lunedì 21 giugno 2021

Significato e riti della notte di San Giovanni

di Chiara Sacchetti

I giorni dell’anno legati al cambiamento delle stagioni segnano da sempre momenti di passaggio da uno stato all’altro, e fin dall’antichità vengono considerati “magici” e propizi. La notte di San Giovanni, che fa da riflesso a quella di Natale del 25 dicembre, segna, nelle antiche tradizioni, il passaggio all’estate, il periodo della crescita e della fioritura, ma anche quello che porta nuovamente all’oscurità. È più o meno da questa data infatti che, seppur di pochi secondi, le ore della luce cominciano a diminuire fino al solstizio d’inverno, quando la notte sarà più lunga del giorno. È come un lungo cammino verso l’oscurità, di quella che si potrebbe definire una morte naturale, che però fortunatamente lo ricordiamo, è solo apparente: un inverno che preannuncia una fine che non accadrà mai, perché magicamente nel periodo natalizio la luce vincerà di nuovo sulle tenebre e la natura piano piano riprenderà a vivere.

Campi di verdure

La festa cristiana di San Giovanni come molte altre ha origini pagane, quando venivano accesi dei fuochi per propiziare e dare forza al Sole affinché non finisca mai la sua luce e non facesse così morire la Terra; i primi furono i Fenici che adoravano il dio Moloch, ma presto si unirono anche altre popolazioni e tutt’oggi le congreghe delle Wicca (una sorta di moderne streghe) celebrano la festa di Litha, uno degli otto Sabbat principali di queste dee pagane e che celebra appunto il solstizio d’estate. Non a caso alcune città come Firenze, di cui San Giovanni Battista è il patrono, proprio la sera del 24 giugno danno vita a spettacoli con fuochi d’artificio che incantano dalla sua bellezza e sono da considerarsi anch’essi echi di antichi rituali propiziatori.

Vaso della Richard-Ginori raffigurante i fuochi di San Giovanni a Firenze

Forse legata anche alla figura del Santo è anche l’usanza di utilizzare la rugiada mattutina di questo giorno con un rituale di purificazione che richiamava al Battesimo cristiano, che proprio Giovanni, secondo le Scritture, aveva insegnato e celebrava nel fiume Giordano. La brina infatti andrebbe a rappresentare le lacrime di Salomè che dopo aver ucciso proprio il Battista piange pentita di ciò che ha fatto sulla sua testa decapitata: secondo il racconto la bocca del defunto dopo essersi spalancata lanciò un vento fortissimo che spinse la donna e la sua serva complice in aria dove restarono a vagare per l’eternità. Viene anche tramandato dalla tradizione di lavarsi gli occhi e di berla, per allontanare il malocchio e favorire la fecondità. Non a caso durante il solstizio c’era anche la glorificazione dell’acqua, simbolo di purificazione e di vita e di cui la figura del Battista ne diventava il protettore delle influenze malefiche.

Rugiada sul petalo di un Ibiscus

Proprio per questa sua valenza esoterica e legata alla ciclicità della vita, la notte di San Giovanni viene considerata momento importantissimo per molti riti e cerimonie, collegati soprattutto all’abbondanza dei campi e alla vita in generale.

Secondo un’altra antica credenza, nella notte fra il 23 e il 24 giugno, si deve mettere l’albume dell’uovo in un bicchiere con dell’acqua ed esporlo poi alla rugiada: il Santo, passando, soffierebbe sul contenitore andando a formare una barca. La mattina seguente appariranno su una base bianca dei filamenti che ricordano gli elementi di questa imbarcazione: secondo come sono le sue vele si trae l’auspicio di come sarà il raccolto per l’anno in corso.

La barca di San Giovanni creata dall'albume d'uovo

Allo stesso modo, nella stessa notte, viene anche fatta la cosiddetta acqua di San Giovanni. La sera si devono raccogliere 7 fra varie erbe scelte fra papaveri, fiordalisi, caprifogli, menta, iperico, mazzi di sambuco, ginestre, ranuncoli, lavanda, petali di rose canine e di rose coltivate, camomilla, timo, amaranto, basilico, salvia, mentuccia, malva e foglie di noce, rosmarino, assenzio, trifoglio, finocchio selvatico, avena. Una volta decisi tipi di erbe, queste devono essere poste in un contenitore, non di plastica, riempito d’acqua e lasciato alla rugiada notturna. Una volta pronto, il liquido ottenuto potrà essere utilizzato per fare un bagno, risciacquare i capelli e, in generale, come uno strumento purificante per stare meglio e dare soprattutto un nuovo inizio, proteggendosi dalle malattie, dalle disgrazie e dall’invidia. Però il liquido non deve essere conservato e se avanza va regalato agli amici più fidati.

L'acqua di San Giovanni

La notte di San Giovanni è anche la notte delle streghe: si racconta che queste donne erano solite ritrovarsi nelle loro congreghe proprio durante queste ore intorno ad un albero di noce, dove davano vita alle loro danze diaboliche. E proprio durante questo sabba le malefiche raccoglievano le erbe, fra le quali anche le noci acerbe, con cui poi fare le loro pozioni per incantare i poveri uomini. E a proposito di noci di San Giovanni, si dice che proprio in questa notte si debbano raccogliere le noci per la preparazione del nocino un amaro particolare e molto buono, sempre in numero dispari, 33 per ogni litro di alcool utilizzato. Le noci  devono essere verdissime ancora nel mallo e morbide per poterle tagliare in 4 parti.

Il Sabba delle streghe intorno al Noce

Durante la stessa giornata si può anche cominciare a preparare l’olio di San Giovanni. Come? Vediamo. Il 24 giugno si raccolgono i fiori dell’iperico, una pianta con proprietà emollienti, cicatrizzanti e disinfettanti conosciuta proprio come erba di San Giovanni, per metterle poi a macerare nell’olio sotto la luce della luna per l’intero ciclo lunare (28 giorni): il preparato che si ottiene è utile per la secchezza della pelle, per la psoriasi e per le rughe.

Non resta che scegliere quale rituale fare e iniziare il nostro esperimento!

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