lunedì 28 novembre 2022

La terribile storia di La Voisin

di Chiara Sacchetti

Fra i personaggi che la storia ci ha lasciato nella memoria troviamo quello di Catherine Deshayes, conosciuta più comunemente come La Voisin dal cognome del marito, una semplice merciaia che venne processata come strega e alla quale vennero attribuiti tra il 1000 e i 2500 omicidi durante le messe nere che secondo quanto emerse dal processo contro di lei, organizzava e presiedeva e che venne coinvolta anche nell’affare dei veleni alla corte di Luigi XIV. Ma andiamo con ordine e scopriamo meglio tutta la storia nei dettagli.

 

Catherine Deshayes

Di lei e della sua infanzia non sappiamo purtroppo nulla. Si possono trovare le prime notizie sulla figura di Catherine in un documento di denuncia ad opera di una certa Maria Bosse arrestata per l’affare dei veleni che la coinvolse conducendola all’arresto il 12 marzo 1679. Dagli atti del processo scopriamo che la donna era sposata ad un gioielliere, un certo Antone Montvosin che aveva un negozio a Parigi sul Pont Marie e da cui ella aveva preso il soprannome di La Voisin. Purtroppo ad un certo punto l’attività del marito andò in crisi fino alla bancarotta e da quel momento fu Catherine a prendere in mano la situazione economica familiare, anche se a modo suo! Cominciò così a praticare la chiromanzia, che, come raccontò, aveva imparato ancora piccola all’età di 9 anni sviluppando il talento che Dio le aveva dato dalla nascita, la fisiognomica e divenne anche ostetrica, praticando numerosi aborti.

La Voisin, stampa del XVII secolo del suo ritratto tenuto da un diavolo alato.

L’inizio della sua attività fu lento e incerto, tanto che intorno al 1665/67 la sua capacità di chiaroveggenza fu messa anche in discussione dalla Congregazione della missione ma la donna si difese uscendo vincitrice di fronte ai professori dell’Università della Sorbona. Le sue prime sedute erano semplici e seguivano attentamente una condotta religiosa limitandosi a rispondere ai propri clienti che chiedevano aiuto e l’avverarsi dei propri desideri, che si sarebbero realizzati solo se Dio avesse voluto e al contempo raccomandando loro di fare dei facili gesti come andare in chiesa e pregare. Nel tempo, per arricchirsi e forse spinta anche da un senso di onnipotenza e potere, Catherine iniziò a procurarsi e confezionarsi da sola pozioni e rimedi vari, creando afrodisiaci per facilitare l’amore e veleni per far morire le persone indesiderate.

 

Madame de Montespan

Madame de Montespan ritratta nel 1668 da Mignard

Numerosi e importanti furono i clienti di La Voisin, specialmente uomini e donne facoltosi e aristocratici appartenenti perfino alla cerchia di Luigi XIV. Fra questi Madame de Montespan che chiese e ottenne da La Voisin di celebrare una messa nera per realizzare il suo più grande desiderio, ossia quello di diventare l’amante ufficiale del re di Francia. Il rito venne officiato da Adam Lesage e dall'abate Mariotte mentre Catherine pregava affinché la nobildonna riuscisse a coronare il suo sogno. Il desiderio di Madame di Monrespan si avverò e La Voisin divenne la sua consigliera e aiutante ufficiale, chiamata ogni qualvolta fra lei e il re ci fossero problemi che prontamente con afrodisiaci venivano placati. Ma la storia ad un certo punto degenerò.

L'abate Étienne Guibourg celebra una messa nera sul corpo di Madame de Montespan
in presenza della Voisin. (incisione di Henry de Malvost del 1895)

 

L’affare dei veleni

Nel 1673 l’interesse di Luigi XIV verso la sua amante cominciò a venire meno e Catherine venne chiamata ad organizzare una serie di messe nere poi celebrate da alcuni suoi uomini fidati oltre a preparare afrodisiaci in grado di riportare l’iniziale passione. Ma questa volta tutti i rimedi usati non funzionarono e sei anni dopo il re intraprese una relazione con Angélique de Fontanges. La Montespan chiese così a La Voisin di uccidere la nuova amante e lo stesso sovrano. Il piano orchestrato però fallì ma la situazione in Francia era complessa soprattutto perché qualche anno prima era deceduta la duchessa d'Orléans, suocera del re, e la morte era stata erroneamente attribuita ad un veleno. La storia non si era mai placata e nel tempo si creò una vera e propria caccia alle streghe che portò all’arresto di numerose persone rinomate per essere malefiche e chiaroveggenti e nella lista alla fine entrarono anche La Voisin e a seguire tutta la sua cerchia di collaboratori, compresa anche sua figlia.

Hyacinthe Rigaud, ritratto di Luigi XIV, olio su tela, 1700-1701 circa. Parigi, Museo del Louvre.

Catherine confessò tutto, senza nemmeno l’uso della tortura, raccontando per filo e per segno la sua carriera, dall’inizio semplice fino alle complesse vicissitudini legate agli esponenti più vicini a Re. La donna venne così condannata come strega e il 22 febbraio 1680 fu bruciata in pubblico sulla Place de Grève di Parigi (ora Place de l'Hôtel-de-Ville). Nello stesso anno la figlia rivelò il legame con Madame de Montespan e la confessione portò il re a chiudere la questione e a sigillare tutti i documenti relativi ai processi di quegli anni con una Lettre de cachet, una lettera che conteneva ordini diretti del re a cui non si poteva fare appello.

La vicenda così si chiuse definitivamente senza che la giustizia avesse fatto tutto il suo corso.

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