lunedì 29 luglio 2019

Le origini storiche della stregoneria: la strega

di Chiara Sacchetti

La stregoneria è un fenomeno molto complesso e spesso di difficile interpretazione e comprensione che mette in luce numerosi e importanti aspetti della cultura e delle tradizioni di una società, dalle credenze popolari e familiari alla religione, sia essa cristiana e assieme pagana, dalle gelosie forse tipiche del nostro essere per le migliori “fortune” degli altri, ai tentativi di essere noi stessi padroni della nostra vita e del suo scorrere. Ma sono senza dubbio le paure insite in ognuno di noi a muovere quelle macchine che si scagliano l’una contro gli altri, quell’oscurità di chi non riesce (e non può) comprendere cosa realmente accade, né tanto meno spesso riuscire a trovarvi rimedio, una ricerca di cause e soluzioni che affliggono la nostra esistenza sempre in continuo divenire senza sosta, che non arriverà mai ad una vera conclusione.



Nasce sotto questa luce la figura della strega, assieme ad altre forse anche più terribili e “cattive” e seppur presenti molti uomini nelle accuse di essere in combutta con il demonio, sempre associata alla donna: perché, specialmente per la cultura più antica, è lei, l’essere femminile, quello più debole, soprattutto di carattere, la vittima e la carnefice di tanti mali, colei che non riesce ad essere forte abbastanza per combattere (e vincere) contro le forze oscure che tentano e distruggono la nostra esistenza, l’incarnazione della tentazione e quindi del Male, dalla natura ambivalente, madre e malefica. Come del resto anche molte delle divinità che sono state adorate e temute allo stesso tempo dalle civiltà precedenti, la dea Lilith o la dea egizia Iside. Si tratta di dee che a partire dalla preistorica Grande Madre, come vedremo in un ciclo prossimo di articoli in questo blog, hanno caratteri molto simili alla strega da cui quest’ultima ha origine e che, per un effetto di visione religiosa diversa, viene perseguitata anziché venerata e temuta.


Se la guardiamo bene come la immaginiamo oggi vediamo una vecchia signora, vestita con degli stracci, con una scopa in mano e accompagnata sempre dal suo fedele animale, il gatto: il timore verso questa innocua quanto apparentemente oscura bestiola, nasce dalla notte dei tempi, quando si credeva che il domestico felino stando sveglio e gironzolando con quegli occhi  luccicanti nella notte e andando così contro ad uno dei precetti di Dio, ovvero quello di dormire, sapesse prevedere il futuro ma lo tacesse impunemente, Nadimostrando così la sua ipocrisia diabolica. Ne è la conferma una bolla di Gregorio IX nella quale il Papa, invita i sovrani svevi a perseguitare gli eretici e ad eliminare i rappresentati del diavolo, ovvero proprio i felini. Non solo, i gatti venivano spesso sacrificati dopo il periodo della semina, o seppelliti davanti agli usci delle case e bruciate le carcasse e fatto passare il bestiame attraverso i suoi fumi per tenere lontane le malattie: “per fortuna” poi arrivò la peste e il gatto uccidendo i topi  spesso portatori dell’epidemia,fu considerato per la sua utilità “medica” e tollerato se non addirittura amato.


Ma torniamo alla figura della strega. In realtà l’immagine più diffusa e più associata a questo personaggio corrisponde poco o per la niente all’effettiva figura, o per lo meno non sempre: il suo mezzo di trasporto, ovvero la scopa, spesso veniva addirittura usata davanti alle porte per tenere lontani gli spiriti maligni che rimanevano, secondo le credenze, impigliati ai fili della saggina oppure erano costretti a contarli prima di poter entrare in quella casa, scoraggiando così chiunque compresi i folletti dispettosi, dato il numero elevato delle pagliuzze. I mezzi di trasporto erano  anche altri, il primo, lo sgabello,  che veniva unto con grasso di bambini “sacrificati” per volere del Demonio, oppure un animale, spesso un caprone, ovvero l’essere maligno trasformato in questo animale per portare le sue seguaci alle riunioni per volere del Demonio, oppure un animale, spesso un caprone, ovvero l’essere maligno trasformato in questo animale per portare le sue seguaci alle riunioni. Per quanto invece riguarda l’aspetto attempato della strega, non dobbiamo dimenticarci che la vita media fino a pochi secoli fa era molto più bassa, e normalmente già a quaranta anni si era considerati “vecchi”, senza contare le condizioni e la qualità dell’umana esistenza, condotta per la maggior parte esercitando duri lavori  di fatica nei campi e sotto il sole cocente.

Bibliografia essenziale utilizzata:
Sergio Abbiati, Attilio Agnoletto, Maria Rosario Lazzati, La stregoneria. Diavoli, streghe e inquisitori dal Trecento al Settecento, Milano, Mondadori, 1984
Caro Julio Baroja, Le streghe e il loro mondo, Nuovi Saggi, Pratiche,  1994
Giuseppe Bonomo, Caccia alle streghe. La credenza nelle streghe dal sec. XIII al XIX con particolare riferimento all’Italia, Palermo, Palumbo, 1985
Brian P. Levack, La Caccia alle streghe in Europa, Laterza, Roma-Bari, 2008
Raul Manselli, Magia e stregoneria nel Medioevo, Torino, Giappicchelli, 1976

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