Tra i
misteri che ancora oggi affascinano le menti di tanti curiosi alcuni dei quali
hanno anche cercato di trovare spiegazioni scientifiche ad un fenomeno avvolto
nel mistero troviamo quello del Triangolo delle Bermude. Ma come nasce la
storia? Ed è soprattutto vera?
Le origini della leggenda
Siamo nella zona
oceanica dell’Atlantico tra l'arcipelago delle Bermude, Puerto Rico e la
Florida e tantissimi sono i racconti di incidenti a navi ed aerei poi scomparsi
senza mai più essere ritrovati riferiti a quell’area e che hanno fatto sì che
quella zona fosse ormai luogo di misteri ed esperienze soprannaturali, dando
anche inizio a tante narrazioni più o meno veritiere.
L’origine di questa vicenda risalirebbe probabilmente tra la 1° e la 2° guerra mondiale quando un alto numero di navi militari affondarono in quelle acque e poi misteriosamente sparirono per sempre. In realtà già nel periodo della scoperta dell’America cominciarono a circolare numerosissime leggende su quello che poi sarebbe stato chiamato il “triangolo maledetto” e tutto grazie proprio ad un racconto di Cristoforo Colombo. L’esploratore genovese, da buon navigatore, teneva infatti un diario di viaggio in cui trascriveva tutto quello che capitava e in una di queste pagine riportò che proprio in quella striscia di mare accadevano curiosi fenomeni meteorologici, apparizioni di strane luci in cielo e problemi inspiegabili alla bussola. Di avvenimenti simili a quello pare non ne successero più almeno fino a quando, quasi 500 anni dopo, il 5 dicembre 1945 per ordine della Marina Militare americana decollò dalla base di Fort Lauderdale in Florida il Volo 19, composto da un gruppo di cinque aerei. Dopo un paio d’ore gli aviatori comunicarono alla base che tutti gli strumenti erano in avaria e che non riuscivano più a ritrovare la destinazione per rientrare: al termine della conversazione il Volo 19 sparì senza lasciare alcuna traccia di sé. E come se non bastasse, ad aggiungere mistero e disperazione, anche l’aereo che era stato mandato alla ricerca dei dispersi scomparve anche se alcuni sostengono che sia esploso durante il volo. Per accertare cosa fosse veramente accaduto venne così aperta un’inchiesta che purtroppo portò ad un nulla di fatto: non vennero ritrovati né i detriti dei sei velivoli né tantomeno i resti degli uomini dell’equipaggio e alla fine del documento si leggono queste parole: «Non siamo in grado neppure di formulare una buona ipotesi di quello che è successo».
Ridolfo del Ghirlandaio, Ritratto di Cristoforo Colombo, (1520)
Il 30 settembre 1950 sull’Associated
Press apparve un articolo di Edward Van Winkle Jones dove si raccontavano di
misteriose sparizioni di velivoli nella fascia oceanica delle Bermuda; due anni dopo su Fate, un magazine statunitense
sui fenomeni paranormali e l'ufologia, fondato nel 1948, venne pubblicato "Sea Mystery At Our Back Door",
un breve articolo di George X. Sand che raccontava della scomparsa del Volo 19
e di un gruppo di cinque navi della Marina Americana e che dette vita a tutti
gli effetti al mito del Triangolo delle Bermuda, soprattutto in virtù di una
spiegazione soprannaturale per tutte quelle strane sparizioni.
Sulphurqueen una delle navi scomparse
Negli anni
successivi altri scrittori scienziati e giornalisti studiarono e pubblicarono
molto su questi misteri avvalorando e incrementando le credenze arcane del
luogo, in particolare Bermuda: il
Triangolo maledetto di Charles Berlitz che nel 1974 analizzò altri eventi
avvenuti in quella fascia di oceano facendo fra l’altro salire enormemente la
lista dei fatti inspiegabili. Una delle
ipotesi più avvalorate era quella che i relitti di quei velivoli e delle navi,
assieme anche all’equipaggio, entrassero in una sorta di bolla spazio temporale
che poi porterebbero i protagonisti in un’altra dimensione.
La realtà è
forse un’altra?
Nel 1975
nelle librerie americane uscì The Bermuda
Triangle Mystery: Solved di Lawrence David Kusche, in cui l’autore mettendo
in luce le gravissime imprecisioni degli studi svolti sull’argomento, e in
particolare il recente di Berlitz, smontava pezzo per pezzo tutte le teorie.
The Bermuda Triangle Mystery Solved di Lawrence David Kusche
Secondo studi basati sulla casistica
e sulle probabilità il numero degli incidenti avvenuti nel cosiddetto Triangolo
del Diavolo non sono in realtà superiori alla media, come ha recentemente dichiarato in
un’intervista a correlazione di un suo lavoro di ricerca, Karl Kruszelnicki,
noto giornalista scientifico australiano, «Siamo in una zona prossima
all'Equatore e molto vicina alle coste degli Stati Uniti: mare e cielo qui sono
sempre molto trafficati e lo sono stati anche in passato». A tutto questo poi
si deve anche aggiungere che quella superficie oceanica è profonda più di 6
mila metri senza contare anche le numerose fosse oceaniche che arrivano ad una
profondità di ben 8 mila metri, caratteristiche che giustificherebbero anche l’impossibilità
di ritrovare detriti né tantomeno le persone.
Le fosse del Triangolo delle Bermude
Oltre a ciò è
oramai certo che la zona sia anche interessata anche da forti correnti
geomagnetiche anomale e meteorologiche con forti uragani che portano anche ad
onde anomale gigantesche e quindi a fortissime correnti d’acqua e gorghi.
Infine poi
si aggiungerebbe anche il pensiero di
alcuni scienziati che vorrebbero una cospicua presenza di metano nelle acque
che comporterebbe a sua volta bolle di gas che creerebbero anch’esse enormi
gorghi capaci anche di inghiottire un’intera nave.
Il Triangolo delle Bermude da un aereo
Noi come
sempre siamo dalla parte del dubbio e mai della certezza per casistiche come
queste che come al solito, cavalcano con grande maestria la famosa linea di
confine fra scienza e fantascienza ma che da sempre ha poi aperto la strada
anche a nuove spesso inaspettate scoperte.
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