giovedì 11 novembre 2021

Il cielo sopra le piramidi

1° parte


di Mario Pagni

I popoli antichi per primi e forse anche nel modo migliore pur non avendo gli strumenti sofisticati oggi esistenti, scrutavano il cielo e ad esso attribuivano spesso molti dei fatti e degli sconvolgimenti che avvenivano in terra. Il collegamento fra la volta celeste e ciò che geograficamente avveniva sul suolo terrestre era immediato e continuo a prescindere e soprattutto adoperato in modo saggio e fruttuoso. Un esempio per tutti riguardava i sistemi di orientamento legati alla volta celeste, ma anche tutte le condizioni necessarie e imprescindibili riguardanti l’agricoltura e le coltivazioni in genere per le quali erano necessari riferimenti certi e costanti, come il ciclo delle stagioni, il sorgere stesso del Sole della Luna e degli altri astri visibili tutto l’anno come le costellazioni circumpolari. La stella Sirio per gli Egizi Sotis, inaugurava le danze del succedersi ciclico degli eventi e proprio loro notoriamente capacissimi matematici, conoscevano assai bene l’astronomia se pur a livello embrionale e inizialmente istintivo, seppero usare già alcuni millenni or sono le stelle, per tutti gli scopi che abbiamo sopra descritto. Le costellazioni erano per il popolo egizio vera fonte di sapere e di conoscenza tanto che come noi avevano imparato alcune disposizioni degli astri attribuendo in taluni casi gli stessi significati astrologici in uso ancora oggi.

L’Acquario ad esempio era per loro come l’acqua preziosa e indispensabile alla vita e immaginavano che il liquido versato da questa figura tracciata in cielo costituisse una delle principali sorgenti del Nilo il grande fiume intorno al quale ruotava la loro esistenza.

Costellazione dell'acquario

Andromeda invece era la costellazione dedicata ad Astarte dea fenicia dell’amore e della guerra a cui sovrapposero in seguito Iside. Astarte era rappresentata come una dea marina collegata alla sessualità e alla successiva logica riproduzione.

Auriga rappresentava Horus, figlio di Iside e di Osiride, il mitico sovrano e divinità d’Egitto al quale tutti i faraoni si appellavano e in lui si impersonificavano.

L'Auriga

Il Cancro da alcuni mitografi era identificato con Anubi il dio–sciacallo che partecipava alla “pesatura” delle anime dei defunti per determinare il loro destino dopo la morte. Un’altra interpretazione lo identificava invece con lo Scarabeo Sacro, emblema dell’immortalità. Esso era anche associato al dio solare dell’alba a cui accennavamo prima garanzia di fertilità, vita e soprattutto rinascita.

Il Cane Maggiore insieme ad Orione del quale parleremo più avanti in modo più approfondito, costituiva per gli antichi Egizi il gruppo di stelle più importante. Come abbiamo precedentemente accennato, anche la mitologia prendeva in particolare considerazione la stella più brillante Sirio. A tal proposito si deve ricordare che la sua levata eliaca (ossia il suo sorgere contemporaneamente al Sole) cadeva nel mese di Luglio ed era indicativa perché coincideva con l’annuale piena del Nilo. Lo straripamento del bacino del fiume era di vitale importanza perché rendeva fertili le sue sponde ed era garanzia di prosperità e benessere. La stella Sirio fu anche associata alla stessa dea Iside sorella ma anche consorte di Osiride, di per se collegato alla costellazione di Orione.

La Triade divina Egizia Iside Osiride Horo

Poiché la piena del Nilo si verificava proprio in estate, dalla stella del Cane Minore sembra derivasse il termine ancora oggi in uso di indicare con il termine “canicola” il periodo più caldo dell’anno.

Il Cane Minore era invece per gli Egizi un’altra personificazione celeste di Anubi e anche questo gruppo di stelle e la sua comparsa in cielo, era tenuto in grande considerazione come avvertimento del successivo approssimarsi della levata iliaca del Cane Maggiore e quindi di Sirio o “Sotis” come veniva chiamato dall’antico popolo.

Il grande fiume Nilo

Il Capricorno come Pesce Capra era una figura dello Zodiaco egizio, posto nella zona opposta a Sirio. Era spesso anche raffigurato come sormontato da un Ibis (l’uccello sacro con la testa di uomo). E proprio un Ibis, non a caso veniva sacrificato alla dea Iside proprio all’inizio dell’estate. Talvolta il Capricorno veniva raffigurato anche come un semplice pesce senza sottolineare la sua natura “caprina”. Non va infine ignorata la sua relazione con Knum, il dio delle acque, portatore delle piene del Nilo. Questo è solo un primo breve elenco di costellazioni che interessavano sia mitologicamente che praticamente (vedi l’agricoltura) gli Egizi, ma che continueremo prossimamente con altri gruppi di astri prima fra questi la circumpolare costellazione di Cassiopea.

L'Ibis uccello sacro al popolo egizio


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