giovedì 14 luglio 2022

La Sacra di San Michele a Torino: fra spiritualità religiosa ed esoterismo

Seconda Parte

 

di Mario Pagni

Stupore e meraviglia fanno della Sacra di San Michele un vero coacervo di emozioni che si possono esprimere esternamente coinvolgendo anche gli altri visitatori ma che stranamente parlano di più al nostro inconscio traducendosi in una metodica ricerca di quel sacro che sarebbe in ognuno di noi pronto ad uscire fuori in occasioni come questa.

La posizione dominante del complesso monastico

Breve descrizione dell’edificio

La Sacra è costruita in parte sul basamento e in parte sul monte la cui cima affiora sotto un pilastro della navata centrale, ovvero un “culmine vertiginosamente santo”. È proprio dentro l’Abbazia che a mio avviso sono davvero percepibili,  e palpabili le latenti ma potenti energie.

Il complesso monastico-religioso realizzato in tempi differenti è stato modificato più volte nel corso di più secoli. L’abside è stata costruita e orientata verso il punto esatto in cui sorge il sole ad est, proprio il giorno della festività di San Michele (29 settembre). Le tre absidi si distinguono per il rosso dei mattoni che le rivestono. In quella centrale si aprono ai lati due spaziose nicchie con una propria finestra romanica e sopra queste è presente una croce greca profondamente scavata nel muro. Merita sostare, in assorta contemplazione, per accogliere l’intenso messaggio di questo luogo. Sul fondo della navata centrale della chiesa si apre un ambiente denominato “Coro Vecchio”. Un luogo che accoglie i grandi sarcofagi di pietra contenenti le salme dei principi di casa Savoia traslate dal Duomo di Torino nel 1836, per volontà del re Carlo Alberto. Dalla navata centrale, presso il pilastro di destra, scendendo 12 antichissimi scalini, molto consumati, che fanno pensare alle migliaia di pellegrini che li calpestarono fin dal lontano Medioevo, si accede alle cappelle primitive del Santuario di San Michele, sottostanti la Chiesa. Mancano fonti certe e sicure, ma gli studiosi religiosi concordano nell’individuare qui la prima versione della Sacra ed il momento storico originario del suo culto a Michele. Questo è il luogo più sacro dell’Abbazia. Il gotico sostituisce sapientemente il romanico con i suoi archi rampanti esterni che devono non poco aver aiutato il proseguo della staticità e della stabilità della costruzione, caratterizzata dalla robusta muratura dello stile precedente.

Veduta dell'intero complesso monastico

Archi rampanti

Il basamento posto sulla roccia

Siamo adesso di fronte alla parte più imponente dell’abbazia. Il massiccio della facciata ( ben 41 metri di altezza)  che sorregge le absidi della Chiesa e culmina con la Loggia dei Viretti. I monaci di San Benedetto intrapresero il ciclopico lavoro di costruzione del basamento nella prima metà del XII secolo, per erigervi sopra la grande chiesa. Dal 2005, su uno spuntone di roccia esistente tra il “Monastero Vecchio” e il basamento della chiesa, è collocata la statua di San Michele Arcangelo. Da qui inizia realmente il cammino fisico e spirituale che conduce alla Chiesa.

Lo scalone dei morti

Allo Scalone dei Morti si giunge dal piano d’ingresso grazie a un ampio e ripido scalone. Superati i primi scalini, si lascia a sinistra un pilastro di oltre 18 metri che sostiene il pavimento della sovrastante chiesa. Nella nicchia centrale fino al 1936 erano custoditi alcuni scheletri di monaci, da cui il nome di Scalone dei Morti. Questo “atrio” fu un tempo assai sfruttato per la sepoltura di uomini illustri, abati e benemeriti del monastero.

Sacra lo scalone detto dei morti

Il Portale dello Zodiaco

Giunti alla sommità dello Scalone dei Morti si attraversa il Portale dello Zodiaco, opera di un famoso architetto-scultore piacentino. È l’opera di maggior pregio artistico dell’Abbazia. È così denominato perché gli stipiti nella loro facciata rivolta verso lo scalone sono scolpiti a destra con i dodici segni zodiacali che nella realtà risultano essere solo 11 perché lo Scorpione ingloba la Bilancia mentre a sinistra vi sono le costellazioni australi e boreali. Sul lato interno dei due stipiti, raffinati tralci di vite racchiudono fiori, animali e piccole figure umane che simboleggiano l’armonia del Creato. I capitelli raffigurano soggetti biblici, quali Caino e Abele, Sansone e Dalila e soggetti tipici dell’iconografia medioevale, donne che allattano serpenti, persone furibonde che si strappano i capelli a vicenda, il leone furente, i tritoni (busti umani cui si innestano code di pesce), e i falchi, tipici simboli del peccato. Il Portale dello Zodiaco da accesso poi a un terrazzo aperto, da cui si apre una vista incredibile verso la valle sottostante e da cui si percepisce il senso di ampiezza e di altezza di questo luogo sacro.

