giovedì 29 settembre 2022

La forma del suono. Sul rapporto esistente fra musica e geometria.

Seconda Parte

di Mario Pagni

La percezione delle onde sonore dall'orecchio umano

Dunque la musica e l’architettura sarebbero sorelle, poiché l’occhio percepisce come armonici gli stessi rapporti fra enti architettonici, percepiti tali anche dall’orecchio come rapporti fra suoni. Questo stesso concetto è stato ripetuto da Leonardo da Vinci a proposito della pittura e (aggiungo io), esiste anche nello stesso grande disegno della natura se pur con un infinito numero di variabili.

Probabilmente le cose non stanno completamente in questo modo, (basti pensare al fatto che piccole variazioni di rapporti architettonici non disturbano molto la visione, mentre una piccola variazione di frequenza di una nota musicale può essere molto sgradevole all’ascolto)”.

Taccuino di Villard de Honnecourt la musica

Nei nostri precedenti appunti avevamo scritto dello stretto rapporto fra musica e architettura poi approfondendo l’argomento in ambito antico e per rendere più comprensibile la questione, abbiamo deciso di inquadrare meglio l’obbiettivo della ricerca estendendo ma anche perfezionando, il concetto di tale problematica alla stessa geometria e alla matematica che ne definisce e ipotizza attraverso le formule l’apparato grafico costruttivo.

La teoria della vibrazione sonora

Dobbiamo a questo punto fare un deciso passo indietro alla ricerca di antiche culture e addirittura alla nascita dell’universo.

Scrive Bent Parodi:

L’idea che l’universo sia nato dalla Parola, dalla vibrazione divina, è ovunque attestato nella storia dei popoli, anche presso i cosiddetti primitivi; gli Uitoto del Brasile, affermano che ‘la Parola diede origine al Padre’; i polinesiani del Pacifico ritengono che il loro dio, Iao, abbia creato il mondo con la sua voce, allorchè non c’era nulla”.

La nascita dell'universo in un esempio ipotetico ricostruttivo

Qui gli esempi potrebbero moltiplicarsi in maniera esponenziale ma quel che conta è stata la fondamentale intuizione mitica del potere vitale del suono, confermato oggi dall’indagine sperimentale avvenuta nel secolo precedente all’attuale. Adesso sappiamo infatti attraverso la via scientifica che tutto è vibrazione, che ogni forma non è altro che risposta visiva alla frequenza. Ecco dunque che si fanno largo i filosofi e matematici Greci e prima ancora Assiro–Babilonesi e Arabi (laddove per “Babilonesi” si intenda anche l’antico Egitto conosciuto nel medio evo proprio come “Babilonia”), i quali unendo proprio la filosofia alla nascente geometria governata dalla aritmetica prima e dalla matematica poi, impararono a unire la musica intesa come forma vibratoria, con la stessa geometria “Sacra” perché già presente in natura. Ed ecco che ci si accorge del forte legame che le unisce e le disegna. Da qui deriveranno poi molte delle forme di particolari costruttivi e degli stessi progetti architettonici, anche con l’ausilio del perenne esempio della già citata “Sectio Aurea” fondamentale schema derivato dalla natura stessa.

L’arte dell’edificare “come altre arti liberali” verrà considerata già in antico seppure spesso a livello intuitivo e non sempre dimostrabile nel complesso progettuale complessivo, un ramo tradizionale della ‘geometria musicale’. Del resto abbiamo già affermato più volte che l’architettura, era ed è da sempre considerata come una ripetizione rituale della Cosmogonia: costruire infatti anche una semplice casa di abitazione, equivaleva a creare un piccolo mondo sull’esemplare modello fornito dagli dei nel tempo del mito (inteso come modello creativo), che altro non era poi che il “tempo della parola”.

Il canto gregoriano forma massima espressiva del rapporto fra musica e costruzione del periodo

 

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