di Chiara Sacchetti
È la
religione del dio Mitra, presente nel Mediterraneo orientale già a partire dal
II-I sec. a.C. e poi diffusasi anche nell’Impero Romano dal I sec. d.C, per
essere poi propagato dalle guarnigioni militari nelle zone di confine e avere
il suo culmine intorno al III-IV sec., quando con l’imperatore Tiberio il
Cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’impero. Divenne poi, non
nella sua accezione di culto misterico, anche religione pubblica, mettendosi
spesso in relazione fino a fondersi e identificarsi con il culto del Sole con
il quale finì per identificarsi. Successivamente e per gradi si fuse anche con
il Cristianesimo, con il quale prima entrò in conflitto e poi nel tempo finì
invece per esserne soppiantato, ma lasciandogli in eredità molte delle sue
caratteristiche principali.
Sappiamo che il Mitraismo fa parte dei cosiddetti culti misterici, ossia quelle religioni, per dirlo in maniera piuttosto semplice, che appartengono ad una cerchia ristretta di persone, una sorta di setta, le cui cerimonie sono segrete e aperte soltanto agli iniziati e agli adepti. Ma a ragione di ciò, come per altri riti simili, scarsissimi sono i documenti o le attestazioni di questo culto così antico; le pochissime informazioni si devono da una parte a scrittori per la maggior parte cristiani e pagani sicuramente non più adepti della setta, e dall’altra sono conseguenze delle conoscenze sullo zoroastrismo, al quale spesso il mitraismo viene associato.
San Girolamo nella sua
epistola CVII 2, ad Laetam, ci racconta che c’erano 7 gradi di
iniziazione, ciascuno sotto il patrocinio di un segno zodiacale, corax, ossia il corvo di Mercurio, con i
simboli della coppa, del caduceo e dello stesso corvo; nimphus, la crisalide con Venere, e simboleggiato da un diadema, una
lampada e un serpente; il miles,
soldato con Marte, non a caso dio della guerra, che richiamava la battaglia
contro le forze del male, e
rappresentato per questo da un elmo, una lancia e una borsa da viaggio; leo, il segno del leone con Giove, con i
simboli di fulmini, sistro e una pala da fuoco; perses, persiano con
Il culto veniva celebrato nel famoso mitreo, o in
latino spelaeum, la caverna, così chiamato per collegare la cerimonia con
il luogo di nascita del dio, che avvenne secondo la mitologia, uscendo da una
roccia; il problema però si poneva nei centri abitati dell’Impero dove il culto
era ben presente ma scarseggiavano grotte e anfratti, e dove venivano
utilizzato luoghi sotterranei come quelli sotto le terme o i criptoportici. Non
a caso ancora oggi in moltissimi luoghi segreti sono stati ritrovati manufatti
e affreschi che richiamano questo antichissimo culto.
I misteri
del culto mitraico, nascono, secondo il mito, quando il dio inizia al suo culto
con il Sole, al quale è separato ma allo stesso tempo legato e con il quale fa un patto poi,
successivamente un banchetto di pace. Una volta finito il rituale salgono
assieme sul carro verso il cielo.
Come tutti i
culti misterici, non sappiamo con certezza cosa accadesse in modo preciso e
dettagliato durante le cerimonie dedicate al dio. L’unica eccezione sarebbe
stato il cosiddetto “Papiro Magico”, un
documenti egiziano risalente al IV sec. d.C. che avrebbe avuto nelle sue 36
pagine la descrizione di molti rituali che avvenivano durante gli incontri
degli adepti e dei neofiti del dio Mitra. Recenti studi però hanno messo
seriamente in dubbio che quelli descritti siano veramente i rituali del
Mitraismo, dando invece spazio a tradizioni autoctone egiziane da cui forse lo
stesso Mitraismo avrebbe comunque tratto ispirazione. Ma è sempre grazie a Tertulliano,
originariamente soldato di Mitra fino alla conversione al Cristianesimo, che
ancora oggi sappiamo qualcosa dei rituali mitraici. Durante il primo grado,
quello del Corvo, l’adepto vestito con una tunica nera, colore dell’animale, doveva
passare dal doppio rituale dell’acqua e del fuoco, facendosi prima immergere
dentro una vasca di acqua gelida e poi doveva attraversare un fuoco o passare
sopra una lastra infuocata. Il tutto si traduceva, come accadeva negli altri
culti misterici, in una morte apparente del neofita, che lasciava la vecchia
vita e rinasceva in una nuova come seguace del dio. Nel secondo invece, veniva
vestito di una veste candida, mentre nel terzo, il miles era chiamato a combattere contro un uomo armato con la spada
per conquistare la corona. Alla fine
doveva così spogliarsi degli abiti in segno di un nuovo abbandono della vita
precedente e di nuova nascita, inginocchiarsi in segno di sottomissione per
essere poi bendato e legato mentre con la lancia gli veniva consegnata la
corona dai sette raggi. A questo punto con un colpo secco della lama della
lancia veniva liberato dalle corde e tolta la benda, la corona veniva posta
sulla sua spalla e l’adepto doveva pronunciare le seguenti parole: «Mithra
è la mia sola corona!». Più facile il passaggio al 4° grado che consisteva
semplicemente nel cospargersi la bocca di miele.
I primi tre gradi erano accessibili a tutti e in sostanza piuttosto
semplici, mentre quelli successivi di volta in volta sempre più difficili, per
arrivare all’ultimo al quale si dice si arrivasse soltanto per “raccomandazione”
piuttosto che per reali capacità dell’adepto.
I 3 gradi del processo alchemico
In tanti hanno visto nelle caratteristiche appena descritte molti
riferimenti all’alchimia, e in particolare ai suoi vari stadi della Nigredo, Albedo
e Rubedo, che sarebbero chiari riferimenti ai passaggi dei primi 3 gradi
dell’iniziazione al Mitraismo. Possibile. Quello che è certo, e che ho imparato
studiando, è che ci sono tanti anzi tantissimi collegamenti fra le varie
religioni, da quelle più antiche a quelle più recenti e che sicuramente le une
hanno influenzato le altre, lasciando spesso qualcosa di sé. C’è chi ha visto
anche nel culto mitraico molti riferimenti ai ”passaggi di grado” nella moderna
Massoneria compreso il fatto del superamento di varie prove e del “rinascere”
ad una nuova condizione da profano ad iniziato.
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