giovedì 7 luglio 2022

La Sacra di San Michele a Torino: fra spiritualità religiosa ed esoterismo

Prima Parte

 

di Mario Pagni

Portale d'ingresso della Sacra

Ducam eam in solitudinem et loquar ad cor eius.
Ti condurrò in un luogo solitario e parlerò al tuo cuore
Osea 2.14

Questo è il primo messaggio che si può leggere una volta varcata la porta di ferro, accesso al sacro recinto del Santuario. Un luogo dove le energie sembrano in perenne conflitto.  Il bene vincerà sul male? Si tratta di uno dei luoghi dove uno dei concetti più profondi della religione cristiana si mischia a significati di tipo meramente esoterico. Si dice che questo sito sia uno dei due punti energetici più potenti di tutta l’Italia.

La Sacra di San Michele vicino Torino, evoca tanta bellezza ma anche tanto fascino e mistero. Un luogo denso di spiritualità. Immerso nelle forze della natura assolutamente attive e dove posso dirvi che si possono percepire potenti vibrazioni energetiche. Un luogo che si innalza verso il cielo, potente, maestoso come una fortezza inespugnabile. Non c’è visitatore che non rimanga sedotto dalla forza magica di questo posto. Un racconto lungo oltre mille anni ma una storia ancora tutta da scoprire.

Veduta suggestiva del complesso monastico

Qui sta un po’ la nota dolente e anche misterica di tutti quei luoghi che da sempre sono stati considerati “magici” e dove sia dal punto di vista storico ma anche archeologico, si ripetono da sempre siti molto particolari e in logica permanente sovrapposizione cronologica, edifici di culto di vario genere e al tempo stesso simulacri di tipo esoterico–magico.

 

Il culto di San Michele e la sua diffusione in Europa ed Italia

L’Arcangelo Michele, in genere è rappresentato nell’atto tradizionale di schiacciare la testa del drago, simbolo del Male, ed è uno dei Principi del Cielo posto da Dio a custodia del suo popolo. San Michele è anche l’Arcangelo del Bene, che sconfigge il Male. Nei testi biblici San Michele risulta infatti il vero vincitore nella lotta contro il Drago, l’antico serpente biblico. La sua forza è tratta dal significato del suo stesso nome in lingua ebraica Mik’ael che tradotto significa “Chi è come Dio”. L’arcangelo Michele ricorre cinque volte nella Sacra Scrittura: in particolare, nel libro di Daniele dove è raffigurato come il capo supremo dell’esercito celeste e guerriero contro i nemici della Chiesa, mentre nel libro dell’Apocalisse Michele è il principe degli angeli fedeli a Dio che combatte e scaccia il drago (Satana) e gli angeli ribelli, in una sorta di conflitto tra Angeli e Demoni. Satana come sappiamo era stato un altro angelo, tra l’altro di estrema bellezza fisica che si ribellò a Dio stesso. Dall’oriente all’Occidente il culto dell’Arcangelo Michele si diffuse e si sviluppò nelle regioni mediterranee in particolare in Italia, dove giunse assieme all’espansione del cristianesimo. Nel V secolo sul promontorio del Gargano sorse il più antico e più famoso luogo di culto micaelico dell’occidente: il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo. Molto presto questo Santuario divenne un luogo importante per la diffusione del culto micaelico in Europa e in Italia e rappresentò il modello ideale per tutti i santuari angelici successivi, che furono eretti su esempio di quello garganico: sulle cime dei monti, i colli, i luoghi elevati, le grotte profonde furono dalle origini considerate come la sede più appropriata per il culto degli angeli e di Michele in particolare. Michele è anche da sempre protettore della Cavalleria e dei medievali cavalieri con particolare riferimento ai vari Ordini monastico – cavallereschi fra cui i Cavalieri Templari.

San Michele che sconfigge il Drago rappresentazione del Male

Secondo la storia e la parziale leggenda, l’origine della sacra si deve ad all’arcivescovo Giovanni Vincenzo di Ravenna che si recò in Val di Susa per un eremitaggio sul Monte Caprasio, il Monte delle Capre. Una notte a Giovanni apparve in sogno un angelo, che lo esortò a costruire una Chiesa dedicata all’Arcangelo Michele. Il mattino seguente l’eremita si mise di buona lena a tagliare legna. Ma nella notte questa spariva misteriosamente nel nulla. Disperato, Giovanni si rivolse all’angelo e con grande meraviglia vide che gli angeli stessi trasportavano in volo la sua legna sul monte vicino, il monte Porcariano, o Monte dei Porci. Qui gli fu indicato di ricavare dalla roccia viva un altare che destasse ammirazione, anche se non rifinito, proprio in onore dell’Arcangelo Michele.

Veduta aerea della Sacra

Ma l’abbazia rimase incompleta fino all’anno 1000 quando il benefattore Ugone di Montboissier, soprannominato “lo scucito”, si recò dal Papa per ottenere l’indulgenza. Costretto a scegliere tra l’esilio e il completamento della chiesa, il benestante Ugone scelse la seconda e arrivato in val di Susa acquistò l’intero monte. Una notte, anche Ugone sognò un angelo che gli raccomandò di completare l’abbazia e così egli fece. Ad opera terminata, la leggenda vuole che fu l’Arcangelo Michele stesso a consacrarla con colonne di fuoco. Così il nome del monte cambiò in Pirchiriano, ovvero “fuoco del Signore”, e l’abbazia prese l’attuale nome di Sacra. L’edificio riveste tuttavia un notevole interesse storico–architettonico nel suo complesso e per il sovrapporsi e fondersi di vari stili architettonici succedutisi nel tempo della vita effettiva dell’abbazia come il romanico e il successivo stile gotico.

Ruderi e torre della bella Alda

I ruderi che sono visibili nelle vicinanze attestano la presenza di precedenti e più antiche frequentazioni dell’impervio luogo che probabilmente anche per questo mantiene quel fascino tipico di una sacralità non solo di origine esclusivamente cristiana. Dal tempo della sua edificazione, la Sacra ha visto alternarsi momenti di splendore e decadenza. Fu luogo di pellegrinaggio (e lo è ancora oggi) per quanto riguarda le altre località dedicate al nome dell’Arcangelo Michele che si dice fossero poste su di una stessa linea di energie, da Mont Sant Michel nella Francia settentrionale fino al promontorio del Gargano. Più di recente è stata anche fortezza militare e rifugio, sopravvivendo a terremoti, cannoneggiamenti e al recente incendio del 2018.

Sacra di San Michele chiesa abbaziale

Solo una accurata visita può rendere giustizia non solo turistica ad un luogo come questo che parla direttamente al nostro inconscio più recondito e descrive con estrema chiarezza il vero significato della parola “Sacro”. Seguite il successivo approfondimento sul complesso monastico e sulle sue leggende nella seconda parte.

San Michele scalone interno sulla roccia viva


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