giovedì 6 ottobre 2022

San Francesco d’Assisi e la misteriosa “Chartula” di frate Leone

di Mario Pagni

San Francesco consegna la Chartula a frate Leone

Uno dei rari documenti autografi che ci sono pervenuti dal lontano medioevo da San Francesco d’Assisi è la forse anche poco nota Chartula contenente in estrema sintesi la benedizione del santo a frate Leone suo seguace ma anche suo maestro di esoterismo.

Si tratta di una semplice carta pergamena sulla quale è raffigurato con tratti alquanto approssimativi e grossolani il volto di un uomo, dalla cui bocca fuoriesce avviluppata dalle fiamme una “Tau” sostenuta da braccia che racchiudono il nome proprio di frate Leone. La Chartula è famosa soprattutto per la benedizione con la quale Francesco si dice volesse liberare frate Leone da un forte turbamento spirituale, troppo poco si è detto ho scritto su questo particolare disegno e sul suo reale significato simbolico che a nostro avviso rasenterebbe anche contenuti di tipo alchemico. Le fonti ci dicono che Francesco raccomandò a frate Leone di conservare con cura la pergamena, fino al giorno della sua morte, quasi si trattasse di una sorta di potente amuleto. Se queste erano le reali intenzioni di Francesco, sembra poco probabile che l’effetto liberatorio fosse affidato alle semplici parole della benedizione, mentre il disegno e il suo significato, si prestano assai meglio ad essere interpretati proprio per i significati simbolici e sacri.

La Chartula di San Francesco

Dunque rimane oscuro il vero significato della Chartula e non solo; per quale motivo frate Leone ha voluto precisare che Francesco aveva disegnato di suo pugno sia la testa che il simbolo del Tau?

Non sarebbe azzardato comunque ipotizzare che il volto dal quale fuoriesce la lingua di fuoco che avvolge il ramo verticale del Tau, rappresenti la Parola purificata e portatrice di Vera Luce. La benedizione di Francesco sarebbe quindi in grado di trasmutare l’umano in divino attraverso un processo particolare che libererebbe l’uomo dagli istinti e necessità terrene per tramite della stessa voce del Signore, trasportandolo verso la Luce ordinatrice e donandogli la vera pace anche interiore. Frate leone identifica le testa presente nel disegno proprio con quella di Francesco, l’unico ritenuto in grado anche per tutti gli altri confratelli di attuare il processo di purificazione attraverso la parola e di imprimere come Ezechiele, il simbolo di salvezza in questo caso rappresentato dal “Tau”, sulla fronte degli iniziati. Qui come abbiamo accennato in precedenza il canonico essere “cristiano” e lo stesso rituale usato, si mescolano e si fondono con caratteristiche di tipo esoterico profondo ed alchemico in particolare. A questo punto non ci stupisce che anche un personaggio così attento come il Sommo Poeta Dante, abbia potuto scrivere della stessa Assisi città natale di Francesco che: “Però chi d’esso loco fa parole, non dica Ascesi, che direbbe corto ma Oriente se proprio dir vuole”.

Chartula - copertina

In effetti le origini della religiosità francescana sono da ricercare oltre che nella manifestata purificatrice povertà, anche e in larga misura proprio nella tradizione orientale, principalmente con il concetto buddista di distacco forse forzato ma decisamente voluto, dalla materia e dal bisogno. Le influenze orientali sono inoltre presenti in Francesco, anche attraverso la cultura provenzale, a lui trasmessa dal padre, che come sappiamo aveva origini e conoscenza provenienti da quelle regioni della Francia meridionale.

Pietro Lorenzetti, San Francesco che riceve le stimmate e frate Leone

Niente da aggiungere se non la latente incertezza di una insufficiente e coerente spiegazione del misterioso documento che comunque riconduce a sapienza consolidata in altri ambienti e ritrasmessa nel mondo medievale cristiano, come esempio di una nuova cultura religiosa non priva di esoterico fondamento.

Tau in legno con incisa la preghiera di San Francesco
 

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