di Mario Pagni
La costellazione della Vergine |
Dopo la
pausa estiva riprendiamo il nostro cammino astronomico lungo la fascia
zodiacale che ci porterà lentamente verso l’oscurità e il riposo stagionale
invernale. A questo proposito nessuna costellazione come la Vergine racconta la
sua origine mitologica offrendoci una
complessa narrazione riferita proprio alla ciclicità delle quattro stagioni.
Dobbiamo però innanzitutto premettere che uno dei miti sarebbe anche collegato
ad un’altra costellazione: la Bilancia. Proprio questo gruppo di astri infatti
era identificato con Astrea (o Dike) la dea della giustizia fuggita in cielo al
termine della cosiddetta Età dell’Oro, offesa e inorridita dalle malefatte e
dalla cattiveria degli esseri umani.
La dea Astrea o Dike |
Il mito più suggestivo rimane tuttavia quello che mette in relazione la costellazione con la vicenda della bella Persefone (o Proserpina) figlia di Demetra (o Cerere), dea della campagna e delle messi. Si racconta che Plutone dio degli Inferi, si sentiva terribilmente solo nel suo mondo di tenebra. Un po’ per colmare questa esigenza un po’ perché attratto dalla bellezza di Persefone, decise di portarla nel suo regno e di farne la sua compagna. Un giorno mentre la fanciulla era intenta a raccogliere fiori nei prati intorno ad Enna nella terra di Sicilia sacra alla madre la rapì. Demetra disperata per la sparizione della figlia, decise di cercarla in ogni dove chiedendo aiuto anche agli astri del cielo.
La prima a
cui si rivolse fu la costellazione circumpolare celeberrima dell’Orsa Maggiore
la quale però non riuscì a dargli alcun ragguaglio perché il ratto era avvenuto
in pieno giorno, mentre il suo compito era e sarebbe quello di vegliare
montando la guardia il Polo Celeste ma solo nelle ore notturne. Allora Demetra
si rivolse al dio Sole (Elio) che finalmente fu in grado di raccontare ciò che
realmente era accaduto. Come rappresaglia sia contro Plutone che verso tutte le
altre divinità che non avevano impedito il rapimento della bella figlia, Demetra cominciò a disinteressarsi dei
raccolti e più ingenerale della campagna e dei suoi frutti lasciando inaridire
progressivamente tutta la terra con devastanti conseguenze prima fra tutti
la fame e la desolazione del paesaggio. Zeus fu allora costretto a convocare
Demetra della quale era fratello così come lo era di Plutone. Era però già
troppo tardi per riportare Persefone in vita che aveva già ingerito dei semidi
melograno che gli impedivano di
ritornare nel mondo dei vivi. Ma Demetra non intendeva più ragioni
continuando la sua opera di devastazione e di abbandono nei confronti del
territorio. Zeus allora dovette ricorrere aduna sorta di compromesso stabilendo
che Persefone trascorresse metà dell’anno (Autunno e Inverno) sotto terra
assieme al compagno Plutone, mentre in Primavera e in Estate ella poteva
ritornare dalla madre durante la stagione della rinascita e dei successivi
raccolti.
Il ritorno di Persefone da Demetra |
Nacquero così le ben note stagioni che ciclicamente si
ripeterono all’infinito esattamente come ancora avviene oggi
seppure con qualche problemino in più per il surriscaldamento
progressivo del pianeta. Alla vicenda narrata vi sono come sempre delle
varianti e alcuni mitografi indicano spesso anche la stagione autunnale fra
quelle incluse nella permanenza di Persefone con la madre.
Figura mitologica e schema antico della Vergine |
La
costellazione della Vergine è anche ricca di bellissimi oggetti celesti anche
se visibili solo con potenti telescopi
ma anche di riferimenti alla succitata mitologia; poiché Demetra era spesso raffigurata con in mano una spiga (in latino
Spica), è proprio con questo nome che è stata classificata la sua stella di
prima grandezza in termini astronomici e conseguentemente la più luminosa
della costellazione. Sempre visibili e soprattutto inquadrabili nello schema
stellare della Vergine à la galassia “Sombrero” così definita per la sua forma
a cappello messicano che assieme ad altre galassie costituisce la cosiddetta
miriade di “chicchi di grano” per rimanere nel tema mitologico delle spighe.
La galassia a "sombrero" |
Con i Romani
furono altre ma spesso simili le interpretazioni astronomiche e subentrò anche
il tema della verginità, (è il caso di Diana e di Minerva) e di nuove
implicazioni archetipiche di simboli che in estrema sintesi riportarono persino
alla Grande Madre (Cibele) o alla siriaca Derceto per i riferimenti al globo
terracqueo.
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