lunedì 19 settembre 2022

Le streghe di North Berwick

di Chiara Sacchetti

In un paesino della Scozia alla fine del 1500 un gruppo di donne e uomini venne processato (e alcuni di questi successivamente anche condannati a morte) per stregoneria, ma tutto cominciò con un semplice e innocuo viaggio, quello che fece Anna di Danimarca verso Giacomo Stuart di Scozia.

 

Le premesse

Quando nel 1589 Giacomo I di Scozia sposò per procura la giovane Anna di Danimarca, figlia più piccola del sovrano Federico II, la donna partì per raggiungere il marito nella sua terra ma durante la traversata la nave fu costretta a fermarsi in Norvegia a causa di una violentissima tempesta. Vista la situazione il re di Scozia decise di raggiungere la futura consorte per sposarsi di persona a Oslo, ma anche per lui il viaggio non fu tranquillo soprattutto per la presenza di forti venti. Nonostante le difficoltà che potremmo dire potevano essere viste come un segno per annullare il matrimonio, il 23 novembre di quell’anno i due celebrarono le nozze per ritornare  in terra scozzese soltanto il 1 maggio dell’anno successivo.

Anna di Danimarca moglie di Giacomo

Il comandante dell’imbarcazione, Peder Munk, però interpretò il violento fenomeno atmosferico come una malia stregonesca accusando di tutto la moglie di un ufficiale della flotta che era stato insultato da lui a Copenaghen. Quello che ne seguì fu una violenta e intensa caccia alle streghe, non soltanto in terra danese ma anche in quella di Scozia.

 

Le prime accusate

A seguito dell’accusa dell’ammiraglio venne sospettata Anna Koldings che dopo terribili torture confessò di essere lei, assieme ad altre cinque complici, l’artefice della tempesta: le donne infatti, secondo la testimonianza, avrebbero chiamato il demonio per farlo arrampicare sulla chiglia della nave, scatenare le furie atmosferiche e provocare così la morte di Anna di Danimarca e di Giacomo di Scozia. A settembre dello stesso anno la Koldings e un’altra delle donne chiamate in causa, vennero ritenute colpevoli e bruciate vive con l’accusa di stregoneria nel Castello di Kronborg: alla notizia dell’accaduto Giacomo Stuart decise di replicare la persecuzione anche in Scozia.

 

La grande caccia alle streghe in Scozia

Ormai sconvolto e in preda alla paranoia, il re Giacomo, convinto di essere vittima di qualche stregoneria che lo avrebbe portato alla morte, dette inizio ad una vera e propria repressione.

Giacomo VI di Scozia e I di Inghilterra e Irlanda

Una delle prime vittime e anche l’origine della oppressione fu Gillis Duncan (o Geillis Duncan) che era a servizio di un certo David Seaton di Tranent e che venne scoperta dall’uomo mentre usciva furtiva di notte per fare a suo dire delle passeggiate: tanto bastò per il datore di lavoro a ritenerla una strega e torturarla per avere una sua confessione. Seaton trovò su di lei il segnum diaboli, prova inequivocabile della sua colpevolezza e del suo legame con il demonio e per questo la consegnò alle autorità. Torturata nuovamente, Gillis confessò di essere una strega di riunirsi assieme ad altre complici (delle quali fece i nomi) nel cimitero della cittadina per fare malie e soprattutto incontrare il diavolo. Con tutti quei sospettati cominciò così a North Berwick una enorme e complessa caccia alle streghe: la maggior parte dei nomi fatti dalla Ducan, che con la sua confessione ebbe salva la vita, erano parenti e amici, cosa che confermò che il fenomeno fosse esteso e ben radicato e portò davanti al tribunale dell’Inquisizione almeno un centinaio di persone, tra le quali in particolare Agnes Sampson, Euphame MacCalzean e il dottor Fian.

I tre, sotto spietate torture, confessarono le azioni più terribili, come omicidi, Agnes raccontò di aver causato il naufragio che nel 1589 uccise Jane (o Janet o Jean) Kennedy, dama di compagnia di Maria di Scozia gettando un gatto morto con pezzi di cadavere di un uomo. Il dottor Fian invece, fra le altre cose, confessò di aver procurato la pazzia ad un uomo e venne anche accusato di strane azioni come quella di aver tentato di sedurre una ragazza con l’aiuto del fratello al quale avrebbe chiesto di prendere i peli pubici.

Donne accusate di stregoneria inginocchiate davanti a Giacomo VI in un'incisione del Daemonologie (1597)

I tre purtroppo vennero condannati a morte e bruciati sul rogo, altri innocenti di una complessa e lunga vicenda durata secoli che ha mietuto numerosi vittime.

Oggi in tempi di spietati femminicidi che avvengono spesso anche in ambiente familiare, certe cose ci sembrano assai lontane e forse incredibilmente assurde ma in realtà questi messaggi e richieste di aiuto che giungono proprio dal passato, dovrebbero almeno farci riflettere sulla perfidia che gli esseri umani da sempre sono stati capaci di manifestare e perpetrare contro altri indifesi esseri umani, pur considerandosi persone civili e rispettabili. Viene da chiedersi a questo punto chi sia realmente il vero demonio seppure sotto mentite spoglie.     

 

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