giovedì 22 aprile 2021

Saper navigare fra le Costellazioni. Il segno del Capricorno

di Mario Pagni

Moneta romana periodo augusteo 19 a.C. raffigurante il segno zodiacale del Capricorno

Come è stato accennato precedentemente lo sposalizio fra mitologia e astronomia intesa quest’ultima come la più recente in termini scientifici, non è stato mai facile nemmeno nel passato, quando le due materie erano convenzionalmente più vicine anche dal punto di vista matematico–filosofico. Non tutti i popoli antichi infatti riconoscevano la stessa unione e anche lo stesso reale rapporto e disegno finale fra tutti quei puntolini luminosi che allietavano le notti serene specialmente quando non c’era la potente luminosità amica della Luna.

Basta leggere un qualsiasi testo che racconta la mitologia legata alle leggende della volta celeste, e troviamo a seconda delle civiltà presenti in antico, schemi di fantasia  legati a personaggi, oggetti, strumenti e attività, completamente diversi fra loro. Bisogna arrivare al XIX secolo seguendo anche la tanto bistrattata astrologia, per mettere un po’ di ordine fra questi disegni “celesti” e sulla loro simile o diversa interpretazione. Dal punto di vista strettamente astronomico gli schemi da seguire indicati come costanti nel tempo sono principalmente due; uno è legato all’appartenenza allo Zodiaco ovvero la linea immaginaria di osservazione che da Terra segue in proiezione il movimento del Sole (Ellittica).

Percorso apparente del Sole sulle costellazioni dello Zodiaco

E che vede e identifica nel suo solo apparente percorso, alcune di queste costellazioni esattamente dodici come i mesi dell’anno. L’altra regola semplice si riferisce alle costellazioni cosiddette “Circumpolari”, ovvero quelle che ruotano sempre per moto apparente intorno all’asse terrestre, e che godono di una sostanziale proprietà per chi osserva dal nostro pianeta, cioè quella di rimanere sempre visibili nel cielo notturno in ogni stagione, perché il loro sorgere e il loro tramontare non esiste, variando solo a seconda dei due movimenti principali ascensione e declinazione retta. In pratica il nostro osservatore notturno le vede sempre e differiscono solo durante i mesi dell’anno o per l’arco notturno del tempo fino al nuovo sorgere del Sole.

Partendo quindi da questi due presupposti inizieremo il nostro viaggio riferendoci alle Costellazioni appartenenti allo Zodiaco e che hanno visto nel tempo e a vari livelli la possibilità di “divinare” o se preferite indovinare lo stesso destino dell’uomo tramite quello che comunemente viene definito Oroscopo.

I Greci chiamavano la creatura immortalata fra le stelle della costellazione del Capricorno ”Egocero” ovvero la capra cornuta identificandola addirittura con Pan il dio protettore dei boschi e della campagna dalle corna e dalle zampe caprine. Divinità dai natali oscuri Pan sembra trascorresse la maggior parte del suo tempo sonnecchiando, dando la caccia alle Ninfe e spaventando la gente che percorreva a piedi sentieri e anfratti con il suo spaventoso e possente grido da cui trasse origine l’espressione timor panico.

Il dio Pan

Uno dei suoi figli nato dall’unione con Eufemie, nutrice delle Muse, fu Croto identificato con un’altra costellazione presente nello Zodiaco il Sagittario con la sua forma di satiro essere dall’aspetto umano ma con orecchie appuntite coda e zoccoli caprini. Fra le vittime degli assalti di Pan vi fu la ninfa Siringa, che per sfuggire alle sue attenzioni si trasformò in un fascio di canne. Mentre Pan tentava ugualmente di abbracciarla, si alzò un forte vento, che fece produrre alle canne un suono così melodioso che il dio dei boschi unendo alcune di esse con la cera si costruì il flauto che lo ha reso celebre nell’iconografia pittorica e scultorea. Fra le imprese non tutte ortodosse di questo irriducibile seduttore ve ne furono però almeno due considerabili meritorie. La prima riguardò l’assalto che i Titani dettero alle divinità dell’Olimpo, Pan infatti mise in fuga le gigantesche creature semplicemente soffiando dentro una conchiglia tanto forte da emettere un suono così terrificante da spaventarli a morte. Questo sarebbe uno dei motivi che hanno indotto gli studiosi dell’iconografia di Pan ha raffigurarlo talvolta come una creatura marina tralasciando a nostro avviso il fatto che egli avrebbe anche scagliato addosso ai Titani dei crostacei di notevoli dimensioni. Nella seconda impresa meritoria Pan avvisò gli dei dell’arrivo di Tifone il mostro mandato contro di loro da Gea.

Tifeo o Tifone il gigante inviato da Gea contro gli dei

Vi sono poi delle varianti al racconto mitologico come spesso accade e che videro Pan trasformare gli dei in animali e il suo stesso corpo in pesce in modo da sfuggire agli occhi del mostro. Diversamente accadde per Giove re degli dei che decise invece di affrontare la creatura, ma durante la furibonda lotta che ne seguì Zeus fu ferito gravemente gli furono infatti strappati i nervi presenti negli arti superiori e inferiori del suo corpo. Ermes (mercurio) e Pan corsero in suo aiuto, recuperarono i tendini strappati consentendo a Giove di riprendere la lotta per vincerla definitivamente con l’uso di una delle sue micidiali folgori. Tifone fu seppellito sotto il vulcano Etna in Sicilia, la cui perenne e costante attività indicherebbe proprio la rabbia di Tifone sconfitto. Per ringraziare Pan Zeus lo pose nel cielo mentre sotto la forma assunta si sta tuffando nel Nilo (La via Lattea).

Zeus Re dell'Olimpo

I poeti latini sempre pronti ad arricchire quanto già testimoniato dalla mitologia greca affibbiarono a Pan (Capricorno) molti altri nomi fra i quali capro trasformato astro cornuto e capra marina. Oppure anche tempesta marina portatore di pioggia, segno invernale o del gelo ma anche porta del Sole visto che al loro tempo, il Sole nel suo moto apparente da Terra transitava nel Capricorno il giorno del Solstizio d’Inverno.

Tifeo imprigionato sotto il vulcano Etna

Ancora oggi per indicare un evento particolarmente turbolento e difficilmente controllabile se ci fate caso si usa il termine “Pandemonio” con riferimento a questa mitologica creatura per alcuni ritenuta anche un demone degli Inferi.

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