di Chiara Sacchetti
In Grecia
parlare di medicina significa parlare soprattutto del dio Asclepio (o
Esculapio) considerato il primo medico dell’antichità greca e al quale
moltissimi si rimettevano nella speranza di essere guariti. Rivolgersi al dio
anziché ad un medico “professionista” per molti era la scelta più ovvia e
sensata: spesso la gravità della malattia non dava molte speranze, come del
resto il costo delle cure che poi sarebbero state prescritte, ma anche la paura
di interventi dolorosissimi, perché allora non esistevano come ai nostri tempi
degli anestetici in grado di addormentare o di alleviare il dolore.
Statua di Asclepio |
Figlio di Apollo e di Arsinoe (o di Coronide a seconda del mito) entrambe donne mortali, Asclepio imparò dal Centauro Chirone l’arte della medicina, divenendo più bravo del padre a curare le malattie e a prescrivere farmaci e praticando anche incisioni e incantesimi. Secondo il mito ricevette da Atena il dono di scambiare il suo sangue con quello della Medusa ma da quel momento dal suo fianco sinistro veniva fuori sangue velenoso e portatore di sventure, mentre da quello destro, sangue guaritore di qualsiasi malattia e capace di far risvegliare i morti. Ma il potere che aveva ricevuto Asclepio fece infuriare Zeus perché così facendo aveva annullato la differenza fra dei e umani, rendendo entrambi immortali, senza contare che aveva assai ridotto il numero delle persone che andavano nell’Oltretomba. Così il padre degli dei lo colpì con una delle sue saette e lo uccise. Apollo, padre di Asclepio e figlio di Zeus, si vendicò però dell’oltraggio uccidendo i tre Ciclopi, così Zeus impietosito lo rese immortale e semidio.
Venerato
come dio della medicina, delle guarigioni e dei serpenti, ma evocato dai
negromanti per la sua capacità di riportare in vita i defunti, Asclepio rimase
comunque nelle credenze e nella mitologia greca, il dio della medicina e a lui
furono dedicati moltissimi santuari fra cui sicuramente quello più famoso ad
Epidauro nell’Argolide. In questi luoghi si trovavano i suoi sacerdoti, esperti
nell’arte medica, e anche i suoi assistenti, l’oca, il cane e il serpente che
diventerà poi il simbolo proprio delle farmacie.
Ricostruzione del Tempio di Asclepio ad Epidauro
Ma cosa
accedeva a coloro che decidevano di ricorrere ad Asclepio ?
Giunto nell’edificio
sacro, il paziente veniva accolto dai suoi sacerdoti poi entrava nella cella
dove cadeva in un sonno profondo durante il quale il dio stesso (o tramite i
suoi assistenti) lo guariva, o gli suggeriva la giusta terapia. Di queste cure
troviamo traccia nelle tavolette che venivano scritte dai pazienti stessi e poi lasciate nel Tempio a prova della
potenza e della forza della divinità: qui troviamo tantissimi casi di
sterilità, di gotta, di tumori e calcoli renali ma anche malattie più semplici
come le calvizie.
Bastone di Asclepio con il serpente
Proprio da questi scritti veniamo a conoscenza
delle tante storie che racchiudono le paure e i problemi, ma anche la fantasia.
Leggiamo di Cleo che restò incinta per 5 anni e soltanto grazie
all’intercessione di Asclepio riuscì a partorire una bambina che ormai già grande
andò da sola alla fonte per pulirsi. O quella di Ithmonica che chiese al dio di
rimanere incinta perchè non ci riusciva, ma non di partorire subito, infatti
solo dopo 3 anni e con tante preghiere riuscì a dare alla luce una bambina.
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