Seconda Parte
di Mario Pagni
Stupore e
meraviglia fanno della Sacra di San Michele un vero coacervo di emozioni che si
possono esprimere esternamente coinvolgendo
anche gli altri visitatori ma che stranamente parlano di più al nostro
inconscio traducendosi in una metodica ricerca di quel sacro che sarebbe in
ognuno di noi pronto ad uscire fuori in occasioni come questa.
La posizione dominante del complesso monastico |
Breve descrizione dell’edificio
La Sacra è
costruita in parte sul basamento e in parte sul monte la cui cima affiora sotto
un pilastro della navata centrale, ovvero un “culmine vertiginosamente santo”.
È proprio dentro l’Abbazia che a mio avviso sono davvero percepibili, e palpabili le latenti ma potenti energie.
Il complesso monastico-religioso realizzato in tempi differenti è stato modificato più volte nel corso di più secoli. L’abside è stata costruita e orientata verso il punto esatto in cui sorge il sole ad est, proprio il giorno della festività di San Michele (29 settembre). Le tre absidi si distinguono per il rosso dei mattoni che le rivestono. In quella centrale si aprono ai lati due spaziose nicchie con una propria finestra romanica e sopra queste è presente una croce greca profondamente scavata nel muro. Merita sostare, in assorta contemplazione, per accogliere l’intenso messaggio di questo luogo. Sul fondo della navata centrale della chiesa si apre un ambiente denominato “Coro Vecchio”. Un luogo che accoglie i grandi sarcofagi di pietra contenenti le salme dei principi di casa Savoia traslate dal Duomo di Torino nel 1836, per volontà del re Carlo Alberto. Dalla navata centrale, presso il pilastro di destra, scendendo 12 antichissimi scalini, molto consumati, che fanno pensare alle migliaia di pellegrini che li calpestarono fin dal lontano Medioevo, si accede alle cappelle primitive del Santuario di San Michele, sottostanti la Chiesa. Mancano fonti certe e sicure, ma gli studiosi religiosi concordano nell’individuare qui la prima versione della Sacra ed il momento storico originario del suo culto a Michele. Questo è il luogo più sacro dell’Abbazia. Il gotico sostituisce sapientemente il romanico con i suoi archi rampanti esterni che devono non poco aver aiutato il proseguo della staticità e della stabilità della costruzione, caratterizzata dalla robusta muratura dello stile precedente.
Veduta dell'intero complesso monastico |
Archi rampanti |
Il basamento posto sulla roccia
Siamo adesso
di fronte alla parte più imponente dell’abbazia. Il massiccio della facciata (
ben 41 metri di altezza) che sorregge le
absidi della Chiesa e culmina con la Loggia dei Viretti. I monaci di San
Benedetto intrapresero il ciclopico lavoro di costruzione del basamento nella
prima metà del XII secolo, per erigervi sopra la grande chiesa. Dal 2005, su
uno spuntone di roccia esistente tra il “Monastero Vecchio” e il basamento
della chiesa, è collocata la statua di San Michele Arcangelo. Da qui inizia
realmente il cammino fisico e spirituale che conduce alla Chiesa.
Lo scalone dei morti
Allo Scalone
dei Morti si giunge dal piano d’ingresso grazie a un ampio e ripido scalone.
Superati i primi scalini, si lascia a sinistra un pilastro di oltre 18 metri
che sostiene il pavimento della sovrastante chiesa. Nella nicchia centrale fino al 1936 erano custoditi alcuni scheletri di
monaci, da cui il nome di Scalone dei Morti. Questo “atrio” fu un tempo assai
sfruttato per la sepoltura di uomini illustri, abati e benemeriti del
monastero.
Sacra lo scalone detto dei morti |
Il Portale dello Zodiaco
Giunti alla
sommità dello Scalone dei Morti si attraversa il Portale dello Zodiaco, opera
di un famoso architetto-scultore piacentino. È l’opera di maggior pregio
artistico dell’Abbazia. È così denominato perché gli stipiti nella loro
facciata rivolta verso lo scalone sono scolpiti a destra con i dodici segni
zodiacali che nella realtà risultano essere solo 11 perché lo Scorpione ingloba
la Bilancia mentre a sinistra vi sono le costellazioni australi e boreali. Sul lato interno dei due stipiti, raffinati
tralci di vite racchiudono fiori, animali e piccole figure umane che
simboleggiano l’armonia del Creato. I capitelli raffigurano soggetti biblici,
quali Caino e Abele, Sansone e Dalila e soggetti tipici dell’iconografia
medioevale, donne che allattano serpenti, persone furibonde che si strappano i
capelli a vicenda, il leone furente, i tritoni (busti umani cui si innestano
code di pesce), e i falchi, tipici simboli del peccato. Il Portale dello
Zodiaco da accesso poi a un terrazzo aperto, da cui si apre una vista
incredibile verso la valle sottostante e da cui si percepisce il senso di
ampiezza e di altezza di questo luogo sacro.
