lunedì 7 ottobre 2019

Lilith

Prima moglie di Adamo e anche prima Strega?


di Chiara Sacchetti

È una delle figure legate all’Ebraismo e di riflesso al Cristianesimo meno conosciute e di cui è molto difficile trattare, sia per la scarsità di informazioni certe al riguardo, sia perché si presta, per la sua storia e per quello che spesso le viene associato, a varie interpretazioni. Da lei, (e lo vedremo in questo breve scritto), fra l’altro, si sarebbero anche sviluppati i movimenti femministi di rivendicazione paritaria tra uomo e donna.

Delaware Art Museum, Dante Gabriele Rossetti, Lilith, 1866-74
Delaware Art Museum, Dante Gabriele Rossetti, Lilith, 1866-74

Lilith viene spesso ricollegata a figure oscure, demoniache, e secondo alcuni studiosi risalirebbe addirittura al 3000 a.C., alle civiltà mesopotamiche e assire, dove veniva associata alla tempesta e al vento e ritenuta portatrice di disgrazie, malattia e morte. Una delle prime attestazioni che la riguardano è una lista di demoni risalente al 2400 a.C. in cui si parla della schiera di Lilu, una specie di demoni succubi che, secondo le credenza, facevano visita agli uomini mentre dormivano per sedurli e con i quali poi generavano altri figli demoni.
Ma quello per cui sicuramente Lilith viene ricordata e studiata è la sua ambivalenza nelle Sacre Scritture. Ricordiamo che nella Genesi viene in un primo momento viene detto che Dio creò l’uomo e la donna, plasmando la terra, «Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò» (Genesi, 1:27), anche se nel Talmud addirittura si dice che i due fossero stati creati uniti per la schiena, quasi a creare un essere androgino e la “lei” con scarti e terra sedimentaria, a conferma della sua indole. Però nella pagina successiva si legge che modellò l’uomo a sua immagine e somiglianza e poi dalla sua costola generò una donna, Eva (Genesi 2:22). Ed è in questi due testi così opposti che alcuni studiosi leggono la creazione di una precedente donna, non Eva, ma Lilith appunto: la Torah racconta che all’inizio Adamo e Lilith vivevano in armonia nel Paradiso Terrestre almeno fino a quando la donna non si ribellò al compagno.

Filippino Lippi, Adamo e Lilith sottoforma di serpente

Ma cosa accadde? Secondo i racconti dell’Alfabeto di Ben-Sira, un testo medievale per alcuni satirico, ad un certo punto «ella disse: “non starò sotto di te”. Ed egli disse: “ed io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra”». Da qui la donna, che non voleva sottomettersi al volere del marito, nominò Dio e fuggì nelle coste del Mar Rosso dove si unì ad Asmodeo  generando migliaia di demoni chiamati Lilim. Dio, adirato, corse in aiuto di Adamo che non poteva stare solo, mandando da lei tre angeli, che per persuaderla a tornare dal suo sposo le riferirono che Dio avrebbe ucciso ogni giorno cento dei suoi figli. Lilith, disperata per la pena che le era stata data, minacciò di gettarsi dalla rupe e i tre angeli, mossi a compassione, decisero di accordarle un certo potere sui figli di Eva: per i maschi otto giorni, mentre per le femmine venti, e illimitato su quelli nati fuori dal matrimonio, la dea avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva, a patto che su di loro non fosse posta l’effige dei tre angeli a protezione. Per questo nell’immaginario ebraico lei è vista come un demone che portava danno ai bambini. Nelle usanze ebraiche per questo veniva posta ai neonati una collana con l’immagine degli angeli o anche tracciato un cerchio intorno alla culla con i loro nomi a protezione delle sue cattive intenzioni.

Willem Vrelant, Adamo ed Eva mangiano il frutto proibito

Si racconta poi che un giorno, mentre Lilith stava lamentandosi degli errori e di tutto quello che le era accaduto, un demone di Samael (Satana) la vide e se ne innamorò perdutamente e con cui ebbe altri figli: ma tutto quello che l’unione le dette non seppe supplire al dolore della perdita dei suoi figli. Per questo la dea manterrà  sempre un aspetto cupo e un indole nefasta, venendo spesso collegata alla Luna, simbolo della donna stessa ma anche satellite negativo che mostra sempre una faccia diversa.
Dio decise quindi di dare ad Adamo una nuova donna, Eva, questa volta, un essere inferiore a lui, perché generato da una sua parte, la costola, e a cui ella doveva sottostare. Così fu. Con lei furono generati due figli, Caino e Abele, ma quando questi fu ucciso dal fratello, secondo un’altra tradizione ebraica, l’uomo la disconobbe, e non giacque con lei per 130 anni, durante i quali ebbe dalla stessa Lilith una discendenza, e  i cui figli sarebbero poi morti durante il Diluvio Universale, e moltissimi demoni e spiriti dotati ognuno di poteri soprannaturali.

Sheba Demin, La Regina di Saba in visita a Re Salomone

Nella Bibbia Lilith viene menzionata una sola volta come animale notturno, la civetta, che spaventa con i suoi suoni, e che viene tradotto nel dizionario ebraico con il suo nome. A parte questa, la dea viene spesso ricordata e associata ad altri eventi importanti della storia del Cristianesimo. Per il suo odio verso Eva e la sua progenie, viene spesso identificata nel serpente tentatore che porterà la seconda moglie di Adamo a mangiare il frutto dall’Albero della Conoscenza il nefasto evento che condannerà l’intero genere umano alla sofferenza e alla morte. Anche la Regina di Saba, divoratrice di bambini e strega demoniaca, viene spesso considerata come Lilith e i doni che porta a Salomone vengono visti come un tentativo di seduzione come è nella sua indole.
Da un punto di vista iconografico, Lilith viene descritta come una donna bellissima e seducente, dai capelli rossi e ricci, con occhi di fuoco e talvolta pelle blu, artigli rapaci (chiaro riferimento alla notte e alla civetta che simboleggia) o a volte con la coda di sirena: la coda di pesce è quella del delfino che etimologicamente richiama l’utero femminile (delph in greco significa “utero”).
Oggi la dea, per non essersi sottomessa al volere di Adamo, è divenuta anche il simbolo della rivendicazione femminile e dei movimenti per la parità dei diritti delle donne e di emancipazione dall’uomo.

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