di Mario Pagni
Prima di
riprendere la nostra “cavalcata” fra gli astri che fanno parte della cosiddetta
Fascia dello Zodiaco con la “natalizia” Costellazione del Sagittario, ci
soffermeremo momentaneamente sulle costellazioni definite dagli astronomi
circumpolari.
Ad un attento osservatore del cielo notturno anche senza esperienza specifica come astrofilo, non può sfuggire un fenomeno visibile anche a occhio nudo di sostanziale importanza. Vi sono infatti gruppi di stelle raccolti anch’essi come gli astri della succitata fascia zodiacale in schemi e figure mitologiche, che però a differenza delle altre pur cambiando di posizione (ovvero seguendo il movimento di rotazione intorno all’asse terrestre) rimangono sempre visibili, non tramontando mai. Sono le costellazioni definite “circumpolari”, fra queste vi sono l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore, Cassiopeia, Cepheo, e il Drago. Esse si trovano localizzate a circa 40 gradi di latitudine nord sull’orizzonte celeste e da sempre proprio per questa loro peculiarità sono state utili all’uomo dell’antichità ma anche per quello moderno come sostanziale riferimento per la navigazione notturna e per l’orientamento più in generale. La più che familiare Orsa Maggiore è soltanto una parte della Grande Orsa del disegno mitologico antico ed è facilmente visibile se guardiamo verso nord in una notte serena. Le due “orse” sono collegate fra loro da una coppia di stelle del Carro Grande il cui allineamento indirizza l’osservatore proprio verso la Stella Polare.
Ritrovare la Stella Polare |
Nella
mitologia greca l’Orsa Maggiore
rappresenta la ninfa Callisto, la favorita di Artemide, dea della caccia. Le
ninfe giurarono di non sposarsi mai, ma Zeus innamoratosi di Callisto l’ebbe in
segreto matrimonio, dal quale nacque Arcade. Quando Artemide scoprì la tresca
trasformò Callisto in un’orsa grassa e goffa. Arcade nel frattempo crebbe e
divenne un abile e coraggioso cacciatore che, a difesa delle ninfe si mise
sulle orme dell’orsa per ucciderla, non sapendo che fosse la propria madre. Ma Zeus non permise la realizzazione di tale drammatico
atto e trasformò tutti i personaggi in stelle, divisi nel gruppo dell’Orsa
Maggiore e Arcade.
La grande Orsa |
Quest’ultima è una stella “nana rossa”, la più
brillante della costellazione dell’Acquilone che nel cielo sembra inseguire
proprio l’orsa. La stella prese in seguito il nome di Arturo che
significa “colui che sta dietro la coda dell’orsa”. Zeus nella sua bontà di padre, volle lasciare vicini Callisto e il suo
figlioletto Arcade. Infatti ancora oggi, basta prolungare idealmente la
coda dell’Orsa Maggiore per incrociare la luminosa Arturo.
Orsa minore |
Raccontare
invece di Cassiopea significa parlare del celebre mito di Andromeda, presente
in cielo con tutti i suoi protagonisti trasformati in costellazioni: Perseo, la
Balena, Cefeo padre di Andromeda e sovrano d’Etiopia e appunto Cassiopea, la
madre nonché regina. Chi conosce la vicenda della principessa etiope sa che, al
nome della fanciulla, viene abbinata la
sventura di una ragazza incatenata a uno scoglio in attesa di essere divorata
da un mostro marino, la Balena, fino a quando dall’alto non arriva l’eroe
Perseo a salvarla. Il mondo dell’arte è colmo di quadri che illustrano la
scena, la quale ha ispirato tanti pittori rinascimentali, e ancora oggi non
smette di alimentare la creatività degli artisti. Tuttavia il vero motore del
mito sta nel personaggio di Cassiopea, la madre di Andromeda, raramente
presente nelle opere d’arte e forse per questo, passata indebitamente in
secondo piano. Se Andromeda dovette essere sacrificata agli dèi, fu infatti
proprio a causa di Cassiopea. Il mitografo greco Apollodoro racconta in poche
righe l’accaduto:
“Giunto in
Etiopia, dove regnava Cefeo, Perseo trovò che la figlia del re, Andromeda, era
stata offerta in pasto a un mostro marino. Era accaduto che Cassiopea, la
moglie di Cefeo, aveva sfidato le Nereidi a una gara di bellezza, vantandosi di
essere superiore a tutte loro. Le
Nereidi si adirarono, si adirò anche Poseidone che mandò contro il paese
un’inondazione e un mostro marino. L’oracolo di Ammone sentenziò che
avrebbero posto fine alla sciagura se la figlia di Cassiopea, Andromeda, fosse
stata offerta in pasto al mostro.”
Cassiopea |
Ma fra le
costellazioni circumpolari quasi a volerle raccogliere fra le sue spire
circondandole c’è un altro animale fantastico il Drago da sempre simbolo di
ogni sorta di ambiguità, di bene e male, di patteggiamento e cruccio, ma anche
guardiano della soglia per il mondo sotterraneo e custode di tesori non sempre
e solo materiali ma anche riferiti allo spirito. Secondo un mito molto
conosciuto, il drago sarebbe la
rappresentazione della bestia che uccise e si nutrì delle carni degli uomini di
Tebe. Questi infatti erano stati inviati da Cadmo, loro sovrano, al pozzo
di Ares per estrarre acqua. Una volta scoperto il brutale sterminio dei suoi
uomini per opera del drago, Cadmo stesso si recò al pozzo dove uccise la
spietata bestia.
Costellazione del Drago |
Un altro
mito molto popolare è ancora di origine greca. Il mito stavolta è ambientato
durante il matrimonio di Giove e Giunone. La Terra donò agli sposi ricchi
alberi da frutto sui quali dovevano vigilare quattro ninfe, le Esperidi, e un
feroce dragone chiamato Ladone. La qualità più singolare del drago era la
capacità di saper imitare ogni verso animale e voce umana contemporaneamente
grazie alle sue cento teste. Quando
avvertiva la presenza di un intruso all’interno del giardino cominciava a
strepitare facendo fuggire il malcapitato. Penetrare all’interno del
giardino era un’impresa così rischiosa da essere presente nelle dodici fatiche
di Ercole. Fu proprio lui l’eroe che, con l’aiuto di Atlante, scagliò una
freccia e uccise il drago. Era, sconvolta dall’accaduto, decise di porre il
drago nella volta celeste come costellazione. Un’ altra versione invece vuole
che il dragone fosse schierato dalla parte dei Titani nella guerra contro
Minerva. La dea riuscì ad ucciderlo e a scagliarlo nel cielo nei dintorni del
polo. L’aria era così gelida che il
drago restò congelato e i cristalli di ghiaccio divennero le luminose stelle
che oggi compongono la singolare costellazione. Anche il lontano oriente
vanta un ampio ventaglio di leggende. Soprattutto nella cultura cinese, il
dragone è un simbolo ricco di significati. In esso si incarnano diversi
principi in contrasto fra loro: è il potere divino e il potere infernale, la
creazione e la distruzione, il bene e il male, la pace e la guerra.
Il mitologico tifone |
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