Portale dello Zodiaco |
La linea di San Michele
I nostri
antenati cristiani, che allora non conoscevano la bussola e non avevano i
satelliti per fotografare il territorio dall’alto, osservavano le stelle, come
i marinai in mare durante la navigazione, ma seppero ugualmente tracciare questa linea retta che da Occidente a
Oriente percorre tutta l’Europa cristiana per indicare ai fedeli la Terra Santa
e farli giungere a Gerusalemme. La Linea Sacra di San Michele Arcangelo
sarebbe secondo la leggenda il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo
per rimandarlo all’inferno.
Una Linea
Sacra costituita da sette punti energetici
unisce sette santuari, da Occidente verso Oriente, verso la Terra Sacra,
mete di pellegrinaggio per i fedeli, consacrati a San Michele Arcangelo,
dall’Irlanda alla Palestina passando per Inghilterra, Francia, Italia e Grecia.
Tra l’altro l’Italia è l’unica nazione
ad avere sul proprio territorio la presenza di due punti della linea
energetica: la Sacra di San Michele in Val di Susa e il Santuario di Monte
Sant’Angelo sul Gargano. Il legame con il numero sette sarebbe da sempre
numero magico ricorrente che in questo caso unirebbe ben sette punti
geografici. Nel dettaglio il primo punto
sarebbe Skellig Michael in Irlanda, in cui è stato ambientato fra l’altro il
film Stars War, il secondo il monte di
San Michele in Cornovaglia, il terzo
Mont Saint Michael in Bretagna, il quarto la Sacra di San Michele in val di Susa, che
ha anche ispirato Umberto Eco per la stesura del suo libro “Il nome della Rosa”,
il quinto il monte Sant’Angelo in Puglia, il sesto il Monastero nell’isola di
Symi in Grecia, vicino a Rodi, e infine il settimo il Monastero di San Michele
ad Haifa sul Monte Carmelo in Palestina.
La linea immaginaria dei santuari dedicati a San Michele |
Torre della bell’Alda
La parte
nord-ovest del monte, è occupata da imponenti ammassi di pietre, pilastri,
muraglioni, archi. Si tratta delle Rovine del Monastero Nuovo, edificato tra il
XII e il XIV secolo in corrispondenza del momento di massima espansione della
comunità monastica e caduto a causa di sismi, guerre e abbandono. Tra le rovine del Monastero Nuovo è
visibile una “Casetta” costruita alla fine del 1800, utilizzata dal Genio
Militare come stazione per il telegrafo ottico. Del complesso fa parte la Torre della Bell’Alda edificio a strapiombo
sul precipizio del monte posto al termine del muraglione perimetrale delle
rovine e che trae il suo nome dall’omonima protagonista della leggenda.
Secondo tale leggenda, Alda, fanciulla paesana, arriva alla Sacra per pregare
contro i mali della guerra. La ragazza ha purtroppo la sventura di essere
sorpresa dai soldati nemici e tenta così di sfuggire al loro assalto, ma non
avendo altra via di scampo si getta nel burrone invocando l’aiuto di San
Michele e della Vergine. Aiuto che
sembra sia arrivato in quanto essa si salva
rimanendo illesa in fondo al precipizio. Purtroppo questo favore celeste
viene da lei male usato: per vanità e denaro s’immagina di poter fare un
secondo salto e agli increduli suoi compaesani si offre di ripetere il volo, ma
trova orribile morte dove prima aveva trovato l’inatteso scampo.
I suggestivi dintorni
Una visita
alla scoperta della leggenda della Sacra di San Michele merita almeno mezza
giornata. Se avete tempo e la vostra curiosità non è ancora sazia potete
aggirarvi nei dintorni della Sacra alla scoperta di altri due luoghi speciali.
Il primo è il Monte del Musinè. Sorge proprio di fronte alla Sacra ed offre
innanzitutto un grande panorama dai suoi 1150 metri. I sentieri che conducono alla cima sono semplici e percorribili tutto
l’anno. Ma non solo escursionismo, anche questo monte ha una storia antica e misteriosa
ed è considerato uno dei punti elettromagnetici della Terra. Il secondo
luogo consigliato è il Parco naturale dei Laghi di Avigliana. Qui possiamo
rilassarci e goderci le sue acque oppure girovagare alla ricerca del fantasma
di Filippo II di Savoia Acaja che fu condannato a morte e annegato in queste
acque nel 1368.
Dintorni e Val di Susa |
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