giovedì 27 maggio 2021

La costellazione dell’Ariete e la leggenda del Vello d’oro

di Mario Pagni

Il simbolo zodiacale dell'Ariete

Prima di iniziare con una nuova cavalcata nel regno della mitologia antica e delle leggende legate alle costellazioni dello zodiaco nel cielo notturno, occorre fare una doverosa precisazione riguardo all’Ariete. Questo animale infatti era tenuto in grande considerazione nell’antica Grecia al punto tale da costituire un elemento sacrificale sull’altare in onore degli dei dell’Olimpo, e da essere considerato in taluni casi simbolo dello stesso Zeus. L’Ariete, era considerata dai latini come quella che “porta la primavera equinoziale”  proprio in questo periodo infatti esattamente al Solstizio di primavera il Sole entra in questa costellazione.

L'Ariete in Astronomia

Una delle più conosciute leggende elleniche legata a questo gruppo di stelle in apparente legame fra loro e identificato con questo nobile animale ricoperto da un manto di folto pelo, prende spunto e avvio dall’infelice matrimonio fra il re Atamante di Orcomeno in Beozia e Nefele dalla quale ebbe due figli, Frisso ed Elle. Il re però stanco della difficile convivenza e dei continui litigi, decise in seguito di rifiutare la moglie e di risposarsi con Ino, figlia del re tebano Cadmo.

Re Atamante preso dalle Furie

La vendicativa matrigna però vide nei due figliastri, specialmente nel maschio, una minaccia per la sua discendenza e così decise di studiare un piano per eliminare i due principini. Per attuarlo iniziò dando fuoco al deposito di chicchi di grano destinato alla semina primaverile, compromettendo così all’arrivo dell’estate quello che doveva essere un cospicuo raccolto e affamando buona parte della popolazione. Re Atamante decise allora di chiedere all’oracolo lumi sul da farsi, ma egli già avvertito e corrotto proprio da Ino, fece riferire un agghiacciante messaggio, ovvero per poter placare la presunta carestia era necessario sacrificare proprio i due giovani principi.

Ma fu il dio Ermes che nel momento in cui tutto era pronto per quel terribile evento, accortosi della verità e ascoltando le disperate preghiere dei due giovani, decise di intervenire in accordo con gli altri dèi, creando e dando vita con un artificio, ad un essere soprannaturale, un ariete ricoperto da un Vello d’Oro. L’animale rapido come il suo creatore, prese il volo planando proprio sul luogo dove era previsto il sacrificio e prelevò i due giovani prima che il triste e drammatico destino fosse compiuto. Il magico Ariete si diresse in una regione molto lontana la Colchide sulla sponda orientale del mar Nero sotto le montagne del Caucaso dove i due avrebbero trovato finalmente sicuro rifugio.

Pompei, casa dei Vettil, Ixon e il dio Ermes

Durante il volo però a causa di un brusco movimento dell’animale Elle mollò la presa precipitando in mare. La tragica fine della giovane principessa avvenne sul canale che ancora oggi divide l’Europa dall’Asia lo stretto dei Dardanelli che da allora fu chiamato in ricordo della sfortunata principessa Ellerosponto, ovvero il “mare di Elle”. Frisso dunque giunse da solo nella Colchide ma per sdebitarsi di essere stato almeno lui salvato, donò il prezioso Vello del magico Ariete a Eete, re di quella terra. Il sovrano a sua volta portò e nascose il vello, in un bosco ritenuto sacro ad Ares dio della guerra e li rimase fino all’arrivo dell’eroe Giasone che se ne impossessò.

Giasone alla conquista del Vello d'Oro

Qui vediamo come spesso accade nell’antica mitologia greca, di come sapientemente, due o più leggende trovino punti di contatto fra loro e facciano proseguire gli eventi come in una sorta di storia senza fine. Dopo la sua morte infatti Frisso tornò in Grecia ma stavolta sotto forma di spirito, per aiutare proprio Giasone suo cugino che come lui era stato spodestato dal trono nonostante ne fosse legittimo erede. Ed ecco che da ciò prenderà ancora vita e sviluppo la forse più nota leggenda degli Argonauti. La mitologia è in realtà molto più complessa e articolata in questa sede ci siamo limitati a riportare principalmente quella legata alla costellazione di cui sopra.

Giasone e il Vello d'Oro

Dunque alzando ancora una volta lo sguardo al cielo primaverile, un nuovo schema di puntini luminosi ci racconta non senza uno spunto di sano romanticismo e meraviglia, queste lontane vicende, nelle quali ravvisiamo come sempre forse, spunti di verità perché esse potessero attraversare i secoli unendo ancora oggi astronomia e mitologia in un sano connubio fra scienza e presunta fantasia.

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