di Mario Pagni
Moneta romana periodo augusteo 19 a.C. raffigurante il segno zodiacale del Capricorno |
Come è stato accennato precedentemente lo sposalizio fra mitologia e astronomia intesa quest’ultima come la più recente in termini scientifici, non è stato mai facile nemmeno nel passato, quando le due materie erano convenzionalmente più vicine anche dal punto di vista matematico–filosofico. Non tutti i popoli antichi infatti riconoscevano la stessa unione e anche lo stesso reale rapporto e disegno finale fra tutti quei puntolini luminosi che allietavano le notti serene specialmente quando non c’era la potente luminosità amica della Luna.
Basta
leggere un qualsiasi testo che racconta la mitologia legata alle leggende della
volta celeste, e troviamo a seconda delle civiltà presenti in antico, schemi di
fantasia legati a personaggi, oggetti,
strumenti e attività, completamente diversi fra loro. Bisogna arrivare al XIX
secolo seguendo anche la tanto bistrattata astrologia, per mettere un po’ di
ordine fra questi disegni “celesti” e sulla loro simile o diversa
interpretazione. Dal punto di vista strettamente astronomico gli schemi da
seguire indicati come costanti nel tempo sono principalmente due; uno è legato
all’appartenenza allo Zodiaco ovvero la linea immaginaria di osservazione che
da Terra segue in proiezione il movimento del Sole (Ellittica).
Percorso apparente del Sole sulle costellazioni dello Zodiaco |
E che vede e
identifica nel suo solo apparente percorso, alcune di queste costellazioni
esattamente dodici come i mesi dell’anno. L’altra regola semplice si riferisce
alle costellazioni cosiddette “Circumpolari”, ovvero quelle che ruotano sempre
per moto apparente intorno all’asse terrestre, e che godono di una sostanziale
proprietà per chi osserva dal nostro pianeta, cioè quella di rimanere sempre
visibili nel cielo notturno in ogni stagione, perché il loro sorgere e il loro
tramontare non esiste, variando solo a seconda dei due movimenti principali
ascensione e declinazione retta. In pratica il nostro osservatore notturno le
vede sempre e differiscono solo durante i mesi dell’anno o per l’arco notturno
del tempo fino al nuovo sorgere del Sole.
Partendo
quindi da questi due presupposti inizieremo il nostro viaggio riferendoci alle
Costellazioni appartenenti allo Zodiaco e che hanno visto nel tempo e a vari
livelli la possibilità di “divinare” o se preferite indovinare lo stesso
destino dell’uomo tramite quello che comunemente viene definito Oroscopo.
I Greci
chiamavano la creatura immortalata fra le stelle della costellazione del
Capricorno ”Egocero” ovvero la capra cornuta identificandola addirittura con
Pan il dio protettore dei boschi e della campagna dalle corna e dalle zampe
caprine. Divinità dai natali oscuri Pan sembra trascorresse la maggior parte
del suo tempo sonnecchiando, dando la caccia alle Ninfe e spaventando la gente
che percorreva a piedi sentieri e anfratti con il suo spaventoso e possente
grido da cui trasse origine l’espressione timor panico.
Il dio Pan |
Uno dei suoi
figli nato dall’unione con Eufemie, nutrice delle Muse, fu Croto identificato
con un’altra costellazione presente nello Zodiaco il Sagittario con la sua
forma di satiro essere dall’aspetto umano ma con orecchie appuntite coda e
zoccoli caprini. Fra le vittime degli assalti di Pan vi fu la ninfa Siringa,
che per sfuggire alle sue attenzioni si trasformò in un fascio di canne. Mentre
Pan tentava ugualmente di abbracciarla, si alzò un forte vento, che fece
produrre alle canne un suono così melodioso che il dio dei boschi unendo alcune
di esse con la cera si costruì il flauto che lo ha reso celebre nell’iconografia
pittorica e scultorea. Fra le imprese non tutte ortodosse di questo
irriducibile seduttore ve ne furono però almeno due considerabili meritorie. La
prima riguardò l’assalto che i Titani dettero alle divinità dell’Olimpo, Pan
infatti mise in fuga le gigantesche creature semplicemente soffiando dentro una
conchiglia tanto forte da emettere un suono così terrificante da spaventarli a
morte. Questo sarebbe uno dei motivi che hanno indotto gli studiosi
dell’iconografia di Pan ha raffigurarlo talvolta come una creatura marina
tralasciando a nostro avviso il fatto che egli avrebbe anche scagliato addosso
ai Titani dei crostacei di notevoli dimensioni. Nella seconda impresa meritoria
Pan avvisò gli dei dell’arrivo di Tifone il mostro mandato contro di loro da
Gea.
Tifeo o Tifone il gigante inviato da Gea contro gli dei |
Vi sono poi
delle varianti al racconto mitologico come spesso accade e che videro Pan
trasformare gli dei in animali e il suo stesso corpo in pesce in modo da
sfuggire agli occhi del mostro. Diversamente accadde per Giove re degli dei che
decise invece di affrontare la creatura, ma durante la furibonda lotta che ne
seguì Zeus fu ferito gravemente gli furono infatti strappati i nervi presenti
negli arti superiori e inferiori del suo corpo. Ermes (mercurio) e Pan corsero
in suo aiuto, recuperarono i tendini strappati consentendo a Giove di
riprendere la lotta per vincerla definitivamente con l’uso di una delle sue
micidiali folgori. Tifone fu seppellito sotto il vulcano Etna in Sicilia, la
cui perenne e costante attività indicherebbe proprio la rabbia di Tifone
sconfitto. Per ringraziare Pan Zeus lo pose nel cielo mentre sotto la forma
assunta si sta tuffando nel Nilo (La via Lattea).
Zeus Re dell'Olimpo |
I poeti
latini sempre pronti ad arricchire quanto già testimoniato dalla mitologia
greca affibbiarono a Pan (Capricorno) molti altri nomi fra i quali capro
trasformato astro cornuto e capra marina. Oppure anche tempesta marina
portatore di pioggia, segno invernale o del gelo ma anche porta del Sole visto
che al loro tempo, il Sole nel suo moto apparente da Terra transitava nel Capricorno
il giorno del Solstizio d’Inverno.
Tifeo imprigionato sotto il vulcano Etna |
Ancora oggi
per indicare un evento particolarmente turbolento e difficilmente controllabile
se ci fate caso si usa il termine “Pandemonio” con riferimento a questa
mitologica creatura per alcuni ritenuta anche un demone degli Inferi.
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