giovedì 15 settembre 2022

L’abbazia di Staffarda fra sacro e profano

di Mario Pagni


Breve storia

Fondata dai monaci cistercensi su terre acquitrinose donate dal Marchese di Saluzzo e dedicata alla Vergine Maria, l’abbazia sorse su un tempio preesistente tra l’XII e il XIII secolo. Grandi dissodatori di terre, votati alla preghiera ed al lavoro nei campi, i monaci cistercensi, che seguivano la regola benedettina, come già accaduto per l’abbazia di San Galgano in Toscana, bonificarono gli acquitrini che circondavano la zona e diedero vita ad un insediamento che in breve divenne un caratteristico borgo, nel quale accanto al complesso abbaziale (chiesa, convento, foresteria), trovarono posto le abitazioni dei villani preposti, di supporto ai monaci, alla coltivazione delle terre ed alcune infrastrutture civili quali il bellissimo mercato coperto in forme gotiche (del XIII sec.), che ancora oggi fa bella mostra di sé al centro del villaggio, le cascine che facevano parte del borgo agricolo e che in alcuni casi recano ancora evidenti i segni della loro antica funzione, come quella su cui, per quanto murata, è ancora leggibile l’apertura della porta di accesso al borgo stesso, sormontato da una grande croce e dalla torre di guardia. Il villaggio era dotato anche di mulini e battitoi oltre a magazzini granari.

Staffarda cortile interno

 

L’architettura dell’edificio religioso

Si tratta di un singolare edificio molto legato allo stesso San Bernardo fondatore della Regola e dell’Ordine dei Cavalieri Templari. Il dato caratterizzante è la quasi totale asimmetria degli elementi strutturali, dai pilastri ai capitelli, dagli archi ai fregi. Tutto ciò non è straordinariamente percepibile in quanto l’occhio umano è pressoché ingannato dai giochi prospettici e dagli effetti ottici che i maestri costruttori seppero abilmente sfruttare. Se la costruzione volesse (come sembra essere) uno specchio della stessa natura, l’unicità di ogni singolo elemento troverebbe la sua spiegazione sia nella la religiosità delle corporazioni edili medievali, che nella praticità risolutiva della distribuzione delle masse murarie, costituendo e ripetendo al tempo stesso un lavoro ritenuto simbolicamente simile a quello dello stesso Creatore.

Volte a Ogiva o a sesto acuto con simboli sulle chiavi

La misterica sapienza di chi edificò l’abbazia, traspare sia dalla scelta del luogo sede (come abbiamo visto) di un precedente antico culto solare, che dal fatto che vede l’edificio costruito proprio sull’asse del Sole stesso che al mattino raggiunge l’altare, a mezzogiorno ha il suo culmine proprio sul campanile, mentre al tramonto viene illuminato sull’ingresso principale.

Nel dettaglio:

  • ·         Sull'asse della monofora centrale corrispondente all'asse della navata, sorge il Sole agli Equinozi
  • ·         Sull'asse della monofora destra sorge la Luna alla sua minima declinazione
  • ·         Sull'asse della monofora sinistra sorge la Luna alla sua massima declinazione

Determinante sarebbe anche l’iconografia pittorica e la simbologia che contraddistingue tutta la costruzione all’interno della quale si possono trovare croci templari, oltre all’uso insistente di colori quali il bianco alternato al rosso e al nero, indice di riferimenti tipici della stessa trasformazione alchemica.

A Staffarda le aperture giocano ruoli fondamentali per l'orientamento

All’interno della chiesa e più in generale nel complesso abbaziale, innumerevoli sono i motivi di interesse artistico. Fra questi la cosiddetta Foresteria, dove gli antichi pellegrini generalmente in marcia verso le grandi abbazie d’oltralpe e verso S. Juan de Compostella usavano sostare e consumare i pasti.  Essa è caratterizzata da enormi volte a vela in puro stile gotico, la sala del refettorio evidenzia 4 enormi colonne in laterizio, sormontate da altrettanti capitelli istoriati con motivi simili, ma anche qui diversi tra loro.

Staffarda la Foresteria

Non sembrerebbe quindi affatto casuale che i “moderni Templari” figli dell’etica cavalleresca antica e del più recente “templarismo” abbiano scelto fino dal 1992 proprio questo luogo per varie cerimonie e rituali, fra esse spicca il grande raduno europeo avvenuto proprio in quell’anno, collegato anche all’investitura cavalleresca di nuovi adepti. 

Staffarda con rosone e ingresso principale al tramonto


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