Abbiamo già
visto e parlato di figure in odore di santità, personaggi che nel corso della
vita (e dopo la sopraggiunta morte) hanno manifestato poteri soprannaturali o
con il loro esempio e le loro azioni hanno dato sostegno e conforto ai più
bisognosi. Oggi però parliamo di una figura abbastanza sconosciuta ma assai
curiosa, vissuta in epoca relativamente recente e che nella sua breve esistenza
ha dato prova di santità, anche se ancora oggi stranamente la Chiesa non ha
riconosciuto ufficialmente il suo caso.
I fatti
Maria
Domenica Lazzeri, nota come l'Addolorata di Capriana o beata Meneghina nacque a
Capriana (Trento) il 16 marzo 1815 da Bortolo Lazzeri, un mugnaio, e
Margherita, sua moglie. Ultima di cinque fratelli, la bambina ebbe un’infanzia
per così dire normale, passata come le sue coetanee della Val di Fiemme, tra
gioco e studio per poi, una volta adolescente, a lavorare.
Una ricostruzione del mulino della famiglia Lazzeri di fianco alla chiesa di San Bartolomeo di Capriana |
Ad un certo punto però della sua vita,
Maria ebbe la visione della Madonna che le chiese se voleva avere le «insanguinate
piaghe di Gesù» e alla quale lei rispose che se fosse stata degna di questo
dono lo avrebbe accettato affinché fosse fatta la sua volontà. E così accadde. Da quel momento, come
riportano i resoconti dell’epoca, ogni venerdì alla ragazza apparivano le
stimmate sanguinanti sulla fronte, sui piedi, sulle mani e sul costato.
I poteri e la malattia
Dopo
l’apparizione della Vergine, Domenica, oltre a portare sul suo corpo i segni
della Passione, si ammalò gravemente a seguito di quella che sembrava una
semplice e banale influenza, costringendola
a letto tormentata da fortissimi dolori che dureranno purtroppo fino alla sua
morte. Oltre a ciò e in contemporanea, la ragazza iniziò a mostrare particolari
“poteri”, qualità che si potrebbero definire “paranormali e soprannaturali”
quali l’ubiquità, la telepatia, la preveggenza, la xenoglossia (ossia la
capacità di parlare in una lingua sconosciuta al soggetto), e anche di poter
udire quello che veniva detto in altri luoghi. Infine non avrebbe più mangiato
né bevuto sostentandosi solamente dell’eucarestia una volta a settimana (o addirittura
al mese).Maria Domenica Lazzeri in un'illustrazione
Miracolata o
malata?
La storia di
Maria Domenica fece il giro del mondo e ben presto divenne famosa anche al di là
delle Alpi; moltissimi personaggi
importanti, quali medici, studiosi e autorità religiose discussero del suo caso
e vennero a visitarla e qualcuno anche a cercare di curarla, dall’Italia ma anche
dalla Francia, Inghilterra e perfino dall'Australia. Fra questi possiamo
ricordare lo scrittore tedesco Beda Weber, l’avvocato e scrittore austriaco Joseph
Streiter, Anatole de Ségur,il filosofo Antonio Rosmini, l’arcivescovo di Sydney
John Bede Polding e il conte Shrewsbury: dai documenti sappiamo che ognuno di
loro, colmo di serenità e pace, ha lasciato una testimonianza scritta di quegli
incontri, mentre la ragazza donava a ciascuno
immagini votive.
Maria
Domenica morì in odore di santità il 4 aprile 1848, a 33 anni proprio come Gesù
Cristo ed altri santi quali per esempio san Francesco. In tanti si sono chiesti
quale potesse essere la realtà della sua condizione e l’origine di quella
malattia. Nel recente romanzo di Pino
Loperfido, l’autore stesso, dopo accuratissimi studi sulla vicenda, e in
particolare sulle relazioni scientifiche ufficiali dei medici di Milano fra cui
il dottor Leonardo Cloch che la curò per dieci anni, sostiene che in realtà il male che avrebbe condotto alla morte la
ragazza non fosse altro che un virus proveniente dalla Cina. La possibilità non
sarebbe in effetti così remota, soprattutto per il fatto che Domenica era una
sorta di infermiera ante-litteram e
che certamente non conosceva assolutamente nulla di virus e batteri né
tantomeno di come ci si potesse difendere da questi agenti patogeni.
Bassorilievo e lapide di Maria Domenica Lazzeri nella chiesa di Capriana
Il culto e la
damnatio memoriae
La Chiesa
Cattolica ha riconosciuto Maria Domenica una Serva di Dio. Per molti anni il
suo caso è stato tenuto nascosto e soltanto nel 1943 è stato prodotto un primo
atto ufficiale di beatificazione ma la situazione dovuta alla Seconda Guerra
Mondiale tirò a lungo la vicenda e si ebbe l’ufficiale ricognizione della salma
soltanto ad agosto dell’anno successivo. Il
4 aprile 1995 il vescovo di Trento
Giovanni Maria Sartori ha riaperto ufficialmente il processo di beatificazione
e nel 2000, tutti i documenti sono stati
portati a Roma per l’esame della Sacra Congregazione Vaticana. Ad oggi
ancora nulla di ufficiale però è stato fatto.
Se ti è piaciuto ti potrebbe
interessare anche:
Nessun commento:
Posta un commento