lunedì 13 settembre 2021

Mitra la divinità del Sole

di Chiara Sacchetti

È una delle divinità più antiche che nel tempo si sono diffuse nel mondo, arrivando fino all’Impero Romano per essere poi trasformate forse nella nuova religione appena sorta in un lungo ma abbastanza semplice processo di fusione.

Secondo il mito Mitra nacque da una roccia, che gli avrebbe fatto da ventre materno avvolta da spire di serpente, con in mano un coltello e una fiaccola. La sostanza con cui era fatto non era né rocciosa né tantomeno umana, ma imponderabile, anche se presentava tutte le caratteristiche dell’uomo, con i bisogni primari come quello della fame e la sete, e le sofferenze umane con quelle del caldo e del freddo. Appena nato, Mitra, avrebbe scagliato una freccia dando così origine ad una sorgente, poi avrebbe stipulato un patto con il Sole confermato in seguito confermato. Ma l’episodio più importante del suo mito è certamente l’uccisione del toro, che avrebbe così generato l’intero universo, e che viene riprodotta in tutti i mitrei  nella tauroctonia.

Mitra con il toro, British Museum, Londra

Sappiamo che la sua data di nascita è il 25 dicembre, giorno che ovviamente non può non essere associato alla venuta al mondo di Cristo e che a sua volta richiama le cerimonie e i riti legati alla ciclicità della vita e al passaggio delle stagioni.

La più antica menzione del dio Mitra risale al XIV sec. a.C, e si trova un documento dove vengono enumerati tre dei, Indra, Varuṇa e appunto Mitra e due cavalieri, gli Ashvin o Nasatya, come garanti del trattato tra il regno hurrita di Mittani e gli Ittiti. (riguarda se ho capito)

Il culto nacque intorno al 1200 a.C., dove nella raccolta Veda Mitra veniva identificato come una delle divinità solari, dio dell’amicizia e governatore del giorno, e invocato assieme a Varuna tanto da fonderne il nome in Mitravaruna: qui il primo diveniva il ritmo cosmico delle sfere celesti e puniva i malvagi e i trasgressori, mentre il secondo colui che generava la luce all’alba e proteggeva la giustizia, i patti e il bestiame. La riforma di Zarathustra ridusse enormemente il numero degli dei, fra cui Mitra che venne declassificato a semplice divinità venerabile, come un essere creato, anche se alcune feste e residui di miti dimostrano come restava fortemente radicato nella cultura e nelle cerimonie della popolazione. Nei libri sacri della religione mazdea (Avestà), Mitra divenne “Giudice delle Anime” grazie alle numerose imprese che compì, con il compito di aiutare  Ahura Mazdā nella distruzione del male e nell’organizzazione del mondo, fino a diventare il suo rappresentante sulla terra.  Egli proteggeva anche le anime  accompagnandole in Paradiso, come nemico e protettore dal Male.

Mitra e il Sole in una rappresentazione muraria anonima

Con l’espansione dell’impero persiano Mitra arrivò a Babilonia dove si contrappose con il dio solare Shamash, il dio del sole e della giustizia: la fine dell’impero sancì anche nell’Asia Minore l’ascesa di Mitra a culto particolare, almeno fino all’arrivo del Cristianesimo. A lui erano dedicati il 7° mese dell’anno e il 16° giorno del mese, molti furono infatti i templi innalzati nel suo nome. I principi dell’Armenia, alcuni dei quali presero proprio il nome di Mitra come aggettivo del loro nome, erano gli eredi dei sacerdoti di culto mitraico. Sotto la dinastia degli  Achemenidi, la triade Ahura Mazda-Mitra-Apam Napat venne sostituita progressivamente con Ahura-Mitra-Anahita, dove quest’ultima divinità era la dea mesopotamica Isthtar.

Fu forse la scoperta della precessione degli equinozi che portò Mitra ad entrare nel pantheon degli dei greci e romani in particolare; secondo alcuni studiosi il suo culto si sviluppò a Pergamo nel II sec. a.C., mentre secondo altri fu la Cilicia, e in particolare Tarso la località dove la sua venerazione cominciò a prendere campo. Quello che è certo è che fu sicuramente l’espansione dell’Impero Romano a deciderne la diffusione presso i Romani stessi, data infatti la tendenza generale a integrare le proprie divinità con quelle orientali.

Mitra in un bassorilievo

C’è da dire però che in Grecia Mitra non entrò mai davvero nell’alveo degli dei, restando relegato soprattutto alle zone costiere, dove divenne una divinità solare, protettore del Ponto e degli Imperatori dei Parti e dei pirati della Cilicia: per le sue caratteristiche venne sempre associato ad Apollo, il dio del Sole, e ad Elio. Al contrario a Roma Mitra a partire dal I sec. d.C. divenne un dio romano, il cui culto fra l’altro venne spesso usato dagli imperatori come una religione autorizzata di pari passo con il Cristianesimo, fino a quando i due credo si fusero completamente e la religione cristiana divenne la religione ufficiale con Teodosio, prendendo moltissime caratteristiche proprio dal Mitraismo.

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