Uomo
eclettico, grande studioso e sperimentatore, come altri grandi artisti e uomini
straordinari del calibro di Leonardo da Vinci, Athanasius Kircher fu un gesuita
filosofo e storico del XVII secolo, celebre per le numerosissime opere che ci
ha lasciato che ci immergono nella sua immensa conoscenza.
Ultimo di 9
figli, Athanasius nacque il 2 maggio 1602 a Geisa in Germania da Johannes
Kircher di Magonza, dottore in filosofia e teologia oltre che musicista, che aveva
lavorato prima al servizio del principe-abate Baldassare di Fulda, poi quando
l’uomo venne espulso, divenne insegnante. A
soli 14 anni iniziò la sua vita religiosa, entrando prima come novizio nel
Collegio Gesuita di Fulda, dove imparò il greco antico e l'ebraico e poi il
2 ottobre di due anni dopo entrò nell'ordine gesuita a Paderborn dove
approfondì le lingue classiche e lo studio delle scienze.
Dopo aver studiato anche filosofia a Colonia, Kircher ricevette a Würzburg l’incarico di insegnante di filosofia matematica e lingue orientali, ma nel 1631 a causa della guerra dei “Trent’anni” fu costretto a trovare rifugio ad Avignone dove allestì un osservatorio e pubblicando anche un saggio di gnomonica.
Nel 1635
venne richiamato a Roma da papa Urbano VIII che gli offrì un posto come insegnante di matematiche al Collegio
Romano, lavoro che lasciò dopo soli 8 anni per dedicarsi allo studio delle
antichità fondando nel 1641 il Museo del Collegio Romano, una sorta di camera delle meraviglie che raccoglieva oggetti di ogni
tipo. Così viene descritta «la camera delle meraviglie di padre
Athanasius che anticipava i moderni musei delle scienze, perché istruiva
giocando, con stravaganti esperimenti e con un continuo ricorso ad immagini».
L'antiporta dell'opera Arithmologia 1665 di Kircher
Il 28
novembre 1670 Athanasius morì a Roma: il suo cuore è conservato ancora oggi nel
Santuario della Mentorella mentre la sua
sepoltura è purtroppo ancora incerta, anche se l’ipotesi più accreditata
sarebbe quella dei sotterranei che collegano la chiesa di Sant’Ignazio di
Loyola in Campo Marzio con la chiesa del Gesù e dove fra l’altro si trovano
altre tombe di prelati e importanti personaggi propri dell’ordine dei Gesuiti.
Di lui ci
restano oltre che numerosi libri (oltre 40) dedicati per la più alla scienza, e
in particolare nella Musurgia universalis,
una cospicua testimonianza sulla musica barocca, del 1650, Kircher ci racconta
di un episodio alquanto singolare e in
particolare di un esperimento che lo avrebbe portato alla certezza che non
esiste il vuoto in natura. Assieme a Gasparo Berti infatti Athanasius avrebbe
introdotto una campanella all’interno di un tubo barometrico in cui, secondo
coloro che invece ritenevano esatta la teoria del l’esistenza del vuoto, si
sarebbe dovuto produrre proprio il “vuoto”. Con il magnete all’esterno fu fatto
muovere il martelletto della campanella, cosa che provocò un suono, ma allo
stesso tempo ciò non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata aria
all’interno.
Da un punto
di vista medico Kircher fu il primo a osservare la presenza di microbi servendosi di un microscopio e non a caso forse
proprio a lui si deve la scoperta, grazie all’analisi del sangue dei malati, che
la peste era in realtà causata da un microrganismo infettivo. Fu lui che
suggerì misure efficaci per prevenire la diffusione della malattia, quali l'isolamento,
la quarantena e anche quello di bruciare i vestiti indossati dagli infetti
oltre ad indossare maschere per impedire l'inalazione di germi.
Fu anche un
inventore. A lui si deve la costruzione del primo antesignano dell’odierno proiettore di immagini, la Lanterna catastrofica come lui
stesso la chiamava che utilizzava la riflessione per proiettare immagini sul
muro di una stanza buia, realizzato andando a modificare la Lanterna magica
inventata da Christiaan Huygens assieme
ad altri. Ma non solo. A lui si deve anche l’invenzione degli orologi
magnetici, di sofisticati automi e perfino del primo megafono oltre all’anticipazione
della combinatoria computeristica.
Continuando
a parlare di Athanasius Kircher però non possiamo dimenticarci che fu spesso
considerato il più famoso egittologo del
tempo se non addirittura il fondatore
della disciplina per i suo lavori e fra i più famosi decifratori. Nel 1628 egli rimase infatti affascinato dalla collezione
di geroglifici della biblioteca di Speyer tanto che si dedicò alla studio dell’antichità
imparando il copto nel 1633 e
pubblicando la prima vera grammatica appena 3 anni più tardi. Per le sue
qualità a lui fu anche inviato il famoso
Manoscritto di Voynich nella speranza di arrivare finalmente alla sua
decifrazione ma senza molta fortuna: il testo rimase nel Collegio Romano
fino all'annessione dello Stato Pontificio da parte di Vittorio Emanuele II
d'Italia nel 1870.
Fontespizio dell'opera di Athanasius Kircher, Obeliscus Pamphilus
Fra i suoi
studi quello sicuramente più singolare e forse anche interessante resta quello delle esegesi bibliche e in
particolare quello sull’Arca di Noè: Kircher analizzò le dimensioni del
mezzo e in base al numero di specie viventi imbarcate su di essa calcolò anche
il sovraffollamento e concludendo che non sarebbe stato un problema portare
l’intero “carico”. Oltre a ciò Kircher studiò anche la logistica del viaggio e
per questo ipotizzò che fosse stato portato bestiame extra per nutrire i
carnivori e anche quale doveva essere il programma giornaliero di alimentazione
e cura degli animali stessi.
Nessun commento:
Posta un commento