di Mario Pagni
L'uroboro |
È
consuetudine definire “magico” quel modo di pensare al confine fra religione e
scienza che invece della logica causale cui siamo abituati, si serve delle
corrispondenze e delle “sincronie” (“come qui, anche là”). Alla sua base vi è
una concezione del mondo diversa da quella oggi dominante. I problemi di causa,
effetto, scopo, fondamentali per la nostra civiltà, dicono ben poco alla
mentalità magica. Per questa hanno valore le corrispondenze fra gli eventi (ad
esempio fra il macrocosmo del mondo stellare ed il microcosmo dell’uomo, oppure
fra i prodotti chimici degli alchimisti e la loro anima) e non la ricerca delle
loro cause.
L’astrologia è qualche cosa di più e di diverso da una astrologia pre-scientifica, l’alchimia qualche cosa di più e di diverso da una chimica pre-scientifica. Alla base di ogni loro sforzo vi è l’Uomo come piccolo cosmo inserito nella totalità dell’universo. La sua legittimità deriverebbe dal macrocosmo e la sua interiorità si purificherebbe e si nobiliterebbe insieme alle cose terrene elevandosi verso un regno sempre più spirituale.
Sarebbe
errato definire l’uomo magico (l’homo divinans”) di Danzel che cerca di
divinare il futuro attraverso le corrispondenza degli aventi terreni come un essere
irrazionale, incapace di pensiero logico. Tutto il suo modo di vivere a partire
dall’uso di qualsiasi utensile, dimostra che egli è capace di deduzione
causale; la scienza è oggi scettica di fronte alla teoria secondo la quale
l’uomo avrebbe avuto una mentalità “prelogica”.
Al contrario
nella sua vita spirituale ebbero grande importanza i “paralogismi”, quei
ragionamenti cioè che si svolgono al di fuori della logica. Furono determinanti
l’esperienza intuitiva, la sperimentazione dell’inafferrabile (senza doversi
porre ogni momento la questione del “come”), ma sarebbe errato voler attribuire
questa spiritualità esclusivamente ai tempi antichi; essa infatti, come si può
facilmente verificare, è largamente diffusa anche al giorno d’oggi.
Tavola dei simboli alchemici |
Religione e
magia (intese nel senso più vasto di questi termini) indicano entrambe il
riconoscimento di un mondo soprannaturale. Mentre però l’“homo religiosus”
vuole sottomettersi alla volontà di Dio (non come io voglio, ma come Tu vuoi)
l’uomo magico partendo da un atteggiamento più autonomo, si sforza di guidare e
di manipolare il mondo soprannaturale per potersene servire ma anche di
dominare le forze stesse della natura che lo circonda come gli Sciamani o i
sacerdoti Druidi della “Antica religione” .
Il Triskell celtico |
Il mondo
degli astri per l’uomo magico non è uno spazio vuoto nel quale splendono
lontani corpi celesti, ma una sfera vivificata da entità possenti e piena di
segni misteriosi per l’uomo terreno. Se l’astrologia cerca di vedere gli eventi
macrocosmici come corrispondenti delle vicende umane, l’alchimia tende a far
agire, sotto forma di metalli, le immagini terrene delle forze planetari, nei
momenti che l‘astrologia definisce più adatti ed in funzione di questa
aspirazione cerca di sollevare insieme con i metalli che si purificano, anche
l’uomo che li lavora. I simboli delle stelle e quelli dei metalli sono perciò
comuni all’alchimia ed all’astrologia.
Oltre alla
teoria delle corrispondenze, esistono altre forme di magia, gli incantesimi e
l’evocazione, che cercano, mediante un ben preciso rituale, di costringere in
una manifestazione corporea, le potenze soprannaturali (ad esempio quelle
planetarie), chiamate angeli, intelligenze, demoni, spiriti dei pianeti, ecc.
Le prime tracce di queste evocazioni magiche si osservano nell’oriente
preislamico. Anche durante l’età moderna esse ebbero una certa importanza nei
“grimoires” e nei libri di magia proibiti. Questo genere di magia si serviva di
numerosi “characteres” e di segni simbolici antichi descritti per lo più come
impronte di determinati essere soprannaturali (collegati spesso con l’oscuro
regno di Satana).
Pentacolo trappola per il diavolo |
Per quanto
riguarda i segni simbolici della preistoria e della storia antichissima,
mancando una tradizione, resta assai difficile dire se e quali segni facessero
parte del grande regno dell’arte magica. Molto probabilmente vi appartennero
quelle punte di freccia e di lancia che l’uomo preistorico disegnava sulle
pareti delle caverne come rito di caccia insieme alle sue prede. Nelle culture
antiche è molto difficile distinguere i simboli magici da quelli religiosi. Una
tradizione magica vera e propria ricca di simboli misteriosi, nettamente
separata dalle dottrine ufficiali e quindi bisognosa di segni incomprensibili
al profano, compare solo alla fine dell’età antica quando iniziarono le
rivalità fra sette e sistemi religiosi con tradizioni esoteriche (provenienti
dal mondo spirituale quasi sconosciuto della Gnosi). Più tardi invece la
letteratura magica divenne vastissima. Solo nelle stampe e nei manoscritti
alchimistici compaiono migliaia di simboli e di loro varianti. Da una parte la
scelta di molti di questi simboli si basa sui manoscritti lasciati sia da alchimisti che da storiografi esperti del
settore con la loro origine e che compaiono anche con una certa frequenza
iconografica.
Occhio di Horo |
Nell’ambito
della magia tutte queste sigle che rappresentano ciò che è ignoto, sono
particolarmente significative per coloro che sentono l’influsso di questo mondo
spirituale, esse sono manifestazioni e messaggi di esseri e di potenze
soprannaturali rappresentabili con nomi e parole dai suoni misteriosi, a
prescindere dal fatto che spesso lo storiografo ne vede esclusivamente la
derivazione paleografica. Troviamo questi simboli non soltanto nelle stampe e
nei manoscritti magici, ma anche sui talismani (portafortuna) e sugli amuleti
(protettori di disgrazie), spesso incisi su pietre e metalli preziosi. Credere
nella potenza dei tali “antenne di onde inafferrabili” poteva indubbiamente
conferire forza e fiducia in se stessi. Il fatto che esistano ancor oggi uomini
convinti della forza dei talismani e che in molte automobili pendano i più
svariati portafortuna, dimostra che il mondo della magia, pur in una veste più
scherzosa, è tuttora vivo.
Segni alchemici di minerali e metalli oltre ai pianeti conosciuti |
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