lunedì 25 luglio 2022

Dorothy Eady, il ritorno della Sacerdotessa di Iside

di Chiara Sacchetti

Fra le storie per così dire curiose e da raccontare non possiamo tralasciare quella di Dorothy Louise Eady, una donna vissuta nel secolo scorso che è rimasta nella memoria di molti appassionati di misteri e cose fantastiche. Ci sono viaggiatori nel tempo, persone che dicono di aver fatto solchi spazio temporali e di aver visto epoche passate o addirittura future, ma assieme a loro troviamo anche personaggi più mistici ed oscuri che raccontano di vite passate, vissute con corpi diversi ma che conservano ancora memoria di quello che ormai non esiste più.

È questo il caso di Dorothy Louise Eady, una donna che ci farà fare un viaggio addirittura nell’antico Egitto all’epoca dei Faraoni.

Dorothy Eady

Dorothy nacque a Londra, a Blackheath, East Greenwich, il 16 gennaio 1904 da Reuben Ernest Eady, un sarto e maestro sarto, e Caroline Mary Frost, una famiglia quella di Dorothy della classe medio-bassa. Era una bambina come le altre quando a soli 3 anni un bruttissimo incidente le cambiò l’esistenza. Mentre giocava in casa cadde accidentalmente dalle scale e nonostante i vari tentativi per salvarla da parte del medico venne dichiarata morta. L’uomo tornò al suo studio per prendere tutto il necessario, documenti compresi, per espletare il suo lavoro, ma in quel frangente la bambina miracolosamente mentre sua madre disperata piangeva senza tregua si risvegliò in perfetta salute e senza alcuna conseguenza per l’accaduto; quando il dottore tornò per preparare la salma trovò la creatura che giocava serena sul letto e mangiava cioccolata come se non fosse successo nulla. A poco tempo di distanza da quel fatto però Dorothy cominciò a fare un sogno ricorrente in cui si trovava dentro a grandi palazzi con colonne enormi e un giardino con al centro una vasca e lei stessa si sentiva diversa, come un’altra persona.

Qualche tempo dopo la famiglia decise di visitare il British Museum di Londra e fu qui che cominciarono quelle che potrebbero essere chiamate a ragione stranezze. Mentre si trovava nella stanza dedicata al Faraone Seti I della sezione egizia la bimba vide una foto e riconoscendo quei luoghi esclamò a gran voce "C'è la mia casa! Dove sono gli alberi? Dove sono i giardini?". E subito dopo cominciò a correre per il museo e a baciare tutte le statue egiziane che incontrava dicendo di trovarsi fra la sua gente.

Sala 4 del British Museum di Londra Tre statue in granito nero della dea Sakhmet, c. 1400 a.C.

I sogni continuavano e lei crescendo si appassionava sempre di più per sapere tutto dell’Egitto tanto che spesso marinava la scuola per andare al museo di Londra dove riuscì a conoscere e a diventare addirittura amica di Ernest Alfred Thompson Wallis Budge, curatore del Dipartimento. di Antichità Egizie e Assire, che presa a cuore la ragazza le insegnò le basi per la lettura dei geroglifici.

Preso sempre più a cuore lo studio dell’Antico Egitto ormai donna si trasferì dalla nonna nel Sussex dove prese a frequentare assiduamente la biblioteca: in quegli anni cominciò a venirle in sogno addirittura Seti I il celebre Faraone della XIX dinastia che le parlava e la cercava e del quale sentiva sentimenti contrastanti: da una parte aveva paura di quell’uomo ma allo stesso tempo percepiva una grande gioia. Alla fine dei sogni come in trance Dorothy cominciava a scrivere sui fogli segni e simboli che richiamavano proprio i geroglifici egiziani.

Seti I porge un'offerta a Osiride, Metropolitan Museum

Come qualsiasi familiare i genitori cominciarono a preoccuparsi degli strani comportamenti della figlia e a rivolgersi ai medici che consigliarono loro cure e anche ospedalizzazioni in reparti psichiatrici e sanatori che però non dettero l’effetto sperato: Dorothy continuava nelle sue visioni e anzi se pur lentamente giunse alla consapevolezza dell’origine di tutto. Erano ricordi della sua vita precedente quando era stata una ragazza di nome Bentreshyt, sacerdotessa di Abido che aveva rotto il voto di castità divenendo l’amante del Faraone dal quale era rimasta incinta e che decise di togliersi la vita pur di non confessare chi fosse l’uomo con cui aveva la relazione clandestina.

Come lei stessa aveva sempre sperato Dorothy conobbe e si innamorò di Imam Abdel Maguid, un giovane egiziano  con il quale si trasferì nella sua terra d’origine e da cui ebbe un figlio che chiamò Seti: la favola però durò poco  i due infatti divorziarono e lei assunse il nome di Omm Seti, ossia madre di Seti. Per sostenere lei e il figlio ormai rimasti soli, Dorothy entrò a lavorare al dipartimento di Antichità, fornendo secondo i racconti, moltissime informazioni sulla vita degli antichi egizi e durante gli scavi anche importanti dettagli su dove si trovassero alcuni edifici che lei diceva di ricordare. Sebbene inizialmente ritenuta una pazza visionaria per i suoi racconti per così dire eccentrici, la donna nel tempo consolidò la sua posizione divenendo un punto di riferimento importante per tutti gli studiosi dell’antica civiltà.

Il 21 aprile 1981 Dorothy morì a El Araba El Madfuna, nei pressi di Abido e il suo corpo venne sepolto in una tomba anonima in un cimitero copto.

Geroglifici su una stele funeraria egizia

C’è chi sostiene che la ragazza (o in principio i genitori) si siano inventati tutto per un po’ di popolarità (e forse anche denaro), non fosse altro anche per le incongruenze che alcuni dettagli della sua vita comprese anche le preziosissime informazioni su dove cercare durante gli scavi e che invece sarebbero da attribuirsi ad altri studiosi. C’è chi invece ritiene la storia verosimile, basandosi su fatti simili ella infatti non sarebbe stata la prima ad aver avuto esperienze come quelle e che non ci sarebbe quindi nulla da meravigliarsi, ma anzi si tratterebbe proprio di conferme di alcune esperienze fuori dal comune. Di certo Dorothy non ha vissuto nel lusso e non ha condotto una vita agiata anche se ha conosciuto importanti personaggi del mondo della cultura se pure spesso additata come una povera squilibrata con visioni impossibili.  Lasciamo ad  ognuno comunque la  libertà di credere o meno alla sua storia!

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