Seconda Parte
di Mario Pagni
La percezione delle onde sonore dall'orecchio umano |
“Dunque la musica e l’architettura sarebbero
sorelle, poiché l’occhio percepisce come armonici gli stessi rapporti fra enti
architettonici, percepiti tali anche dall’orecchio come rapporti fra suoni.
Questo stesso concetto è stato ripetuto da Leonardo da Vinci a proposito della
pittura e (aggiungo io), esiste anche nello stesso grande disegno della natura
se pur con un infinito numero di variabili.
Probabilmente le cose non stanno
completamente in questo modo, (basti pensare al fatto che piccole variazioni di
rapporti architettonici non disturbano molto la visione, mentre una piccola
variazione di frequenza di una nota musicale può essere molto sgradevole
all’ascolto)”.
Taccuino di Villard de Honnecourt la musica |
Nei nostri precedenti appunti avevamo scritto dello stretto rapporto fra musica e architettura poi approfondendo l’argomento in ambito antico e per rendere più comprensibile la questione, abbiamo deciso di inquadrare meglio l’obbiettivo della ricerca estendendo ma anche perfezionando, il concetto di tale problematica alla stessa geometria e alla matematica che ne definisce e ipotizza attraverso le formule l’apparato grafico costruttivo.
La teoria della vibrazione sonora |
Dobbiamo a
questo punto fare un deciso passo indietro alla ricerca di antiche culture e
addirittura alla nascita dell’universo.
Scrive Bent
Parodi:
“L’idea che l’universo sia nato dalla Parola,
dalla vibrazione divina, è ovunque attestato nella storia dei popoli, anche
presso i cosiddetti primitivi; gli Uitoto del Brasile, affermano che ‘la Parola
diede origine al Padre’; i polinesiani del Pacifico ritengono che il loro dio,
Iao, abbia creato il mondo con la sua voce, allorchè non c’era nulla”.
La nascita dell'universo in un esempio ipotetico ricostruttivo |
Qui gli
esempi potrebbero moltiplicarsi in maniera esponenziale ma quel che conta è stata la fondamentale intuizione mitica del potere
vitale del suono, confermato oggi dall’indagine sperimentale avvenuta nel
secolo precedente all’attuale. Adesso sappiamo infatti attraverso la via
scientifica che tutto è vibrazione, che ogni forma non è altro che risposta
visiva alla frequenza. Ecco dunque che si fanno largo i filosofi e matematici
Greci e prima ancora Assiro–Babilonesi e Arabi (laddove per “Babilonesi” si
intenda anche l’antico Egitto conosciuto nel medio evo proprio come
“Babilonia”), i quali unendo proprio la
filosofia alla nascente geometria governata dalla aritmetica prima e dalla
matematica poi, impararono a unire la musica intesa come forma vibratoria, con
la stessa geometria “Sacra” perché già presente in natura. Ed ecco che ci
si accorge del forte legame che le unisce e le disegna. Da qui deriveranno poi
molte delle forme di particolari costruttivi e degli stessi progetti
architettonici, anche con l’ausilio del perenne esempio della già citata
“Sectio Aurea” fondamentale schema derivato dalla natura stessa.
L’arte
dell’edificare “come altre arti liberali” verrà considerata già in antico
seppure spesso a livello intuitivo e non sempre dimostrabile nel complesso
progettuale complessivo, un ramo tradizionale della ‘geometria musicale’. Del
resto abbiamo già affermato più volte che l’architettura, era ed è da sempre
considerata come una ripetizione rituale della Cosmogonia: costruire infatti
anche una semplice casa di abitazione, equivaleva a creare un piccolo mondo
sull’esemplare modello fornito dagli dei nel tempo del mito (inteso come
modello creativo), che altro non era poi che il “tempo della parola”.
Il canto gregoriano forma massima espressiva del rapporto fra musica e costruzione del periodo |
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