lunedì 19 luglio 2021

I misteri di Celestino V

di Chiara Sacchetti

Abbiamo già parlato della vita di Celestino V, il papa che dopo solo 4 mesi dall’elezione decise di abbandonare la carica per ritirarsi a vita privata, ma finì per essere imprigionato dal suo successore Bonifacio VIII nelle carceri del suo castello dove appena un anno dopo, in circostanze non ancora del tutto chiarite, morì in odore di santità.

L'incoronazione di Celestino V

Il suo brevissimo papato e la sua figura di esempio perfetto di ascesi e religione hanno portato a credere e ritenere quel gesto così fuori dall’ordinario, un segno di qualcosa di misterioso e legato a personaggi e oggetti che ancora oggi sono ritenuti misteriosi. In particolare si pensa infatti che quell’improvvisa decisione celi nella realtà la fine di un compito che gli era stato assegnato, come un mandato, finito il quale non aveva più senso continuare a rimanere. Ma cosa c’è di vero? E a chi e cosa ci riferiamo?

Il periodo dell’elezione papale di Pietro da Morrone è religiosamente e storicamente molto complesso. Alla fine del 1200, la Chiesa stava ancora subendo quella che sarebbe passata alla storia come la lotta per le investiture, e usciva anche dalla guerra politica dei Guelfi e dei Ghibellini per la supremazia religiosa o imperiale, mentre dall’altra, crescevano e proliferavano ordini monastico-cavallereschi chiamati alla lotta e alla protezione dei pellegrini contro gli infedeli musulmani. Fra questi ordini sicuramente il più famoso ma anche importante era quello dei Templari che avevano negli anni raggiunto un potere politico ed economico degno di una potenza europea tanto da poter prestare denaro a sovrani e imperatori per le loro necessità. Assieme, si dice, che avessero anche accumulato durante la loro attività molte reliquie, alcune delle quali anche molto importanti come la Sacra Sindone, che secondo studi recenti, sarebbe passata proprio dalle loro mani per essere poi resa pubblica soltanto pochi decenni dopo la loro abolizione.

Baldovino cede il Tempio di Salomone ai Templari

Che l’allora Pietro da Morrone e i Templari abbiano avuto dei contatti è cosa certa. Quando nel 1274 il futuro Papa si recò a Lione per far sì che la sua Congregazione venisse riconosciuta durante i lavori del Concilio, fu ospitato proprio nella commenda dell’Ordine templare della città. Qui fra l’altro risiedeva anche il Gran Maestro Guillameau de Beaujeu che rimase molto colpito dall’uomo tanto che lo aiutò nella missione che lo aveva spinto al viaggio. I rapporti fra Pietro e i Templari continuarono. L’uomo una notte sognò la Madonna che gli chiese di costruire una chiesa nel suo nome: Celestino, seppur già noto, non possedeva però le risorse necessarie per fare quanto la Vergine gli aveva chiesto e a chi poteva rivolgersi se non all’ordine più ricco e potente del momento? Pietro, si dice, andò quindi a L’Aquila protetto da un gruppo di cavalieri  portando con sé anche qualche maestro costruttore che avrebbe dovuto, oltre che progettare l’edificio, trovare anche il luogo migliore per costruirlo. Fu così che così con il denaro dei Templari fu iniziato il cantiere per la magnifica basilica di Santa Maria a Collemaggio, quella dove Celestino poi verrà insignito della carica papale e che si dice per la sua architettura e tipologia strutturale ricorda le costruzioni monastico cavalleresche con chiari richiami esoterici che vedremo in un prossimo appuntamento.

Arma del Gran Maestro Guillameau de Beaujeu 

Si dice anche che proprio grazie al rapporto di fiducia che si era instaurato fra i Cavalieri e il futuro Papa, molte delle reliquie furono messe al sicuro in luoghi nascosti. Secondo alcune teorie infatti, i  Templari dettero molti degli oggetti sacri in loro possesso proprio a Pietro quando sentirono che il loro ordine cominciava ad essere in pericolo e il luogo prescelto sarebbe stata proprio la basilica aquilana.

L'Aquila, Basilica di Santa Maria a Collemaggio

Grazie ad alcune recenti ricerche con l’aiuto di strumenti geotecnici si è scoperto che le mura della basilica nasconderebbero nelle fondamenta una cavità piuttosto grande protetta da pareti spesse e potenti, assolutamente al momento inaccessibili. Che sia questo il luogo dove sono state messe a protezione le importanti reliquie dei Cavalieri Templari? Che con la sovvenzione di quella costruzione quindi i Templari abbiano in realtà celato anche un modo per creare un luogo sicuro e segreto dove poter tenere i propri preziosi tesori e averi?

La Sacra Sindone

Non esistono ancora prove storiche documentarie che attestino queste ipotesi purtroppo, L’Aquila e la basilica hanno, come vedremo prossimamente, moltissime caratteristiche e simboli che richiamano a simboli esoterici e templari, ma ancora nessuno in quel vano vuoto è mai riuscito a penetrarvi e a provare quanto alcuni degli studiosi sostengono. E forse questo alone di mistero è destinato a durare nel tempo, perché a volte il dubbio affascina e spinge a cercare ed indagare più della concreta realtà.


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