1° parte
di Mario
Pagni
I popoli antichi per primi e forse anche nel modo migliore pur non avendo gli strumenti sofisticati oggi esistenti, scrutavano il cielo e ad esso attribuivano spesso molti dei fatti e degli sconvolgimenti che avvenivano in terra. Il collegamento fra la volta celeste e ciò che geograficamente avveniva sul suolo terrestre era immediato e continuo a prescindere e soprattutto adoperato in modo saggio e fruttuoso. Un esempio per tutti riguardava i sistemi di orientamento legati alla volta celeste, ma anche tutte le condizioni necessarie e imprescindibili riguardanti l’agricoltura e le coltivazioni in genere per le quali erano necessari riferimenti certi e costanti, come il ciclo delle stagioni, il sorgere stesso del Sole della Luna e degli altri astri visibili tutto l’anno come le costellazioni circumpolari. La stella Sirio per gli Egizi Sotis, inaugurava le danze del succedersi ciclico degli eventi e proprio loro notoriamente capacissimi matematici, conoscevano assai bene l’astronomia se pur a livello embrionale e inizialmente istintivo, seppero usare già alcuni millenni or sono le stelle, per tutti gli scopi che abbiamo sopra descritto. Le costellazioni erano per il popolo egizio vera fonte di sapere e di conoscenza tanto che come noi avevano imparato alcune disposizioni degli astri attribuendo in taluni casi gli stessi significati astrologici in uso ancora oggi.
L’Acquario
ad esempio era per loro come l’acqua preziosa e indispensabile alla vita e
immaginavano che il liquido versato da questa figura tracciata in cielo
costituisse una delle principali sorgenti del Nilo il grande fiume intorno al
quale ruotava la loro esistenza.
Costellazione dell'acquario |
Andromeda invece era la costellazione
dedicata ad Astarte dea fenicia dell’amore e della guerra a cui sovrapposero in seguito Iside.
Astarte era rappresentata come una dea marina collegata alla sessualità e alla
successiva logica riproduzione.
Auriga
rappresentava Horus, figlio di Iside e di Osiride, il mitico sovrano e divinità
d’Egitto al quale tutti i faraoni si appellavano e in lui si impersonificavano.
L'Auriga |
Il Cancro da
alcuni mitografi era identificato con Anubi
il dio–sciacallo che partecipava alla “pesatura” delle anime dei defunti per
determinare il loro destino dopo la morte. Un’altra interpretazione lo
identificava invece con lo Scarabeo Sacro, emblema dell’immortalità. Esso era
anche associato al dio solare dell’alba a cui accennavamo prima garanzia di
fertilità, vita e soprattutto rinascita.
Il Cane
Maggiore insieme ad Orione del quale parleremo più avanti in modo più
approfondito, costituiva per gli antichi
Egizi il gruppo di stelle più importante. Come abbiamo precedentemente
accennato, anche la mitologia prendeva in particolare considerazione la stella
più brillante Sirio. A tal proposito si deve ricordare che la sua levata eliaca
(ossia il suo sorgere contemporaneamente al Sole) cadeva nel mese di Luglio ed
era indicativa perché coincideva con l’annuale piena del Nilo. Lo straripamento del bacino del fiume era
di vitale importanza perché rendeva fertili le sue sponde ed era garanzia di
prosperità e benessere. La stella Sirio fu anche associata alla stessa dea
Iside sorella ma anche consorte di Osiride, di per se collegato alla
costellazione di Orione.
La Triade divina Egizia Iside Osiride Horo |
Poiché la
piena del Nilo si verificava proprio in estate, dalla stella del Cane Minore sembra derivasse il termine ancora oggi in
uso di indicare con il termine “canicola” il periodo più caldo dell’anno.
Il Cane
Minore era invece per gli Egizi un’altra personificazione celeste di Anubi e
anche questo gruppo di stelle e la sua comparsa in cielo, era tenuto in grande
considerazione come avvertimento del successivo approssimarsi della levata
iliaca del Cane Maggiore e quindi di Sirio o “Sotis” come veniva chiamato
dall’antico popolo.
Il grande fiume Nilo |
Il
Capricorno come Pesce Capra era una figura dello Zodiaco egizio, posto nella
zona opposta a Sirio. Era spesso anche
raffigurato come sormontato da un Ibis (l’uccello sacro con la testa di
uomo). E proprio un Ibis, non a caso veniva sacrificato alla dea Iside proprio
all’inizio dell’estate. Talvolta il Capricorno veniva raffigurato anche come un
semplice pesce senza sottolineare la sua natura “caprina”. Non va infine
ignorata la sua relazione con Knum, il dio delle acque, portatore delle piene
del Nilo. Questo è solo un primo breve elenco di costellazioni che
interessavano sia mitologicamente che praticamente (vedi l’agricoltura) gli
Egizi, ma che continueremo prossimamente con altri gruppi di astri prima fra
questi la circumpolare costellazione di Cassiopea.
L'Ibis uccello sacro al popolo egizio |
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