e a sigillare tutti i documenti relativi ai
processi di quegli anni con una Lettre de
cachet, una lettera che conteneva ordini diretti del re a cui non si poteva
fare appello.
La vicenda
così si chiuse definitivamente senza che la giustizia avesse fatto tutto il suo
corso.
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