Quella che
sto per raccontare è una storia a dir poco agghiacciante. Tanti e terribili sono gli episodi legati alla stregoneria e alle
streghe in generale che nel corso dei secoli si sono succeduti, coinvolgendo
spesso numerosi e innocenti esseri umani,
colpevoli solo di essere per la maggior parte donne ma soprattutto di avere
conoscenze che andavano oltre al consentito e che portavano gli inquisitori ma
anche gli accusatori a disegnarli come esseri diabolici e malefici. A volte
però gli eventi sono ancora più terribili e incredibili tanto da non poterci
credere. Ed è questo il caso. Ma andiamo con ordine.
Siamo nel
1612 nel borgo di Pendle nella contea del Lancashire in Gran Bretagna oggi
passato alla storia come luogo di molte azioni e rituali oscuri, prediletti
dalle streghe locali e che all’epoca era visto come un luogo in cui le persone
non si adeguavano ai modi moderni, causando spesso problemi.
I fatti
Tutta la storia cominciò l’8 marzo del 1612 quando una bambina di nome Allizon Device passò davanti ad un venditore ambulante di nome John Law e gli chiese degli spiccioli in cambio di alcune spille. La bimba era poverissima e la sua famiglia viveva di elemosina e di stenti cercando di racimolare qualche soldo per poter mangiare. L’uomo anziché aiutarla se ne andò ed Allizon seccata per il comportamento lo maledisse sottovoce: destino volle che dopo pochi passi l’ambulante cadde a terra completamente cieco e incapace di muoversi e parlare. Pensando di essere stata lei con le sue parole a provocare tutto, la ragazza sgomenta e piena di rimorso chiese perdono di quanto fatto ma il gesto provocò per lei e per la sua famiglia conseguenze terribili.
Un venditore ambulante di frutta
Il processo
Il figlio
del venditore denunciò Allizon a Roger Nowell un ambizioso e deciso magistrato
che non si tirò certo indietro ma anzi diede vita ad un processo che coinvolse circa
una ventina di persone.
La prima ad
essere chiamata fu ovviamente la bambina che confusa per l’incidente e ancora
con tanti sensi di colpa, convinta di essere lei la carnefice confessò di aver
maledetto poco prima l’ambulante. Ma nella
foga del momento oltre a ciò Allizon accusò anche due vicine di casa Old Woman
Chattox e sua figlia Anne. Il magistrato non perse tempo e chiamò subito dopo anche
loro che a loro volta accusarono di stregoneria Elizabeth Southerns, conosciuta
come Old Demdike, nonché nonna di Alizon. In effetti le due anziane erano
conosciute nel borgo come donne “astute”, il ché significava avere abilità e
conoscenze particolari grazie alle quali gli abitanti del Paese, e in
particolare quelli più poveri, trovassero in loro aiuto per ogni esigenza
medica. La loro condizione di “furbe” le rendeva agli occhi di tutti delle
streghe “buone” ma questo appellativo di fatto le condannava come vere e
proprie streghe di fronte all’Inquisizione inglese.
Preso da desiderio di liberare tutta
la cittadina dal Diavolo il funzionario arrestò tutte e 4 le donne e poco dopo
anche tutto il resto della famiglia di Allizon, la madre e i suoi fratelli che
(si scoprirà poi) nel giorno di venerdì santo, anziché stare in Chiesa come
richiedevano i precetti cristiani avevano rubato una pecora e tenuto un raduno alla
Malkin Tower. Una
ventina di persone vennero così rinchiuse in quella che viene comunemente
chiamata Torre delle streghe del castello di Lancaster in attesa del processo.
Jennette
Il 18 agosto
dello stesso anno cominciò il processo. La prima ad essere chiamata fu Allizon
che confermò le sue colpe e anzi asserì che la nonna, nel frattempo morta in
carcere, sarebbe stata in grado di guarire l’uomo. Fu poi la volta di Elisabeth
la madre di Allison e di altri figli che protestò asserendo di essere
innocente. Venne chiamata anche l’altra
figlia piccola, Jennette che mentre la madre urlava la sua estraneità, piangeva
disperata: e in quegli istanti avvenne quello che condannò tutta la famiglia.
Elisabeth venne portata via e la bimba, smesso improvvisamente di piangere,
salì sul tavolo e con una calma agghiacciante accusò tutta la famiglia di
stregoneria, dettagliando incredibilmente tutti i fatti e le azioni che i
suoi familiari avrebbero commesso e riconoscendo anche i partecipanti del
raduno del Venerdì Santo.
Tanto bastò
per condannare tutta la famiglia, escluso Jennette, a morte.
Il secondo
processo
Nel 1633 Edmund
Robinson un ragazzo di Pendle raccontò ai genitori che mentre raccoglieva le
bacche un cane si era trasformato in una strega che lo aveva portato in un
fienile con altre streghe che lanciavano maledizioni e incantesimi. Sfuggito
per pura fortuna era riuscito a tornare a casa
per miracolo.
Il cane nero che si trasforma in strega
Il padre denunciò l’accaduto e il
ragazzo riconobbe tra le persone del paese una ventina di streghe fra cui
Jennette Device. Cominciarono così le prime tappe di quello che sarebbe dovuto
essere un secondo processo a Pendle dopo quasi 22 anni. Ma il destino a volte è
bizzarro e non sempre gli eventi vanno come si potrebbe pensare.
Il caso
volle che i tempi ormai fossero cambiati e gli accusati non vennero immediatamente
condannati. Anzi Edmund fu richiamato a testimoniare e ammise di aver mentito e
soprattutto raccontò che era stato il padre ad usarlo per ricattare le presunte
streghe per avere salva la vita in
cambio di denaro.
Nessun commento:
Posta un commento