di Mario Pagni
San Francesco consegna la Chartula a frate Leone |
Uno dei rari documenti autografi che
ci sono pervenuti dal lontano medioevo da San Francesco d’Assisi è la forse
anche poco nota Chartula contenente in estrema sintesi la benedizione del santo a frate Leone suo
seguace ma anche suo maestro di esoterismo.
Si tratta di
una semplice carta pergamena sulla quale è
raffigurato con tratti alquanto approssimativi e grossolani il volto di un
uomo, dalla cui bocca fuoriesce avviluppata dalle fiamme una “Tau” sostenuta da
braccia che racchiudono il nome proprio di frate Leone. La Chartula è
famosa soprattutto per la benedizione con la quale Francesco si dice volesse
liberare frate Leone da un forte turbamento spirituale, troppo poco si è detto
ho scritto su questo particolare disegno e sul suo reale significato simbolico
che a nostro avviso rasenterebbe anche contenuti di tipo alchemico. Le fonti ci dicono che Francesco raccomandò
a frate Leone di conservare con cura la pergamena, fino al giorno della sua
morte, quasi si trattasse di una sorta di potente amuleto. Se queste erano
le reali intenzioni di Francesco, sembra poco probabile che l’effetto
liberatorio fosse affidato alle semplici parole della benedizione, mentre il
disegno e il suo significato, si prestano assai meglio ad essere interpretati
proprio per i significati simbolici e sacri.
La Chartula di San Francesco |
Dunque rimane oscuro il vero significato della Chartula e non solo; per quale motivo frate Leone ha voluto precisare che Francesco aveva disegnato di suo pugno sia la testa che il simbolo del Tau?
Non sarebbe azzardato comunque ipotizzare che il volto dal quale fuoriesce la
lingua di fuoco che avvolge il ramo verticale del Tau, rappresenti la Parola
purificata e portatrice di Vera Luce. La benedizione di Francesco sarebbe
quindi in grado di trasmutare l’umano in divino attraverso un processo
particolare che libererebbe l’uomo dagli istinti e necessità terrene per
tramite della stessa voce del Signore, trasportandolo verso la Luce ordinatrice
e donandogli la vera pace anche interiore. Frate
leone identifica le testa presente nel disegno proprio con quella di Francesco,
l’unico ritenuto in grado anche per tutti gli altri confratelli di attuare il
processo di purificazione attraverso la parola e di imprimere come Ezechiele,
il simbolo di salvezza in questo caso rappresentato dal “Tau”, sulla fronte
degli iniziati. Qui come abbiamo accennato in precedenza il canonico essere
“cristiano” e lo stesso rituale usato, si mescolano e si fondono con
caratteristiche di tipo esoterico profondo ed alchemico in particolare. A
questo punto non ci stupisce che anche un personaggio così attento come il
Sommo Poeta Dante, abbia potuto scrivere della stessa Assisi città natale di
Francesco che: “Però chi d’esso loco fa parole, non dica Ascesi, che direbbe
corto ma Oriente se proprio dir vuole”.
Chartula - copertina |
In effetti
le origini della religiosità francescana sono da ricercare oltre che nella
manifestata purificatrice povertà, anche e in larga misura proprio nella
tradizione orientale, principalmente con il concetto buddista di distacco forse
forzato ma decisamente voluto, dalla materia e dal bisogno. Le influenze orientali sono inoltre
presenti in Francesco, anche attraverso la cultura provenzale, a lui trasmessa
dal padre, che come sappiamo aveva origini e conoscenza provenienti da
quelle regioni della Francia meridionale.
Pietro Lorenzetti, San Francesco che riceve le stimmate e frate Leone |
Niente da aggiungere se non la latente incertezza di una insufficiente e coerente spiegazione del misterioso documento che comunque riconduce a sapienza consolidata in altri ambienti e ritrasmessa nel mondo medievale cristiano, come esempio di una nuova cultura religiosa non priva di esoterico fondamento.
Tau in legno con incisa la preghiera di San Francesco |
Articoli correlati
Nessun commento:
Posta un commento