Prima Parte
di Mario Pagni
Siamo nel
mese di ottobre che quest’anno subito dopo l’avvento dell’autunno meteorologico
e dopo una estate particolarmente calda e siccitosa si sta dando
particolarmente da fare dal punto di vista delle precipitazioni per altro molto
attese. Stavolta però non parliamo di
acqua bensì di vino. Siamo infatti anche nel rituale momento della
vendemmia che in alcune parti del Chianti è stata persino anticipata e
completata.
Un po’ di
storia l’origine della vite
La Bibbia racconta che Noè, quando uscì dall’Arca probabilmente dopo aver visto tutta quell’acqua, essendo stato da sempre agricoltore, decise di impiantare quella che secondo la tradizione fu la prima vigna della storia; ne bevve poi il frutto e si dice che con esso si ubriacò. Per questo episodio che si perde nella notte dei tempi Noè è considerato l’inventore del vino. Il che è molto improbabile perché si tratta comunque di un prodotto che dovrebbe aver richiesto diverse tappe di avvicinamento e metodi sempre più raffinati.
Noè e la sua vigna |
Le ricerche più aggiornate fanno
risalire la comparsa delle prime forme di vitacee a ben 140 milioni di anni fa,
anche se forse ancora non c’era nessuno in grado di governare il prodotto in
questione. Reperti fossili di queste piante, notevolmente diverse dalle attuali
viti, sono stati trovati in aree geografiche anche molto distanti fra loro:
Asia, America, Europa. Si trattava sembra di piante molto simili a liane in grado di
arrampicarsi come quelle infestanti attorcigliandosi ad alberi a più alto
fusto. Molte di queste primordiali viti scomparvero durante il periodo delle
glaciazioni per ricomparire come esemplari leggermente diversi nei cosiddetti
“rifugi climatici” luoghi ritenuti capaci di permettere a certe piante il
superamento del “grande freddo”. Fra questi luoghi quello che più ci interessa
è il cosiddetto “Rifugio Pontico”, posto in Asia fra il mar Nero e il mar
Caspio, futuro punto di riferimento della vera coltivazione della vite per il
Medio Oriente, il Nord dell’Africa e la stessa Europa.
Territori dei primi vitigni |
L’inizio
della coltivazione della vite può essere considerato già nella lontana
preistoria, verosimilmente ipotizzando che l’uomo “cacciatore” quindi ancora
nomade e non stanziale, raccogliesse i frutti selvatici della vite come
nutrimento per i suoi spostamenti di caccia.
Durante il Neolitico (VIII–II millennio a.C.) con l’uomo “raccoglitore”
un'altra cultura già legata alla pastorizia ma anche all’agricoltura (quindi di
carattere stanziale), si potè avviare un vero processo di selezione e di
utilizzo della vite che determinò il passaggio dalla vite selvatica (vitis
silvestris) alla vite “europea” (vitis vinifera sativa). Interessante notare
che che il processo in questione si verificò nel vicino Oriente, precisamente
nell’area siro-anatolico-mesopotamica, coincidente con uno dei sopracitati
“rifugi climatici ai quali accennavamo prima.
Vigne nell'antico Egitto |
L’etimologia
delle parole Vino e Vite
La parola
vino deriva dal latino vinum che
proviene a sua volta dal greco oinos
(infatti in archeologia la produzione ceramica del periodo prevedeva una forma di
brocchetta a vernice nera chiamata
appunto oinochoe, atta a contenere ma
anche versare il cosiddetto “nettare degli dei” il vino. Secondo alcuni
autori da vinum deriverebbero i
sostantivi vitis, vinea, vinetum ovvero (vite, vigna, vigneto), mentre secondo altri, vite
deriverebbe da viere (piegare, curvare, legare).
Oinochoe da mescita vino a vernice nera |
L’etimologia
di questi termini, rivelerebbe fra l’altro un intreccio di forme semitiche ed
indo–europee che farebbe pensare come scrive Franco Cardini: “Ad un radicamento
delle pratiche vinificatorie in quell’area siro-anatolica che appare come il
territorio nel quale i popoli indo-europei e semitici si sono incontrati con
speciale intensità”.
Nella prossima puntata racconteremo
del vino e il suo uso presso i popoli antichi per poi raccordarsi a periodi a
noi più consoni come il primo medio evo, il rinascimento e i “giorni nostri”
con abitudini e tradizioni legate ad esso.
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