lunedì 13 giugno 2022

Giovanna d’Arco, la pulzella d’Orlèans

di Chiara Sacchetti

Fra le figure più celebrate e misteriose della storia di Francia troviamo Giovanna d’Arco, soprannominata la “pulzella d’Orleans”, rimasta nella memoria per le sue imprese ma anche per il suo aspetto fra il cavalleresco e lo  spirituale oltre alla sua fine ancora avvolta nel mistero. Ma cominciamo dall’inizio.

Miniatura di Giovanna d'Arco

Giovanna nacque nel 1412 a Domrémy, un villaggio al confine tra il ducato di Bar e la Lorena, nel nordest della Francia da Jacques d’Arc, un contadino del villaggio di Domrémy, e da Isabelle Romée, sua moglie. Secondo i racconti del tempo da già piccola, probabilmente spinta dalla profonda religiosità della madre, dimostrò la sua indole caritatevole andando a visitare e confortare gli ammalati e lasciando il proprio letto ai bisognosi senza dimora e dormendo lei stessa in terra. Ma fu a 13 anni che emersero le sue più famose quanto mai discusse doti di chiaroveggenza e santità, quando iniziò a sentire voci celestiali accompagnate da barlumi e da visioni dell’arcangelo Michele, di santa Caterina d’Alessandria e santa Margherita. La prima volta accadde a mezzogiorno di un giorno d’estate mentre Giovanna si trovava in giardino e nonostante l’insolita esperienza non si impaurì ma anzi decise da allora di sacrificarsi e dedicarsi completamente a Dio facendo voto di castità «per tutto il tempo che a Dio fosse piaciuto». Durante questi incontri, in un primo momento, le voci le parlavano soltanto della sua vita privata, come lei stessa raccontò nel processo contro di lei, e solo molto dopo la spinsero nelle scelte di abbandonare la dimora e seguire l’esercito francese e così agire per liberare la Francia dagli invasori inglesi. Secondo quanto testimoniato in quel momento difficile della Guerra dei Cent’anni, la “pulcelle” avrebbe dovuto liberare la città di Orléans dal nemico e far consacrare Carlo VII nella cattedrale di Reims, come voleva la tradizione ma cosa impossibile visto il momento.

Parigi, Pantheon, Jules Eugène Lenepveu,
Giovanna d'Arco all'assedio di Orleans (1886-1890)
Dopo aver rifiutato la proposta di matrimonio impostale dai genitori, e il conseguente processo a suo carico richiesto dal fidanzato per la decisione in cui il giudice le dette ragione, Giovanna iniziò la missione per cui era stata chiamata da Dio. Il 13 maggio 1428 la pulzella si recò dal capitano della piazzaforte, Robert de Baudricourt che la rimandò indietro come una povera pazza. Ma la risposta non la fece demordere tanto che dopo altri due tentativi riuscì nell’impresa e, tagliati i capelli e vestita da uomo, ottenne di poter vedere il re di Francia accompagnata da una scorta fino a palazzo.

Carlo VII

Fu in quell’occasione che avvenne il famoso quanto leggendario incontro con il Delfino che per metterla alla prova tentò di trarla in inganno scambiandosi con il conte di Clermont ma la messinscena non riuscì e Giovanna non cadde nel tranello riconoscendo il futuro re seppur in abiti non congrui alla sua carica.

Alla fine il sovrano si convinse e cedette alle richieste di Giovanna che alla testa dell’esercito francese e brandendo un vessillo bianco simbolo di purezza e senza alcun ruolo ufficiale di comando, riuscì nell’impresa liberando Orléans nel maggio 1429 mentre il mese successivo Carlo VII venne incoronato nella Cattedrale, come nella ormai antica usanza d’Oltralpe. La vittoria entusiasmò la giovane che, non paga del risultato, continuò a condurre l’esercito contro gli Inglesi, tanto che a settembre venne ferita in una battaglia sotto le mura di Parigi ancora in mano ai conquistatori, mentre il sovrano, ormai soddisfatto di quanto conquistato, abbandonò ogni altra idea e non proseguì alcuna azione contro gli Inglesi.

Giovanna d'Arco all'incoronazione di Carlo VII

Il 23 maggio 1430 nei pressi di Compiègne Giovanna cadde in mano ai Borgognoni, alleati degli Inglesi, e venne incarcerata assieme ad alcuni compagni per alcuni mesi fino a quando il 24 ottobre non venne venduta ai nemici dietro pagamento di 10 mila scudi d’oro. Il re di Francia, nonostante quanto avesse fatto per lui, non fece nulla per salvare la pulzella che a gennaio dell’anno successivo venne condotta di fronte al Tribunale ecclesiastico e accusata di eresia. Durante il processo lo scopo fu quello di screditare la sua figura che tanto aveva fatto per risvegliare gli animi dei Francesi contro il nemico invasore, venne accusata di ben 70 capi d’accusa, di sentire voci come una indemoniata, di essere una strega ed essersi vestita da uomo, subendo fortissimi interrogatori ai quali lei non si piegò, confermando le sue reali intenzioni di salvare la Francia. Giovanna alla fine si dichiarò colpevole firmando un documento dove negava di aver parlato con Dio e il 30 maggio 1431 venne arsa viva al rogo  nella piazza del mercato di Rouen.

Parigi, Pantheon, Jules Eugène Lenepveu, Morte di Giovanna d'Arco (1886-1890)

Soltanto diciannove anni dopo Carlo VII riconquistò la città del martirio di Giovanna avviando la revisione del suo processo che riabilitò completamente la donna. Nel 1909 Giovanna venne dichiarata beata nella cattedrale di Notre Dame e soltanto 11 anni dopo santa da papa Benedetto XV.

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