Portale dello Zodiaco

La linea di San Michele

I nostri antenati cristiani, che allora non conoscevano la bussola e non avevano i satelliti per fotografare il territorio dall’alto, osservavano le stelle, come i marinai in mare durante la navigazione, ma seppero ugualmente tracciare questa linea retta che da Occidente a Oriente percorre tutta l’Europa cristiana per indicare ai fedeli la Terra Santa e farli giungere a Gerusalemme. La Linea Sacra di San Michele Arcangelo sarebbe secondo la leggenda il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo per rimandarlo all’inferno.

Una Linea Sacra costituita da sette punti energetici  unisce sette santuari, da Occidente verso Oriente, verso la Terra Sacra, mete di pellegrinaggio per i fedeli, consacrati a San Michele Arcangelo, dall’Irlanda alla Palestina passando per Inghilterra, Francia, Italia e Grecia. Tra l’altro l’Italia è l’unica nazione ad avere sul proprio territorio la presenza di due punti della linea energetica: la Sacra di San Michele in Val di Susa e il Santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano. Il legame con il numero sette sarebbe da sempre numero magico ricorrente che in questo caso unirebbe ben sette punti geografici.  Nel dettaglio il primo punto sarebbe Skellig Michael in Irlanda, in cui è stato ambientato fra l’altro il film Stars War, il secondo  il monte di San Michele in Cornovaglia, il terzo  Mont Saint Michael in Bretagna, il quarto  la Sacra di San Michele in val di Susa, che ha anche ispirato Umberto Eco per la stesura del suo libro “Il nome della Rosa”, il quinto il monte Sant’Angelo in Puglia, il sesto il Monastero nell’isola di Symi in Grecia, vicino a Rodi, e infine il settimo il Monastero di San Michele ad Haifa sul Monte Carmelo in Palestina.

La linea immaginaria dei santuari dedicati a San Michele

Torre della bell’Alda

La parte nord-ovest del monte, è occupata da imponenti ammassi di pietre, pilastri, muraglioni, archi. Si tratta delle Rovine del Monastero Nuovo, edificato tra il XII e il XIV secolo in corrispondenza del momento di massima espansione della comunità monastica e caduto a causa di sismi, guerre e abbandono. Tra le rovine del Monastero Nuovo è visibile una “Casetta” costruita alla fine del 1800, utilizzata dal Genio Militare come stazione per il telegrafo ottico. Del complesso fa parte la Torre della Bell’Alda edificio a strapiombo sul precipizio del monte posto al termine del muraglione perimetrale delle rovine e che trae il suo nome dall’omonima protagonista della leggenda. Secondo tale leggenda, Alda, fanciulla paesana, arriva alla Sacra per pregare contro i mali della guerra. La ragazza ha purtroppo la sventura di essere sorpresa dai soldati nemici e tenta così di sfuggire al loro assalto, ma non avendo altra via di scampo si getta nel burrone invocando l’aiuto di San Michele e della Vergine.  Aiuto che sembra sia arrivato in quanto essa si salva  rimanendo illesa in fondo al precipizio. Purtroppo questo favore celeste viene da lei male usato: per vanità e denaro s’immagina di poter fare un secondo salto e agli increduli suoi compaesani si offre di ripetere il volo, ma trova orribile morte dove prima aveva trovato l’inatteso scampo.

I suggestivi dintorni

Una visita alla scoperta della leggenda della Sacra di San Michele merita almeno mezza giornata. Se avete tempo e la vostra curiosità non è ancora sazia potete aggirarvi nei dintorni della Sacra alla scoperta di altri due luoghi speciali. Il primo è il Monte del Musinè. Sorge proprio di fronte alla Sacra ed offre innanzitutto un grande panorama dai suoi 1150 metri. I sentieri che conducono alla cima sono semplici e percorribili tutto l’anno. Ma non solo escursionismo, anche questo monte ha una storia antica e misteriosa ed è considerato uno dei punti elettromagnetici della Terra. Il secondo luogo consigliato è il Parco naturale dei Laghi di Avigliana. Qui possiamo rilassarci e goderci le sue acque oppure girovagare alla ricerca del fantasma di Filippo II di Savoia Acaja che fu condannato a morte e annegato in queste acque nel 1368.

Dintorni e Val di Susa


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