giovedì 16 settembre 2021

La Costellazione della Vergine

di Mario Pagni

La costellazione della Vergine

Dopo la pausa estiva riprendiamo il nostro cammino astronomico lungo la fascia zodiacale che ci porterà lentamente verso l’oscurità e il riposo stagionale invernale. A questo proposito nessuna costellazione come la Vergine racconta la sua origine mitologica offrendoci una complessa narrazione riferita proprio alla ciclicità delle quattro stagioni. Dobbiamo però innanzitutto premettere che uno dei miti sarebbe anche collegato ad un’altra costellazione: la Bilancia. Proprio questo gruppo di astri infatti era identificato con Astrea (o Dike) la dea della giustizia fuggita in cielo al termine della cosiddetta Età dell’Oro, offesa e inorridita dalle malefatte e dalla cattiveria degli esseri umani.

La dea Astrea o Dike

Il mito più suggestivo rimane tuttavia quello che mette in relazione la costellazione con la vicenda della bella Persefone (o Proserpina) figlia di Demetra (o Cerere), dea della campagna e delle messi. Si racconta che Plutone dio degli Inferi, si sentiva terribilmente solo nel suo mondo di tenebra. Un po’ per colmare questa esigenza un po’ perché attratto dalla bellezza di Persefone, decise di portarla nel suo regno e di farne la sua compagna. Un giorno mentre la fanciulla era intenta a raccogliere fiori nei prati intorno ad Enna nella terra di Sicilia sacra alla madre la rapì. Demetra disperata per la sparizione della figlia, decise di cercarla in ogni dove chiedendo aiuto anche agli astri del cielo.

La prima a cui si rivolse fu la costellazione circumpolare celeberrima dell’Orsa Maggiore la quale però non riuscì a dargli alcun ragguaglio perché il ratto era avvenuto in pieno giorno, mentre il suo compito era e sarebbe quello di vegliare montando la guardia il Polo Celeste ma solo nelle ore notturne. Allora Demetra si rivolse al dio Sole (Elio) che finalmente fu in grado di raccontare ciò che realmente era accaduto. Come rappresaglia sia contro Plutone che verso tutte le altre divinità che non avevano impedito il rapimento della bella figlia, Demetra cominciò a disinteressarsi dei raccolti e più ingenerale della campagna e dei suoi frutti lasciando inaridire progressivamente tutta la terra con devastanti conseguenze prima fra tutti la fame e la desolazione del paesaggio. Zeus fu allora costretto a convocare Demetra della quale era fratello così come lo era di Plutone. Era però già troppo tardi per riportare Persefone in vita che aveva già ingerito dei semidi melograno che gli impedivano di  ritornare nel mondo dei vivi. Ma Demetra non intendeva più ragioni continuando la sua opera di devastazione e di abbandono nei confronti del territorio. Zeus allora dovette ricorrere aduna sorta di compromesso stabilendo che Persefone trascorresse metà dell’anno (Autunno e Inverno) sotto terra assieme al compagno Plutone, mentre in Primavera e in Estate ella poteva ritornare dalla madre durante la stagione della rinascita e dei successivi raccolti.

Il ritorno di Persefone da Demetra

Nacquero così le  ben note stagioni che ciclicamente si ripeterono all’infinito esattamente come ancora avviene oggi  seppure con qualche problemino in più per il surriscaldamento progressivo del pianeta. Alla vicenda narrata vi sono come sempre delle varianti e alcuni mitografi indicano spesso anche la stagione autunnale fra quelle incluse nella permanenza di Persefone con la madre.

Figura mitologica e schema antico della Vergine

La costellazione della Vergine è anche ricca di bellissimi oggetti celesti anche se visibili solo con potenti telescopi  ma anche di riferimenti alla succitata mitologia; poiché Demetra era spesso raffigurata con in mano una spiga (in latino Spica), è proprio con questo nome che è stata classificata la sua stella di prima grandezza in termini astronomici e conseguentemente la più luminosa della costellazione. Sempre visibili e soprattutto inquadrabili nello schema stellare della Vergine à la galassia “Sombrero” così definita per la sua forma a cappello messicano che assieme ad altre galassie costituisce la cosiddetta miriade di “chicchi di grano” per rimanere nel tema mitologico delle spighe.

La galassia a "sombrero"

Con i Romani furono altre ma spesso simili le interpretazioni astronomiche e subentrò anche il tema della verginità, (è il caso di Diana e di Minerva) e di nuove implicazioni archetipiche di simboli che in estrema sintesi riportarono persino alla Grande Madre (Cibele) o alla siriaca Derceto per i riferimenti al globo terracqueo.


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