giovedì 6 maggio 2021

Viaggio fra le costellazioni e la mitologia. L’Acquario

di Mario Pagni

La costellazione dell'Acquario

Stiamo per iniziare un nuovo viaggio fra le stelle assieme alla  corrispondente mitologia espressa da antichi popoli capaci già non solo di riconoscere le costellazioni ma soprattutto attribuendo loro reconditi e affascinanti significati. E’ la volta della seconda costellazione dell’anno appartenente alla fascia immaginaria dello Zodiaco del quale abbiamo accennato nel precedente scritto con riferimento al Capricorno: l’Acquario.

Il coppiere degli dei

L'Acquario secondo il disegno mitologico

La principale fonte mitologica legata alla costellazione dell’Acquario è la vicenda leggendaria di Deucalione (figlio della Pleiade Celeno e di Prometeo) e di sua moglie Pirra entrambi scampati al diluvio inviato sulla terra da Zeus per punire gli uomini delle loro colpe, oltre al loro poco rispetto nei confronti delle divinità stesse. Appena terminato il diluvio che aveva sterminato non pochi abitanti del nostro pianeta, Deucalione e Pirra scesi dal loro rifugio il monte Parnaso, iniziarono una doverosa opera di ripopolamento, seguendo le indicazioni della dea Temi. Fu essa infatti a suggerire ai due scampati di camminare lanciando ognuno delle pietre dietro alle loro spalle dalle quali nacquero i nuovi esseri umani, maschi quelli lanciati dalle pietre di Deucalione, femmine quelle delle pietre di Pirra.

Giovanni Maria Bottala detto Il Raffaellino 1635 Deucalione e Pirra

Come quasi tutte le civiltà antiche anche nel caso della mitologia greca compare una sorta di diluvio universale come punizione divina alla corruzione umana, così come riportato anche nei sacri testi biblici cristiani. Nel caso in questione va considerato un ulteriore spunto di cronaca legato alla effettiva terribile inondazione avvenuta in Tessaglia, una regione della Grecia, intorno al IV secolo a:C. Dalla unione di Deucalione con Pirra nacque Elleno, da cui prendono il nome anche attualmente gli abitanti della penisola greca.

Quello di Deucalione e Pirra non è però l’unico riferimento mitologico alla costellazione dell’Acquario, un altro racconto leggendario riconosce proprio in questo schema di stelle, uno strano personaggio di nome Cecrope, divinità Ctonia (ossia legata alle viscere della Terra), venerata nell’antica Atene e ritenuta l’ipostasi dell’animale sacro il serpente simbolo di fertilità, nato proprio dalla Terra Gea. Sembra che sia stata proprio questa divinità che avrebbe migliorato usi e costumi degli ateniesi oltre a far conoscere loro la pianta dell’Ulivo, anche se altri studiosi di mitologia attribuiscono ad Atena tale dono.

Non è però finita qui la fantasia e la creatività degli uomini alla ricerca del vero significato della loro umana esistenza. C’è infatti chi sostiene che l’Acquario rappresenti Ganimede, raffigurato e immortalato nelle stelle nell’atto di versare alla mensa degli dei, acqua e nettare, la mistura o bevanda da loro preferita.

Ganimede

Sempre in Grecia l’Acquario veniva identificato anche simbolicamente con lo stesso Zeus nell’atto di versare dalla sua Giara acqua sacra, per rendere fecondi i semi depositati da uomini e piante, nel grembo terrestre. Potremo concludere con Zeus ancora protagonista in una delle sue scorribande amorose, quando il re degli dei si invaghi (attratto dal suo fascino magnetico) della Dea Aurora (Eos), che invece (attratta proprio da Ganimede lo aveva rapito ancora giovinetto. Tutto questo inseguimento di relazioni degno di una moderna commedia televisiva, si concluse (come in altre occasioni simili), con le furie di Era che convinsero Zeus a rinunciare al suo ennesimo nuovo amore. Per dovere di completezza di informazione nella vicenda viene coinvolta anche la costellazione dell’Aquila, nella quale ritroviamo proprio la dea Aurora.

Nebulosa Helix nella costellazione dell'Acquario

Sono vari gli appellativi latini delle costellazioni; fra queste attribuite a quella dell’Acquario, potremo citare “colui che tiene l’urna”, oppure “giovane Ganimede” o ancora “iliaco” (da Ilio, cioè Troia la città di origine di Ganimede), infine “il giovane che mesce l’acqua”. Risulta evidente la differenza anche cronologica riferita alla mitologia greca, che in questo caso pone in risalto coinvolgendole varie figure. Da Deucalione e Pirra a Cecrope e infine a Ganimede, considerando quest’ultimo forse il preferito per chi alza gli occhi al cielo notturno, con quel necessario pizzico di fantasia e creatività genuine, doti sempre più rare nella moderna civiltà informatica.

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