giovedì 4 novembre 2021

Le Costellazioni Circumpolari

di Mario Pagni


Prima di riprendere la nostra “cavalcata” fra gli astri che fanno parte della cosiddetta Fascia dello Zodiaco con la “natalizia” Costellazione del Sagittario, ci soffermeremo momentaneamente sulle costellazioni definite dagli astronomi circumpolari.

Ad un attento osservatore del cielo notturno anche senza esperienza specifica come astrofilo, non può sfuggire un fenomeno visibile anche a occhio nudo di sostanziale importanza. Vi sono infatti gruppi di stelle raccolti anch’essi come gli astri della succitata fascia zodiacale in schemi e figure mitologiche, che però a differenza delle altre pur cambiando di posizione (ovvero seguendo il movimento di rotazione intorno all’asse terrestre) rimangono sempre visibili, non tramontando mai. Sono le costellazioni definite “circumpolari”, fra queste vi sono l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore, Cassiopeia, Cepheo, e il Drago. Esse si trovano localizzate a circa 40 gradi di latitudine nord sull’orizzonte celeste e da sempre proprio per questa loro peculiarità sono state utili all’uomo dell’antichità ma anche per quello moderno come sostanziale riferimento per la navigazione notturna e per l’orientamento più in generale. La più che familiare Orsa Maggiore è soltanto una parte della Grande Orsa del disegno mitologico antico ed è facilmente visibile se guardiamo verso nord in una notte serena. Le due “orse” sono collegate fra loro da una coppia di stelle del Carro Grande il cui allineamento indirizza l’osservatore proprio verso la Stella Polare.

Ritrovare la Stella Polare

Nella mitologia greca l’Orsa Maggiore rappresenta la ninfa Callisto, la favorita di Artemide, dea della caccia. Le ninfe giurarono di non sposarsi mai, ma Zeus innamoratosi di Callisto l’ebbe in segreto matrimonio, dal quale nacque Arcade. Quando Artemide scoprì la tresca trasformò Callisto in un’orsa grassa e goffa. Arcade nel frattempo crebbe e divenne un abile e coraggioso cacciatore che, a difesa delle ninfe si mise sulle orme dell’orsa per ucciderla, non sapendo che fosse la propria madre. Ma Zeus non permise la realizzazione di tale drammatico atto e trasformò tutti i personaggi in stelle, divisi nel gruppo dell’Orsa Maggiore e Arcade.

La grande Orsa

Quest’ultima è una stella “nana rossa”, la più brillante della costellazione dell’Acquilone che nel cielo sembra inseguire proprio l’orsa.  La stella  prese in seguito il nome di Arturo che significa “colui che sta dietro la coda dell’orsa”. Zeus nella sua bontà di padre, volle lasciare vicini Callisto e il suo figlioletto Arcade. Infatti ancora oggi, basta prolungare idealmente la coda dell’Orsa Maggiore per incrociare la luminosa Arturo.

Orsa minore

Raccontare invece di Cassiopea significa parlare del celebre mito di Andromeda, presente in cielo con tutti i suoi protagonisti trasformati in costellazioni: Perseo, la Balena, Cefeo padre di Andromeda e sovrano d’Etiopia e appunto Cassiopea, la madre nonché regina. Chi conosce la vicenda della principessa etiope sa che, al nome della fanciulla, viene abbinata la sventura di una ragazza incatenata a uno scoglio in attesa di essere divorata da un mostro marino, la Balena, fino a quando dall’alto non arriva l’eroe Perseo a salvarla. Il mondo dell’arte è colmo di quadri che illustrano la scena, la quale ha ispirato tanti pittori rinascimentali, e ancora oggi non smette di alimentare la creatività degli artisti. Tuttavia il vero motore del mito sta nel personaggio di Cassiopea, la madre di Andromeda, raramente presente nelle opere d’arte e forse per questo, passata indebitamente in secondo piano. Se Andromeda dovette essere sacrificata agli dèi, fu infatti proprio a causa di Cassiopea. Il mitografo greco Apollodoro racconta in poche righe l’accaduto:

“Giunto in Etiopia, dove regnava Cefeo, Perseo trovò che la figlia del re, Andromeda, era stata offerta in pasto a un mostro marino. Era accaduto che Cassiopea, la moglie di Cefeo, aveva sfidato le Nereidi a una gara di bellezza, vantandosi di essere superiore a tutte loro. Le Nereidi si adirarono, si adirò anche Poseidone che mandò contro il paese un’inondazione e un mostro marino. L’oracolo di Ammone sentenziò che avrebbero posto fine alla sciagura se la figlia di Cassiopea, Andromeda, fosse stata offerta in pasto al mostro.”

Cassiopea

Ma fra le costellazioni circumpolari quasi a volerle raccogliere fra le sue spire circondandole c’è un altro animale fantastico il Drago da sempre simbolo di ogni sorta di ambiguità, di bene e male, di patteggiamento e cruccio, ma anche guardiano della soglia per il mondo sotterraneo e custode di tesori non sempre e solo materiali ma anche riferiti allo spirito. Secondo un mito molto conosciuto, il drago sarebbe la rappresentazione della bestia che uccise e si nutrì delle carni degli uomini di Tebe. Questi infatti erano stati inviati da Cadmo, loro sovrano, al pozzo di Ares per estrarre acqua. Una volta scoperto il brutale sterminio dei suoi uomini per opera del drago, Cadmo stesso si recò al pozzo dove uccise la spietata bestia.

Costellazione del Drago

Un altro mito molto popolare è ancora di origine greca. Il mito stavolta è ambientato durante il matrimonio di Giove e Giunone. La Terra donò agli sposi ricchi alberi da frutto sui quali dovevano vigilare quattro ninfe, le Esperidi, e un feroce dragone chiamato Ladone. La qualità più singolare del drago era la capacità di saper imitare ogni verso animale e voce umana contemporaneamente grazie alle sue cento teste. Quando avvertiva la presenza di un intruso all’interno del giardino cominciava a strepitare facendo fuggire il malcapitato. Penetrare all’interno del giardino era un’impresa così rischiosa da essere presente nelle dodici fatiche di Ercole. Fu proprio lui l’eroe che, con l’aiuto di Atlante, scagliò una freccia e uccise il drago. Era, sconvolta dall’accaduto, decise di porre il drago nella volta celeste come costellazione. Un’ altra versione invece vuole che il dragone fosse schierato dalla parte dei Titani nella guerra contro Minerva. La dea riuscì ad ucciderlo e a scagliarlo nel cielo nei dintorni del polo. L’aria era così gelida che il drago restò congelato e i cristalli di ghiaccio divennero le luminose stelle che oggi compongono la singolare costellazione. Anche il lontano oriente vanta un ampio ventaglio di leggende. Soprattutto nella cultura cinese, il dragone è un simbolo ricco di significati. In esso si incarnano diversi principi in contrasto fra loro: è il potere divino e il potere infernale, la creazione e la distruzione, il bene e il male, la pace e la guerra.

Il mitologico tifone
Altre e variegate mitologie compongono e raccontano delle Costellazioni Circumpolari ma quelle che abbiamo riportato sono le più significative e affascinanti senza dimenticare però la parte strettamente astronomica e anche il valore e il carattere scientifico del saper osservare, seppure con meno gusto per la fantasia anch’essa preziosa componente dell’animo umano

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