lunedì 28 settembre 2020

Santa Teresa d'Avila

di Chiara Sacchetti

Terza figlia di Alfonso Sánchez de Cepeda e di Beatrice de Ahumada, Teresa de Haumada nacque il 28 marzo 1515 dal secondo matrimonio del padre che rimasto vedovo con due figli si risposò in seconde nozze e da cui nacquero altri nove figli. Come ebbe modo di raccontare lei stessa, la sua famiglia era composta da genitori virtuosi e timorati di Dio, cosa che la influenzò sicuramente nelle sue future scelte.

Della sua infanzia si sa pochissimo se non di un episodio che la vide protagonista assieme al fratello Rodrigo. I due ragazzini scapparono infatti di casa alla ricerca dell’isola dei “mori” dove pensavano di versare il loro sangue per la fede per “vedere Dio” e imitando la vita dei martiri di cui avevano sentito raccontare e avevano letto nelle agiografie. Da queste letture, sappiamo, che Teresa aveva imparato due cose, la prima “il fatto che tutto quello che appartiene al mondo di qua, passa”, l’altra che solo Dio è “per sempre, sempre, sempre”. Lo zio fortunatamente ritrovò e salvò i due “fuggitivi” riportandoli a casa. I due bambini capendo l’impossibilità di divenire martiri, decisero di condurre una vita solitaria costruendosi in giardino una celletta dove andavano a meditare e pregare.

Santa Teresa d'Avila
Santa Teresa d'Avila
A soli dodici anni Teresa restò orfana di madre, evento che la sconvolse moltissimo al punto tale da non riuscire a trovare conforto sulla Terra cadendo in una profonda crisi esistenziale. Due anni dopo, mentre la sorella maggiore si stava per sposare,  Teresa entrò in stretto contatto con una cugina di carattere frivolo e  leggero, spinta anche dai romanzi che di nascosto la madre le aveva letto, si innamorò proprio di un cugino.

Il padre decise così di farla studiare, come avveniva all’epoca dalle Agostiniane della città dove vivevano e qui Teresa incontrò una suora che riuscì a rimetterla sulla retta via allontanandola dal mondo esterno e dandole piano piano nel tempo il seme della la vocazione.

Nel 1536 dopo aver letto le lettere di San Girolamo e la visione di una raffigurazione dell’Ecce Homo, a 21 anni, Teresa cominciò a sentire realmente la vocazione ma il suo percorso non fu facile. Il padre purtroppo, nonostante la profonda religiosità che sappiamo attraverso gli scritti stessi di Teresa, inizialmente non approvò la scelta della figlia, anzi quest’ultima arrivò addirittura nuovamente a fuggire se pur per ragioni assai diverse la notte del 2 novembre per entrare nel monastero carmelitano dell’Incarnazione ad Avila dove prese il nome di Teresa di Gesù.

Monastero dell'Incarnazione ad Avila

Dopo pochi anni una strana e gravissima malattia la portò allo stato di coma come fosse morta per ben quattro giorni, tanto che era già stata scavata la fossa per la sua sepoltura. D’improvviso, quasi per miracolo, la giovane si risvegliò anche se le sue condizioni continuavano ad essere terribili, con dolori lancinanti che la facevano rinchiudere come un gomitolo.  Teresa pregò tutti i santi del cielo, in particolare san Giuseppe a cui rimarrà sempre legata e come per miracolo tornò alla sua vita monastica.

Tornata in monastero,  però la passione religiosa era molto affievolita quasi  spenta  anzi dalle grate del monastero ella dialogava con le persone di cose frivole e semplici, poco consone ad una suora: fu un  periodo questo in cui la stessa Teresa ammetterà di essere arrivata «a vergognarmi di continuare con Dio quella particolare amicizia che deriva dall’orazione».

Dopo diversi anni Teresa capì lo sbaglio fatto e decise di tagliare ogni rapporto con quelle stesse persone che le davano solo superficialità e la toglievano dalla vera religiosità e dalla sua vocazione, così riprese a fare le orazioni che la portarono ad avere un rapporto sempre più stretto con Dio.

