giovedì 3 novembre 2022

Cavalleria e cavalieri nel Medioevo

di Mario Pagni

Stiamo per iniziare una serie di appuntamenti dedicati al medioevo e alle figure più significative e categorie di mestieri e occupazioni riferiti al periodo in questione sia per uomini che per donne. Attenzione però nella lunga età medievale non esisteva quella parità che appartiene (anche se non sempre e in ogni dove) ai nostri tempi e all’Occidente in particolare. Cominceremo da quelli che venivano considerati i “signori” del Medioevo specialmente europeo e italiano in particolare ovvero gli antichi Cavalieri figure piene di fascino cortese ed etica professionale sempre a disposizione e protezione (si dice) dei più deboli fra gli esseri umani come i poveri, gli anziani, i derelitti e perché no le giovani fanciulle. Non dobbiamo intanto necessariamente pensare agli appartenenti all’alta nobiltà e di nobile lignaggio, costituita da principi duchi marchesi e conti come ci ha abituato l’immaginario della letteratura filmica e non solo; si trattava piuttosto specialmente nel primo periodo medievale a cavallo del fatidico anno mille di una folla neanche ben organizzata di milites, ovvero uomini d’arme le cui famiglie vivevano su più o meno estese proprietà terriere sulle quali potevano aver edificato castelli o che dichiaravano specialmente se lontani dal proprio domicilio di possederne e semmai rivendicarne la proprietà e l’uso.

Cavaliere con armatura e cavallo 1250 circa

 

La “Dignità Cavalleresca”

Erano quasi tutti combattenti a cavallo e quindi considerati cavalieri sul piano militare, non tutti però avevano ricevuto la dignità cavalleresca anzi. Fino al XII secolo essere cavaliere non significava necessariamente essere nobile,  perché la nobiltà vera era una questione di famiglia e di discendenza diretta dalla stessa. Ben presto però la dignità cavalleresca venne riservata ai soli figli dei cavalieri dando così vita ad una classe ereditaria per lignaggio. La cavalleria è una delle più celebrate immagini classiche del medioevo così come noi lo intendiamo oggi ma già mitizzata dalla letteratura epica di quel tempo che faceva del vero cavaliere un abile guerriero portatore di pace, uccisore di ribaldi e nemici della povera gente e laddove ve ne fossero rimasti ancora, anche di possenti draghi alati che si dice distruggessero villaggi e campi lavorati. Vi sono stati vari poi ordini cavallereschi regolarmente costituiti che difendevano i pellegrini e i viandanti in nome di una cristianità sempre più forte e diffusa, fra questi spiccano per celebrità gli antichi monaci–guerrieri meglio conosciuti come Cavalieri Templari che sottostanti alla regola del loro fondatore Bernardo di Chiaravalle divennero una vera potenza dell’epoca .

Investitura di Cavaliere Templare

 

I gradi cavallereschi fino all’Addobbamento”

Al di là del mito la realtà era ben più dura e diversa e l’avventura cavalleresca era essenzialmente fondata sulla ricerca di nuove ricchezze e possedimenti spesso “in campo altrui”. Si diventava cavalieri dopo un lungo e articolato tirocinio e dietro le indicazioni di maestri di spada e di combattimento che già avevano ben esercitato in precedenza il loro mestiere “delle armi”. Al primo gradino della gerarchia vi era il paggio che imparava in primis a badare al cavallo a montarlo e anche a combattervi da sopra; al secondo era lo scudiero che dopo aver appreso il maneggio delle armi e le regole del combattimento si occupava di portare le armi il vessillo e lo scudo del suo signore. Infine dopo una complessa cerimonia di investitura effettuata per lo più “a fil di spada” e detta “addobbamento” ad una età che oscillava intorno ai 20–21 anni si diventava cavalieri a tutti gli effetti.

Addobbamento del cavallo

L’addobbamento consisteva nella consegna degli speroni, dell’elsa della spada e del morso del cavallo sapientemente dorati, poi del cinturone arricchito da rinforzi metallici anch’essi dorati e infine del mantello foderato di vaio. Il conferimento della dignità a cavaliere era compito riservato ai sovrani, capi militari e di compagnie di ventura, ma anche dagli stessi liberi comuni italiani. Celeberrime furono le figure di nobili cavalieri fra i tanti, come Guglielmo il Maresciallo (1145–1219), il “Santo” cavaliere toscano al secolo Galgano Guidotti (1148- 1181), e Angelo da Rieti di cui si conosce solo la data di morte avvenuta nel 1258 figlio di Tancredi che fu anche seguace di Francesco (San Francesco d’Assisi) che nel 1210 si recò a Roma per ottenere dal Papa l’approvazione del suo modo di vita e di intendere la religione cristiana di allora.

Galgano Guidotti Cavaliere dipinto di Ambrogio Lorenzetti


Nessun commento:

Posta un commento