giovedì 20 ottobre 2022

Un allegro compagno di viaggio nella vita terrena. Il vino: Le origini, la storia, le qualità

Seconda Parte


di Mario Pagni


Come si consumava il vino nell’antichità

E’ abitudine e anche curiosità dell’uomo moderno cercare fattori comuni presso i popoli antichi riguardanti l’uso e il consumo del vino come intendiamo noi oggi. Intanto occorre premettere che il “nettare divino” normalmente si beveva allungato con l’acqua; molto spesso semmai veniva aggiunto miele, resine alla maniera greca, sale (in quantitativi minimi), spezie, gesso e profumi vari. La stessa parola mescere, aveva il duplice significato di “mescolare” con riferimento agli ingredienti aggiunti e di “versare” (nel bicchiere o nella coppa), ne è una conferma seppure indiretta. Ecco in proposito una ricetta del romano Apicio:

“Versa in un vaso di bronzo un quarto di vino e due cucchiai di miele, im modo che mentre il miele bolle il vino diminuisca di volume, scaldalo a fuoco lento di legna secca, gira il tutto con un bastoncino finché prenderà il bollore; quando comincerà a salire trattienilo versando altro vino; quando lo avrai tolto dal fuoco, sarà diminuito di volume. Una volta freddo fallo scaldare di nuovo. Ripeti per altre due volte. Il giorno dopo lo schiumerai. Aggiungi quattro once di pepe, poco pistacchio, cannella e zafferano, cinque ossi arrostiti di datteri; trita cinque datteri che dal giorno seguente avrai posti nel vino per farli ammorbidire. Fatto ciò versa diciotto sestari di vino giovane. La cottura sarà perfetta quando avrai consumato circa 45 once di carbone”

Da notare l’attenzione e la precisione nella descrizione della ricetta e soprattutto anche il consumo di carbone come condizione per la riuscita della stessa in funzione del tempo e del calore emesso.

Mosaico antico che rappresenta la pigiatura del vino

Sia i Romani che i Greci furono abbastanza severi nelle regole del consumo di vino i primi addirittura lo vietarono alle donne. Le leggi delle XII Tavole (451–450 a.C.) recitavano “Se una donna beve vino, il marito con i parenti di lei, ne determini la pena”. Catone il censore ammetteva il bacio sulle labbra alle donne solo per controllare se avessero bevuto o meno. La viticoltura nell’Impero Romano ebbe fasi alterne fino a vietarlo durante il periodo delle invasioni barbariche perché  il vino attirava i barbari. Anche nel medioevo la bevanda migliore in assoluto sia per i pasti che per il godimento personale non ebbe molta fortuna. Fu con l’avvento preponderante del cristianesimo che aveva assunto proprio il vino come uno degli elementi essenziali per il suo più importante rito quello della Eucarestia che il vino tornò in auge anche presso i laici consumatori e i suoi tralci di vite furono fra i più diffusi simboli riprodotti nelle antiche pievi di epoca romanica.

Bassorilievo medievale con figura umana e decorazioni a foglia di vite

Nei secoli a seguire il vino ha avuto fortune alterne, ma, per tradizione e consumo la risalita del successo è stata definitiva, costante e inarrestabile. Prima nelle grandi corti di tutta Europa con prevalenza netta della Francia e della Spagna, ma anche l’Italia se pur in maniera più capillare e diffusa è stata ed è tutt’ora protagonista sia del mercato che della grande qualità. Dal Chianti al Barolo e al Siciliano Corvo, tutta la nostra nazione ha visto una vera e propria gara del gusto e dell’aroma del vino, seppure a nostro avviso ma anche secondo quanto affermato da attenti e anche più storici viticoltori, il prodotto odierno tende più a somigliarsi in quello che una volta veniva correttamente definito “esame organolettico” ma che per i nostri nonni e bisnonni veniva riassunto con il termine “è di buona beva”.

Schema della vite attuale

La commercializzazione del vino che prima era suggerita anche dal simbolismo di una antica pieve romanica scolpita sui suoi capitelli e pulpiti, oggi è facilitata dall’uso quotidiano di bottiglie di vetro e dei “Bag in Box” (sacca nella scatola) ad uso e consumo più economico, che hanno portato nelle famiglie il prodotto che può conservarsi inalterato anche per mesi senza che se ne sprechi una sola goccia. Ma la bottiglia rimane la preferita dai Sommelier nelle sue forme storiche e più recenti fra queste la Renana, di forma cilindrico conica con collo molto allungato o le più diffuse Bordolese, Borgognona e Sciampagnotta, disegnate per trattenere e conservare vini diversi con tappi che devono essere sempre di qualità.

Tipologie di bottiglie in vetro da vino

Il vino fino dai tempi del già citato Noè è ancora oggi destinato al piacere e al godimento nostro e del pasto al quale esso viene accompagnato; sempre che se ne faccia un uso saggio e consapevole.

 

Nella prossima puntata racconteremo del vino e il suo uso presso i popoli antichi per poi raccordarsi a periodi a noi più consoni come il primo medio evo, il rinascimento e i “giorni nostri” con abitudini e tradizioni legate ad esso.

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