di Mario Pagni
Stiamo per iniziare una serie di appuntamenti dedicati al medioevo e alle figure più significative e categorie di mestieri e occupazioni riferiti al periodo in questione sia per uomini che per donne. Attenzione però nella lunga età medievale non esisteva quella parità che appartiene (anche se non sempre e in ogni dove) ai nostri tempi e all’Occidente in particolare. Cominceremo da quelli che venivano considerati i “signori” del Medioevo specialmente europeo e italiano in particolare ovvero gli antichi Cavalieri figure piene di fascino cortese ed etica professionale sempre a disposizione e protezione (si dice) dei più deboli fra gli esseri umani come i poveri, gli anziani, i derelitti e perché no le giovani fanciulle. Non dobbiamo intanto necessariamente pensare agli appartenenti all’alta nobiltà e di nobile lignaggio, costituita da principi duchi marchesi e conti come ci ha abituato l’immaginario della letteratura filmica e non solo; si trattava piuttosto specialmente nel primo periodo medievale a cavallo del fatidico anno mille di una folla neanche ben organizzata di milites, ovvero uomini d’arme le cui famiglie vivevano su più o meno estese proprietà terriere sulle quali potevano aver edificato castelli o che dichiaravano specialmente se lontani dal proprio domicilio di possederne e semmai rivendicarne la proprietà e l’uso.
Cavaliere con armatura e cavallo 1250 circa |
La “Dignità
Cavalleresca”
Erano quasi
tutti combattenti a cavallo e quindi considerati cavalieri sul piano militare,
non tutti però avevano ricevuto la dignità cavalleresca anzi. Fino al XII secolo essere cavaliere non
significava necessariamente essere nobile,
perché la nobiltà vera era una questione di famiglia e di discendenza
diretta dalla stessa. Ben presto però la dignità cavalleresca venne
riservata ai soli figli dei cavalieri dando così vita ad una classe ereditaria
per lignaggio. La cavalleria è una delle
più celebrate immagini classiche del medioevo così come noi lo intendiamo oggi
ma già mitizzata dalla letteratura epica di quel tempo che faceva del vero
cavaliere un abile guerriero portatore di pace, uccisore di ribaldi e nemici
della povera gente e laddove ve ne fossero rimasti ancora, anche di
possenti draghi alati che si dice distruggessero villaggi e campi lavorati. Vi
sono stati vari poi ordini cavallereschi regolarmente costituiti che
difendevano i pellegrini e i viandanti in nome di una cristianità sempre più
forte e diffusa, fra questi spiccano per celebrità gli antichi monaci–guerrieri meglio conosciuti come Cavalieri Templari che sottostanti alla regola
del loro fondatore Bernardo di Chiaravalle divennero una vera potenza
dell’epoca .
Investitura di Cavaliere Templare |
I gradi
cavallereschi fino all’Addobbamento”
Al di là del
mito la realtà era ben più dura e diversa e l’avventura cavalleresca era
essenzialmente fondata sulla ricerca di nuove ricchezze e possedimenti spesso
“in campo altrui”. Si diventava
cavalieri dopo un lungo e articolato tirocinio e dietro le indicazioni di
maestri di spada e di combattimento che già avevano ben esercitato in
precedenza il loro mestiere “delle armi”. Al primo gradino della gerarchia
vi era il paggio che imparava in primis a badare al cavallo a montarlo e anche
a combattervi da sopra; al secondo era lo scudiero che dopo aver appreso il
maneggio delle armi e le regole del combattimento si occupava di portare le armi
il vessillo e lo scudo del suo signore. Infine dopo una complessa cerimonia di
investitura effettuata per lo più “a fil di spada” e detta “addobbamento” ad
una età che oscillava intorno ai 20–21 anni si diventava cavalieri a tutti gli
effetti.
Addobbamento del cavallo |
L’addobbamento
consisteva nella consegna degli speroni, dell’elsa della spada e del morso del
cavallo sapientemente dorati, poi del cinturone arricchito da rinforzi
metallici anch’essi dorati e infine del mantello foderato di vaio. Il
conferimento della dignità a cavaliere era compito riservato ai sovrani, capi
militari e di compagnie di ventura, ma anche dagli stessi liberi comuni
italiani. Celeberrime furono le figure
di nobili cavalieri fra i tanti, come Guglielmo il Maresciallo (1145–1219),
il “Santo” cavaliere toscano al secolo Galgano Guidotti (1148- 1181), e Angelo
da Rieti di cui si conosce solo la data di morte avvenuta nel 1258 figlio di
Tancredi che fu anche seguace di Francesco (San Francesco d’Assisi) che nel
1210 si recò a Roma per ottenere dal Papa l’approvazione del suo modo di vita e
di intendere la religione cristiana di allora.
Galgano Guidotti Cavaliere dipinto di Ambrogio Lorenzetti |
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