di Mario Pagni
La chimera statua bronzea |
Fra i
reperti archeologici di inestimabile valore sia storico che artistico vi è
quella che comunemente viene chiamata la Chimera di Arezzo nome dato dalla sua
città di provenienza dove venne scoperta presso le antiche mura nel 1553 ma
attualmente degnamente ospitata nei locali del Museo Archeologico Nazionale di
Firenze. Si tratta di una scultura in bronzo di epoca etrusca ma più volte
appartenuta ad importanti famiglie fiorentine compresa la pregiata collezione
medicea.
Fin dal suo ritrovamento questo magnifico bronzo destò interesse di vari artisti, tra cui lo scultore del Cinquecento Benvenuto Cellini che, secondo la tradizione, ne curò il primo restauro. Considerata dai Medici, che governavano Firenze, un vero e proprio trofeo archeologico, la Chimera venne subito trasportata in città come simbolo propagandistico della loro politica.
La chimera in esposizione a Palazzo Vecchio a Firenze |
Probabilmente però la scultura in origine era
collocata in un santuario, poiché sulla zampa anteriore destra è visibile
un’iscrizione votiva riferita ad una divinità etrusca. La pregiata opera
bronzea doveva forse fare parte di un intero gruppo di sculture con
Bellerofonte e Pegaso il cavallo alato. La Chimera ha un aspetto mostruoso, con
il corpo di leone e la coda a forma di
serpente che aggredisce mordendo uno dei corni della capra. Dalle notizie del
ritrovamento, presenti nell’Archivio di Arezzo, risulta che questo bronzo venne
identificato inizialmente con un leone poiché la coda, rintracciata in seguito
da Giorgio Vasari, non era ancora stata trovata. Il ripristino della coda è
però un restauro sbagliato: il serpente infatti doveva avventarsi
minacciosamente contro Bellerofonte e non mordere un corno della testa della
capra che faceva parte del proprio corpo. La figura mitologica della Chimera
era sinonimo di una somma di vizi: la
violenza del leone, la perfidia e l’oscurità del serpente. Altra
interpretazione interessante è invece data dagli alchimisti medievali. Questi
ultimi spiegavano così la Chimera: il leone era il coraggio, la forza, il sole,
il calore e l’estate; il serpente rappresentava il male, la notte, la vecchiaia
e l’ inverno; la capra infine era la transizione e il crepuscolo e
simboleggiava le stagioni dell’autunno e della primavera.
Pittura vascolare greca la chimera |
Il racconto mitologico
Sono gli
antichi Greci che descrivono la chimera come un essere terribile e
mostruosamente ripugnante per il suo “triplice” corpo e dicono che fosse armata
di fiamme che vomitava dalle sue tre teste. Così il Liber Monstrorum la
descrive, spaventosa e trimorfa, frutto del connubio delle sopradescritte forme
animalesche : serpente, leone e capra. A quest’ultima componente rimanda il
nome chimaira, ma la sua forma , come per l’unicorno è abbastanza incerta e mai
ben definita dal punto di vista iconografico. Usata spesso come motivo
decorativo, soprattutto in occidente e nell’arte greca e poi
romanica,sopravvisse come tale alle condanne degli asceti,anzi diffondendosi
come simbolo e ornamento medievale e rinascimentale, sempre avversato dalla
simbologia cristiana che ravvisava nelle tre forme animalesche una sorta di
insieme di elementi demoniaci.
Bestiario medievale la chimera |
Nella mitologia greca l’essere è figlio di
Tifone, discendente della Madre Terra con caratteristiche serpentine , ed
Echidna, descritta come metà donna e metà serpente abitante di caverna, dalla
quale nacque una mostruosa prole: Cerbero il cane infernale, l’Idra di Lerna,
la stessa Chimera e Orto il cane bicefalo che si unì con sua madre per generare
la Sfinge. Profondamente legati all’elemento terra ed alle sue caratteristiche
serpentine, la vittoria degli Eroi solari su questi esseri corrisponderebbe
simbolicamente alla separazione del “cielo” dalla Terra stessa per la
costituzione finale di un Cosmo ordinato e fuori dal Caòs primordiale.
Bellerofonte uno dei succitati eroi, mentre era ospite di Preto, re di Argo, fu
accusato dalla moglie del regnante di averla ripetutamente insidiata. L’accusa
era ingiusta, ma Preto, profondamente turbato, inviò lo sventurato ospite dal
suocero, il re di Licia, con il proposito di farlo eliminare. Quest’ultimo per
concludere l’opera gli affidò una missione che riteneva suicida e senza scampo
: uccidere la Chimera , il mostro che il re di Caria teneva come custode. Ma
Bellerofonte, dopo aver domato Pegaso il cavallo alato, aggredì la belva
uccidendola con la sua lancia che immersa
nel piombo fuso dalle fiamme emesse dalla bocca stessa del mostro, la soffocò.
Pittura vascolare greca Bellerofonte uccide la chimera |
Era
l’iniziato solare alato che simbolicamente aveva avuto il sopravvento
sull’elemento demoniaco terreno. Vi sono anche molte altre interpretazioni
tutte legate alla antica simbologia e tutte di un certo fascino sapienziale. La
Chimera come Medusa e la stessa Sfinge, potrebbe essere stata interpretata come
la Dea Madre mediterranea, preindoeuropea, tripartita secondo la suddivisione
dell’anno: Leone in primavera – estate, capra estate–autunno e infine serpente
per autunno – inverno ovvero l’avvicendarsi delle stagioni sul calendario.
Snoopy novello Bellerofonte alle prese con la Chimera |
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