di Mario Pagni
“TERRIBILIS EST LOCUS
ISTE HIC DOMUS DEI EST ET PORTA COELI”
Ingresso al santuario |
Questa nuova
tappa che vede lo stesso protagonista della Sacra piemontese ci ha portato a
Monte Sant’Angelo in Puglia sul promontorio del Gargano. La scritta che campeggia all’inizio del percorso ne identifica e
sottolinea la forte connotazione sacrale.
Risalendo il promontorio dalla piana di Foggia, il massiccio del Gargano troneggia maestoso sulla grande pianura del Tavoliere: sembra sospeso nell'aria, tra terra e cielo. Di fronte a tanta grandiosità, un senso di mistero invade chi lo ammira da lontano. La cosiddetta "Montagna del Sole", per la sua morfologia selvaggia e incontaminata, ricca di grotte e anfratti, quasi separata dal mondo, doveva apparire allo stesso modo tanti secoli fa ai pastori che portavano a pascolare i loro greggi proprio in queste zone. Uno di loro si ritrovò coinvolto in qualcosa di più grande. Una storia che avrebbe portato questa terra a diventare una porta spalancata verso il cielo.
Monte Sant'Angelo |
Secondo la tradizione cristiana, alla
fine del V secolo d.C., un pastore di nome Gargano smarrì un toro del suo
gregge e, disperato, cominciò a girovagare per il promontorio in cerca delle
sue tracce. Lo ritrovò solo dopo una lunga ricerca, all'ingresso di una caverna
sulla sommità della montagna. Contrariato, gli scagliò contro una freccia che
prodigiosamente tornò indietro ferendolo. L'episodio venne riferito al vescovo
di Siponto, Lorenzo Maiorano, che ritenendolo un evento straordinario, indisse
tre giorni di digiuno e preghiera
Il terzo
giorno l'Arcangelo Michele gli apparve in sogno rivelandogli di essere l'autore
del miracolo. Altre due volte Michele apparve al vescovo: una prima volta per profetizzargli la vittoria dei Sipontini sui
Bizantini e una seconda per comunicargli di aver consacrato personalmente la
grotta garganica. Quando i Sipontini, insieme al vescovo, entrarono nella
grotta, videro la pietra con l'impronta del piede del santo, piccola come
quella un di fanciullo, e un piccolo altare ricoperto di un manto rosso. Il
vescovo, come ringraziamento a San Michele per aver scelto il Gargano come
luogo di manifestazione e per lo scampato pericolo, fece costruire un
santuario, che in poco tempo divenne una delle mete privilegiate del
pellegrinaggio cristiano verso la Terra Santa. Saranno i Longobardi successivamente a fare di Monte Sant’Angelo una
vera e propria capitale meridionale della cristianità.
Il complesso del San Michele Garganico (esterno) |
Questo antichissimo santuario, il più
antico forse in Europa per la devozione a San Michele, è tutt'ora meta di
pellegrinaggi ma la sua chiesa e l’altare ad esso dedicato, si trovano
collocati in basso dentro una grotta anziché posti su di un picco di roccia che
si staglia verso il cielo come in Val di Susa. La grotta rappresenta indubbiamente
ciò che è femminile, una sorta di perenne grembo materno nel quale però si
rientra da adulti già consapevoli della propria esistenza e dei propri terreni
peccati. Questa posizione definisce la caratteristica peculiare del San Michele
qui rappresentato, ovvero un Angelo dalla duplice identità e sessualità posto
nel tramite fra i due regni, dove altri
culti avrebbero raccontato di un potente drago guardiano della soglia degli
inferi e custode di inestimabili tesori, proprio quello che viene
tradizionalmente ucciso dall’Arcangelo Michele. La chiesa è attualmente'
visitata da una ininterrotta processione di devozione, con messe celebrate ogni
due ore e San Michele il quale è' rappresentato ovunque oltre che nel suo
altare anche nella miriade di bancarelle poste fuori della chiesa. Un mondo
caldo accogliente, molto umano proprio della sua natura terrena ma anche
duplice.
Statua dell'Arcangelo Michele nel timpano della facciata della chiesa |
E questo un
San Michele con la spada, tenuta però in
posizione orizzontale. Una spada così impugnata e' una sorta di onorificenza di
tipo rituale più che un'arma, che viene porta quasi come dono e offerta di
protezione.
Per donare però serve il cuore puro e
questo San Michele lo potremo definire proprio del SENTIRE inteso come
l’effettuazione di una indagine
personale introspettiva e profonda da lui stesso suggerita.
Il complesso grotta e chiesa |
Se noi
fossimo esseri angelici la contemplazione dello spirito ci sarebbe sufficiente
come discernimento, ma come esseri umani il nostro cammino evolutivo prevede
che il discernimento stesso del pensiero, venga mediato proprio dal sentire del
cuore. Detta alla maniera dell’antico
popolo egizio e secondo il loro culto, il cuore prima di passare all’Aldilà
dovrà essere pesato e risultare più leggero di una piuma per essere degno del
raggiungimento di un piano superiore di spiritualità.
La presunta impronta del piede fanciullesco dell'Arcangelo Michele |
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