giovedì 10 settembre 2020

Le iniziazioni al mestiere (1° parte)

L’antichità classica

di Mario Pagni

Monumento funerario a Lucio Alfio
Monumento funerario a Lucio Alfio

“L’arte di costruire nell’antichità classica era ben identificata con la geometria; i rapporti numerici e le proporzioni tra le misure degli edifici, avevano somma importanza. Esistevano moduli (rapporti proporzionali) segreti in base ai quali le varie parti dell’edificio, erano assemblate, come testimonia tutta l’opera omnia di Vitruvio in proposito con somma armonia. Tali moduli sono stati riconosciuti dagli archeologi e identificati con assoluti esempi presenti nella civiltà della Grecia classica come lo stesso “Partendone” nel quale sarebbe presente anche una armonia di tipo musicale. La conoscenza del modulo presupponeva tutta una serie di conoscenze più vaste sia da parte dei pitagorici che dei sacerdoti egizi, che andavano dalle dimensioni del globo terrestre, al movimento degli astri e ai loro influssi”.

Iniziazione di Pierre d'Abusson
Iniziazione di Pierre d'Abusson


I luoghi prescelti sul territorio per gli insediamenti umani fino dalla lontana preistoria, avevano determinate caratteristiche che non si fermavano certo alle favorevoli condizioni climatiche per il loro effettivo utilizzo, ma dovevano essere anche adatti per lo sfruttamento della terra ad uso agricolo, e per altre attività di sostentamento come la pesca e la caccia, in ambito possibilmente vicino e circostante. C’è sempre stata però da sempre anche una condizione privilegiata legata a precise scelte di tipo rituale o se preferiamo magico. Con il passare dei secoli le scoperte archeologiche ci hanno permesso di capire come  tali luoghi siano stati nuovamente scelti e utilizzati come in una sorta di continuazione cultuale e culturale. Così gli insediamenti etruschi o romani (tanto per fare un esempio) hanno visto il sovrapporsi di edifici di epoca medievale come pievi romaniche o castelli che ne hanno riconosciuto non solo il valore pratico ma anche quello sacrale. Mentre però gli uomini primitivi adoperavano il “simbolo” direttamente per indicare spesso anche la stessa natura del luogo, le successive caste sacerdotali che ne raccolsero l’eredità, dovettero concentrare in una scienza rivolta spesso volutamente a pochi iniziati, le precedenti informazioni. Questo complesso di conoscenze ha formato quella che oggi possiamo definire la Tradizione (con la T maiuscola), che verrà poi trasmessa segretamente, dando luogo a scuole di pensiero e linguaggi cifrati, legati ai criteri e ai segreti delle arti in genere e delle costruzioni in particolare. I maestri laici e i monaci costruttori furono i detentori di tali segreti costituendo fino da quel lontano passato quelle che potremo definire le iniziazioni di mestiere. Già nell’antica Roma esistevano in modo già ben organizzato i collegi di costruttori (Collegia Fabrorum) che si affiancarono a molte altre corporazioni di mestiere già presenti. I loro appartenenti che custodivano le formule geometriche e gli insegnamenti pratici adatti ai sistemi costruttivi appresi precedentemente, svilupparono una vera e propria scienza geometrica con la confluenza di molte altre scuole di pensiero compreso il sostanziale apporto della scuola pitagorica.

I maestri costruttori all'opera
I maestri costruttori all'opera

I collegi di costruttori erano posti sotto la protezione di Giano (il cui nome significa “porta” in latino ianua ) antichissima divinità laziale italica, rappresentata da due facce rivolte in direzioni opposte e spesso con due diversi atteggiamenti, uno compiacente l’altro turbato. Giano deteneva il potere sulle “porte” solstiziali ed equinoziali non a caso il mese di gennaio il primo mese dell’anno prende proprio il suo nome ianuarius. E’ facile associare al valore sacro di questa divinità con tutto ciò che comincia ovvero “inizia” comprese appunto le iniziazioni “di mestiere”.

Scultura di età classica che raffigura Giano Bifronte
Scultura di età classica che raffigura Giano Bifronte

I membri delle organizzazioni di mestiere si incontravano generalmente in luoghi sotterranei, caverne o gallerie naturali o miste artificiali (costruite a ridosso delle stesse). Tale uso risaliva agli Etruschi, maestri del costruire e primi insegnanti dei moduli costruttivi romani che praticavano i loro riti preferibilmente in strutture sotterranee scavate nel tufo, ancora esistenti sia nel Lazio che nella Toscana meridionale. L’esempio derivava dal culto di Chronos dell’antica Grecia per i latini Saturno, il Dio che aveva governato la mitica “Età dell’oro”. Furono proprio i Greci che seppero identificare nel territorio italiano la possibile trasmissione alla enorme mole di conoscenze nel campo della iniziazione muratoria che diverrà successivamente assai superiore alla loro almeno in termini di praticità e concretezza. Lo proverebbero oltre gli insediamenti colossali della “Magna Grecia”, i grandi santuari laziali di Palestrina (l’antica Praeneste) , così come Tivoli e Terracina, organizzati su un succedersi di terrazze a vario livello iniziatico, che culminavano nel complesso Tempio – Teatro, sedi preposte per danze cultuali e rappresentazioni scenografiche di ritualità di vario genere.

Samotracia iniziazione di Agamennone al culto dei Cabiri
Samotracia iniziazione di Agamennone al culto dei Cabiri

Gli antichi Romani sono risultati non a caso i migliori architetti di tutto l’occidente conosciuto, superiori forse anche agli Egizi, per varietà, ampiezza ma soprattutto singolare agilità e modulistica del loro repertorio costruttivo. Tutto ciò non sarebbe affatto casuale se si considera che i due grandi dei legati alla iniziazione muratoria, Giano e Saturno, avranno un seguito cultuale nella successiva espressione laica legata anche alla Libera Muratoria, che saprà successivamente assemblare ulteriori informazioni e conoscenze anche di tipo alchemico, (Saturno è anche il dio dell’Alchimia, che rappresenta il Piombo metallo base pronto per la trasformazione in Oro), sviluppando (come vedremo) un vero e proprio linguaggio composto di termini e alfabetizzazione gnostica o almeno ignota a chi non è un vero “iniziato”.

De Architectura di Vitruvio
De Architectura di Vitruvio


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