La preghiera e la contemplazione illuminarono Teresa che capì anche il momento difficile che la Chiesa stava attraversando in quegli anni e d’accordo con alcune sorelle del monastero decise di operare per una riforma del Carmelo per un ritorno all’antica regola.

Il 24 agosto 1562  Teresa assieme ad altre Sorelle iniziò la fondazione del San Giuseppe, il primo monastero riformato  dove le monache vivevano in clausura e passavano la giornata in preghiera, nella mortificazione e nel lavoro.

Avila, Convento di San Giuseppe fondato da Santa Teresa
Avila, Convento di San Giuseppe fondato da Santa Teresa
Dopo sei anni parallelamente alla costruzione di altri sedici monasteri, con la collaborazione di Juan de la Cruz, viene fondato il primo convento dei Carmelitani Scalzi: come le monache i frati avranno la stessa Regola ma senza la clausura e si occuperanno dell’apostolato esteriore e diretto.

Il 4 ottobre 1582 Teresa morì in pace sfinita dall’amore per Dio più che dalle fatiche.

Beatificata e canonizzata già nel XVII sec., e considerata Madre degli Spirituali, nel 1970 santa Teresa fu proclamata Dottore della Chiesa da Papa Paolo VI.

Avila, Monastero dell'Incarnazione, Reliquiario
Avila, Monastero dell'Incarnazione, Reliquiario

Del 1577 è il Castello interiore, la sua opera più famosa e importante, scritta su ordine del suo superiore Girolamo Gracian e dove tratta della sua per lei unica fonte di religiosità ovvero le orazioni. Questi rituali che lei chiama Mansioni, si suddividono in sei gradi che portano al cosiddetto Matrimonio spirituale, l’intima unione dell’anima con Dio, e luogo in cui risiede quindi il Re della Gloria. I primi tre, raffiguati da Teresa come delle lucertole che si infilano ovunque, sono per le persone che combattono le occasioni cattive: per ovviare e cercare di trovare la giusta strada, la Santa, suggerisce il raccoglimento, ovvero un modo per occupare la mente. Consiglia quindi quattro oggetti (o metodi), la meditazione cioè l’osservazione di un passo biblico, la lettura di un libro, la riflessione su di una propria mancanza e infine la contemplazione della natura. A seguire, nella terza parte, anche la preoccupazione per prendersi cura dei difetti degli altri. Nella quarta tappa, le persone cominciano ad entrare in contatto con la parte spirituale, mentre nella quinta si entra in quella dell’unione. La sesta è il fidanzamento spirituale e momento in cui l’anima deve sottoporsi a importanti e necessari rituali come terribili purificazioni che portano all’ estasi, rapimenti e visioni. Dopo ciò l’anima entra in contatto con Dio con il quale viene celebrato il cosiddetto Matrimonio Spirituale appunto e diviene un’unica cosa con lui. Un castello, quello di cui parla Teresa, che si riferisce all’anima, fatto di infinite stanze che tutte concentriche si rivolgono a quella centrale dove risiede Dio che emana tanta luce da risplendere tutto l’edificio riempiendo con esso tutto il Castello.

La visione di Santa Teresa d'Avila
La visione di Santa Teresa d'Avila
Teresa rappresenta poco i canoni dei Santi ecclesiastici, di solito molto lontani dalla gente comune. Di lei si ricordano soprattutto gli splendidi e intensi rapporti che riusciva ad instaurare con le persone che le erano vicine e con cui instaurava affetti veri e profondi. Con le sorelle diviene quasi una madre amorevole, occupandosi di loro e di tutte le necessità sia materiali che spirituali, chiamando medici e teologi.

La firma di Santa Teresa d'Avila
La firma di Santa Teresa d'Avila
Oggi santa Teresa è protettrice delle persone malate, degli scrittori e dei religiosi.

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