di Mario Pagni
Croce templare in pietra |
Molte ancora oggi sono le associazioni di ispirazione e fondamento esoterico - iniziatico che per motivi ideologici ed etici si ispirano all’antico medievale ordine dei cavalieri del Tempio o cavalieri templari. In taluni casi tali associazioni indossano per i loro rituali e cerimonie, paramenti ispirati proprio ai monaci–guerrieri come mantello, spada e persino cotta di maglia. Proprio sul mantello sono presenti croci di vario genere, stile, forma, grandezza e posizionamento che non corrispondono alla realtà storica usata in precedenza dai veri templari. Alcuni degli associati odierni usano simbologie e effigi cucite sul ricco supporto di stoffa, senza seguire un preciso dettato storico–cavalleresco ma solo con motivazioni di tipo estetico assai poco consono anche alla fonte etica ispiratrice.
Moderni cavalieri templari |
La Regola
del Tempio in sintesi prevedeva due abiti, a seconda della categoria: i
cavalieri indossavano il mantello bianco, invece i sergenti affiliati
all’ordine ma laici, vestivano con il mantello bruno. Fu nel 1141 che il papa concesse loro di fregiarsi con la
croce rossa che fu portata sulla spalla sinistra, come mostra l’iconografia
pittorica e scultorea ma anche come si può vedere nel Templare in preghiera
riprodotto in una vetrata di San Dionigi. Ma quale era la vera storica croce
templare? Come abbiamo precedentemente accennato essa fu e ancora oggi lo è
oggetto di lunghe controversie. Nel tempo sono state proposte le forme più
diverse e questo fa ben comprendere come anche a livello originario storico
esistessero vari tipi di croci.
San Dionigi- Finestra in vetro colorato con raffigurato un cavaliere templare |
Possiamo
pensare come uomini “moderni” che la
forma della croce potesse e possa ancora oggi apparire poco importante ma
la storia ci insegna che l’identificazione esatta e cronologica di un
determinato periodo che si intenda studiare, non può non prescindere anche
dalla simbologia usata e magari modificata nel tempo e poi abbandonata a
seconda del suo uso e soprattutto del significato ma diventa ancora più
importante (come per qualsiasi simbolo il “significante”).
Templare in preghiera |
Credere ciò
dunque significherebbe disconoscere non solo l’importanza dell’emblema ma anche
proprio il suo reale ma spesso recondito messaggio e quello che può costituire
il suo insegnamento. Se prendiamo come esempio la croce latina il cui braccio
centrale è più lungo di quello trasversale non è difficile pensare alla
crocifissione, ovvero la diretta rappresentazione di uno strumento di tortura e
di morte, ma anche nel caso del Cristo Redentore, di una divinità incarnata
(Verbo che si è fatto carne), inchiodata alla nuda e cruda materia. Questo tipo
di croce ha costituito per secoli la planimetria della chiese sia del periodo e
stile romanico che di quello successivo gotico.
Planimetria di chiesa a croce latina |
La croce di Malta appartenuta al celeberrimo
ordine di cavalieri ancora oggi esistenti e operanti, è anche detta delle “otto beatitudini” costituite
dalle otto evidenti punte a forcella, che disegnano una figura geometrica con
un centro definito e con la stessa lunghezza che partendo da esso va verso
la periferia della croce stessa, in modo equidistante dal medesimo. Essa è
anche stata definita e interpretata come una figura emblematica di
“meditazione”.
La croce delle 8 beatitudini |
Se veniamo
adesso alla croce templare, che campeggiava sugli stemmi dei Gran Maestri
dell’ordine, sui vessilli usati anche in battaglia ma anche per i sigilli e
matrici usate per plichi e documenti, anche se spesso mal riprodotta, è una croce di chiara derivazione celtica che
nel primo periodo di vita dell’ordine del Tempio veniva definita la “croce di
spalla”.
Croce rossa patente templare |
Essa era
composta geometricamente da linee curve che venivano disegnate incrociando una
serie di cerchi fra loro fino a formarla in un centro comune. Simbolicamente
essa era e rimane un simbolo “solare” usato fino dalla preistoria se pur con
variabili diverse a seconda anche in questo caso del luogo e del periodo
cronologico. La croce templare era del
tutto simile a quella posta sulle vele della marina di lungo corso portoghese
con piede “ramponato”. Vero collegamento questo della cavalleria templare a
quella celtica. Sappiamo che esistono vari tipi di croci del genere per le
quali sarebbe necessario un approfondimento ma in questa sede vale la pena di
descrivere semplicemente le croci “fiammate” quelle cioè che hanno i bracci
dritti che sembrano dividersi alla fine in fiamme bifide. L’allegoria richiamerebbe
il fuoco del carbonchio e con essa il chiaro riferimento all’alchimia materia
sicuramente praticata dal Tempio. Esse probabilmente costituivano per gli
iniziati un segno del grado “segreto” di appartenenza all’ordine. In origine
come abbiamo detto la croce era collocata sulla spalla, cosa questa senza
dubbio da riaccostare al gesto massonico di pericolo detto anche “piove sul
Tempio”, che consiste nel coprire con il braccio la spalla sinistra con la mano
destra come per nascondere la croce.
Croce templare sulla spalla sinistra |
Verso la
fine dell’Ordine secondo i regolamenti del periodo, tanto i cavalieri che i
sergenti e i cappellani portavano la croce sul petto e sul dorso, il che
impediva almeno ai professi di portare sul mantello la precedente croce di
spalla. La distinzione ancora una volta è cronologica oltre che di grado quindi
(e a maggior ragione) anche oggi le scelte possono essere molte e variegate ma
debbono comunque seguire indicazioni di merito di tipo storico per essere
realmente rappresentative.
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