Prima parte
di Mario Pagni
Le cerimonie
legate ai culti delle antiche civiltà e conseguenti divinità (come la Grande
Madre o il dio o dea della caccia) ma anche per molti degli attuali rituali in
estrema sintesi sono rimaste le stesse in tutto il mondo seppure con un numero
pressoché infinito di variabili. La nazione che però ha conservato più in assoluto il rispetto per le antiche e
celebrate tradizioni è quasi certamente la Gran Bretagna, per questo motivo
la prenderemo ad esempio per la nostra breve analisi, limitatamente all’informazione
che in questa sede si intende dare in proposito.
Come risulta facile prevedere, uno degli aspetti o criteri guida assai importante per i rituali è la segretezza e il rispettoso silenzio al di fuori della celebrazione di ciò che viene effettuato. Per questo i riti di solito specialmente quelli legati alla stregoneria, vengono praticati in ambienti chiusi al di fuori di occhi indiscreti e localmente fuori dalle attività consuete, lavorative e di massa se non addirittura all’aperto in posti isolati laddove una delle maggiori componenti è proprio Madre Natura.
Grande Madre |
Note erano
in passato le radure magari con la presenza di alberi di noce o i crocicchi
dove secondo la tradizione amavano ritrovarsi le streghe per i loro sabba. Non
a caso e per evitare tali “diavoleri” in Toscana come in molte altre parti
d’Italia ad ogni “crocicchio” ovvero
l’incrocio di più viabilità veniva apposto spesso un tabernacolo con la
presenza di immagini sacre.
Sabba di streghe |
Un aspetto
che spesso sfugge a chi si dedica a tale tipo di studio sarebbe l’importanza
dell’abito indossato ma soprattutto del nudo spesso integrale perché in certi
casi la veste determinerebbe un
isolamento poco consigliato soprattutto per ritualità legate alla potenza e al
richiamo proprio della natura che ci circonda. Ben poco a differenza di ciò
che normalmente si pensa occorre per la cerimonia in se: gli oggetti quasi
sempre presenti (rimanendo molto sul generico) sono un tavolo su cavalletti
coperto da un panno bianco o a volte anche rosso (dipende dall’uso), con
intorno un cerchio consacrato di almeno due metri di diametro segnato talvolta
sul pavimento con il gesso o tracciato in terra se all’esterno, ma ugualmente
segnato nel suo perimetro per distinguere bene l’area interessata. Attorno al cerchio devono essere presenti i
segni cabalistici dell’arte praticata il cui compito, sarebbe di collaborare
all’evocazione del potere degli dei. Lungo il perimetro rotondo vengono
posti quattro ceri corrispondenti ai punti cardinali, mentre sull’altare, un
incensiere brucia emettendo profumo intenso di incenso. Gli altri oggetti
variano a seconda degli scopi ma quasi sempre è presente una frusta vicino
all’Athame (piccolo coltello), un pentacolo in rame (energie in transito), una
spada a lama lunga e recipienti di sale ed acqua. La cerimonia viene condotta
da un sacerdote o da una sacerdotessa; la
donna in genere rappresenterebbe la dea della fertilità o Grande Madre, l’uomo
invece che indossa un elmo a due vistose corna di animale (in genere il cervo o
il capro) sta a rappresentare il dio della caccia.
Il Gran Sacerdote presso i Druidi |
Entrambi
possono essere nudi o coperti da un bianco mantello come quello dei sacerdoti
Druidi. Se è l’uomo ad officiare, una donna lo assiste come “Madre” simbolica.
Per raggiungere alti gradi con riferimento a sette o confraternite intese come
più serie, è indispensabile essere membro per almeno tre anni, dimostrandosi al
di fuori di ogni dubbio “devoto, onesto e veritiero”. Quando tutto è pronto, il
gran sacerdote chiama a raccolta i fedeli nel numero ricorrente di dodici,
usando a tal proposito i loro “nomi d’arte” quali Lilith, Tanith ecc.. Sono coloro che poi si disporranno lungo il
cerchio nudi perché come abbiamo precedentemente ricordato, si ritiene che
i vestiti soffochino le emanazioni energetiche del corpo, aiutando il gran
sacerdote ad innalzare meglio le forze del Bene. La litania che viene cantata o sussurrata è tratta dal cosiddetto Libro
delle ombre, posto su un apposito leggìo accanto all’altare. Il testo molto
antico e segreto, viene trascritto solo per il nuovo iniziato in copia per i
propri successivi usi e solo in quella fase egli potrà leggerlo ed adoperarlo
di concerto con gli altri.
Libro delle ombre |
La cerimonia
in se consta di quattro parti distinte: benedizione dei fedeli, danza rituale
(se prevista), iniziazione di nuovi adepti, e preghiera propiziatoria agli dei
per il futuro bene dei presenti. Il cerchio magico deve essere prima consacrato con acqua e sale che ci si trovi in
ambiente profano o anche all’esterno. Poi il sacerdote recita sulle teste
chine dei fedeli, l’antica preghiera non sempre ovviamente uguale: “Eko, eko,
eko, zamelak, eko, eko, eko, eko”. A seguire (come precisato inizialmente) vi
sono variabili infinite e studi complessi in proposito ma generalmente, il gran sacerdote assistito dai propri
adepti richiama le divinità poste ai quattro punti cardinali con un grido:
“Io vi chiamo e vi invoco o Potenti del Nord, dell’Est, del Sud e dell’Ovest, a
presenziare al nostro rito e a proteggere la nostra gente”.
Il dio cervo |
Il tutto può
essere accompagnato da una appropriata musica di sottofondo per l’ eventuale
danza rituale, mentre il sacerdote frusta leggermente i propri fedeli allo
scopo di far fuggire gli spiriti impuri. È a questo punto che scatta una delle
prime consuete varianti se si procede all’ammissione di un nuovo adepto. Il neofita sta in piedi nudo di fronte
all’altare mentre il sacerdote alzando l’Athame, si volge ad est informando gli
dei del nuovo ingresso e per essere da loro benedetto. Successivamente il neofita
entra nel cerchio consacrato da un lato ben sorvegliato e preposto all’uso.
Alla prossima puntata le conclusioni dell’evento per chi ci vorrà seguire.
Pentacolo disposto |
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