di Chiara Sacchetti
Quando abbiamo parlato della sirena bicaudata ci siamo
imbattuti nel personaggio di Melusina, uno degli esempi letterari e mitologici
di questi misteriosi esseri. Ma chi era davvero questa creatura particolare?
L’etimologia del suo nome non è così sicuro. Nel dictionnaire Littré la donna viene chiamata Merlusigne in riferimento alla sua natura (anche) acquatica, mentre alcuni studiosi, ritengono il suo nome una derivazione della sua casata della Maison de Lusignane. Altri ancora credono invece che il nome avrebbe origini bretoni e sarebbe collegato alla fabbricazione del miele (Mieleusine).
In saghe precristiane greche e latine e anche nel Vicino
Oriente Antico, troviamo storie che ricordano o che possono essere riconducibili
con riferimenti agli eventi che conosciamo, ma sarà soltanto nel Tardo Medioevo
che questo personaggio darà vita a storie fatate e immaginarie.
La letteratura ci racconta di lei nell’Histoire de Lusignan (o anche Roman de Mélusina) un’opera scritta fra il 1387 e il 1394 da Giovanni di Arras. Questo scrittore francese ebbe la commissione dal conte di Poitu che desiderava dare nobili e importanti origini alla sua casata dei Lusignano, tanto da chiedere di renderla leggendaria facendola fondare da questa immaginaria creatura. Tra poi i suoi sudditi c’era la voce che di notte la fata Melusina portasse nel suo grembiule (come fosse un grembo materno) le pietre per costruire castelli e altri edifici anche religiosi dentro le sue proprietà.
Dopo di lui molti altri nobili si fregiavano
delle stesse origini mitiche non a caso
la sua figura, (in particolare quella di donna pesce a due code), si ritrova
anche negli stemmi araldici di alcune famiglie. Un secondo romanzo, giusto per
fare un esempio, fu scritto soltanto pochi anni dopo dal libraio di Parigi
Coudrette per celebrare la famiglia di Parthenay e in cui vengono sottolineati
i legami con la casa del conte e quindi con la fata stessa.Il libro Roman de Melusine
Nel romanzo si narra la storia di Melusina, una donna che per
una volta alla settimana si trasformava in serpente (o diveniva una sirena a
due code a seconda delle versioni successive). I fatti narrati cominciano con Riondino,
un ragazzo che figlio del re dei Bretoni, avendo ucciso lo zio per sbaglio, era
scappato nel bosco dove alla fonte della sete incontra una donna di una
bellezza quasi soprannaturale e se ne innamora. Dopo un po’ di tempo egli
chiede in sposa Melusina che accetta la proposta a condizione però che di
sabato essa sarebbe dovuta rimanere da
sola, in cambio lo sposo avrebbe avuto ricchezza e lusso. L’uomo accetta e ciò
che la moglie gli aveva promesso accadde, la famiglia visse felice e nel lusso,
nacquero molti figli. Ma dopo un po’ di tempo Raimondino insidiato nel dubbio
dal fratello, preso dalla gelosia e dalla curiosità di quello che poteva nella
realtà accadere in sua assenza e in modo così misterioso, segue la moglie e la
coglie nell’atto di farsi il bagno in uno stagno. Ad un certo punto dalle acque
vede spuntare una coda di serpente dal corpo della moglie: Melusina infatti,
maledetta dalla madre, era condannata a trasformarsi in questo essere mostruoso
proprio ogni sette giorni. Nonostante quanto accaduto il matrimonio continuò
seppur con diverse difficoltà: il patto d’altronde non era stato violato, Raimondino non aveva infatti raccontato a
nessuno quanto aveva visto e la verità su Melusina continuava a restare un
segreto. Ma la situazione peggiorò tanto da culminare con il rogo di un monastero dove
morirono tutti i monaci ad opera del figlio maggiore Goffredo e del quale il
marito, in un momento di rabbia, accusò Melusina di aver corrotto l’animo. Dopo
tale accusa la donna se ne andò. Raimondino, disperato e pentito di quanto
aveva detto, si fece monaco e visse il resto della sua vita fra i tormenti scontando
così il dolore che aveva provocato nella moglie.Stemma con Melusina nel tino
In altre versioni della vicenda i figli vengono portati via
dalla madre nel suo mondo, ad eccezione del primogenito che resta con il padre
per proseguire la casata, divenendo famoso per le sue imprese e l’antenato capostipite della nobile famiglia. Nelle
altre versioni tutti invece restano nel mondo umano, a volte accuditi di
nascosto nella notte dalla madre o in ogni caso nei momenti in cui il padre è
assente.Raimondino scopre di nascosto la verità su Melusina
Prima di lei altre storie soprattutto mitologiche raccontano
di donne sorprese in momenti intimi, con esiti infausti per i curiosi, come Tiresia,
che viola l’intimità di Atena e viene accecato dalla Dea che però gli da il
dono della profezia o anche Atteonte che per sbaglio vede Artemide mentre sta
facendo le abluzioni e viene trasformato in cervo divenendo preda dei suoi
stessi cani da caccia.
Il mito di Melusina ebbe “molto successo”, raccontato non
solo dalle donne anziane alle loro nipoti, ma anche da poeti trovatori e insegnanti
tanto che il vescovo di Anversa dovette vietare
la lettura del romanzo nelle scuole mettendo all’indice tutte le edizioni.
Oggi purtroppo questa storia è stata quasi completamente cancellata
dalle memorie e messa da parte per altre forse più adatte al mondo
contemporaneo.
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