di Mario Pagni
George Washington Il Libero Stato nascita della Costituzione Americana |
Il
Settecento è certo il secolo dell’Illuminismo e dell’Encyclopédie, entusiasmato
dallo sviluppo della scienza, inteso a criticare le religioni tradizionali alla
luce di una mentalità laica e razionalista. Ma nello stesso secolo curiosamente
appaiono mistici come Swedenborg o
Saint-Martin; proseguono le ricerche alchemiche, ermetiche e cabalistiche
dei due secoli precedenti, e trionfano le pseudoscienze di Mesmer e di Lavater.
Per capire le due anime del secolo XVIII occorre chiarire la differenza tra due termini come “illuministi” e “illuminati”. Quello che gli Italiani chiamano “Illuminismo” (e talora più propriamente “filosofia o epoca dei Lumi”) è detto in francese philosophie des lumières, in inglese Enlightenment, in tedesco Aufklärung. Ma in queste lingue termini simili al nostro “Illuminismo” si riferiscono invece a quelle correnti o a quegli autori che in italiano sono piuttosto definiti come “illuminati” (illuminés in francese, enlightened in inglese, schwärmer nel senso di “entusiasti” – in tedesco, dove gli illuminaten sono, come sappiamo, una setta particolare).
Il Salone di Madame Geoffrin ritrovo di illuministi |
La filosofia
dei Lumi è una filosofia del progresso che parte da una critica alla tradizione
e sostiene che, basandoci sulla “retta” ragione, possiamo distruggere molte antiche superstizioni. Il pensiero degli
illuminati è invece un pensiero legato alla Tradizione. Secondo questo pensiero
anche nelle sue versioni odierne, esisteva alle origini del mondo, in tutte le
antiche civiltà, una conoscenza piena e
assoluta dei grandi misteri dell’universo, che si esprimeva per simboli ormai
quasi del tutto indecifrabili; ma questa saggezza originaria sarebbe stata
progressivamente perduta. La conoscenza consiste in una reintegrazione, in una riconquista di queste verità
“sapienziali” smarrite, in un’opposizione alla degradazione della cultura
moderna (di cui l’epoca dei Lumi sarebbe stato l’esito più disastroso). Per
ritrovare questa sapienza perduta l’uomo dovrebbe tornare alle antiche
mitologie, alla sapienza degli Egizi o dei druidi delle Gallie, alla tradizione
gnostica, all’alchimia, alla magia teurgica, alla cabala ebraica.
Solo la tradizione conserva secondo
gli Illuminati la memoria del sapere segreto degli inizi, che si può riscoprire solo
attraverso una vera e propria iniziazione.
Salotto di giovani Illuminati |
Sarebbe
affrettato interpretare queste posizioni in termini politici contemporanei di
“sinistra” e di “destra”, o di pensiero rivoluzionario e reazionario.
Certamente il culto della tradizione ha nutrito il pensiero legittimista e
antirivoluzionario del XIX secolo, ma nel XVIII secolo le due concezioni si
sono fittamente e curiosamente intrecciate: molti grandi pensatori sono stati attratti da entrambe le correnti
(un esempio tipico è Goethe ma ci sono stati anche notevoli personaggi di
scienza uno per tutti Isaac Newton), molti “illuminati” hanno preso parte
quindi al fermento rivoluzionario di fine secolo, mentre alcune concezioni
illuministiche hanno poi dato origine a tendenze politiche e filosofiche che
oggi definiremmo “conservatrici” (così come erano stati politicamente
conservatori, i libertini seicenteschi, che hanno influenzato anch’essi molti
pensatori proprio dell’epoca dei Lumi).
Nicolas de Largillière ritratto di Voltaire |
L’intrico
tra illuministi e illuminati emerge con
molta evidenza anche nella storia della massoneria, che nasce in forma
esplicita e ufficiale proprio nel XVIII secolo.
E’ proprio
in questi ambienti definibili “misterici” e poco accessibili alla “massa” che
curiosamente si sarebbe trovato il
giusto equilibrio fra le due ideologie non senza continui ed estenuanti
dibattiti presenti ancora oggi all’interno della stessa istituzione massonica.
Uno dei primi testi enciclopedici di Diderot |
Certo è che
se anche l’uomo che potremo definire “comune” riuscisse a sfuggire ogni tanto
agli intriganti messaggi neanche più subliminali emessi in continuazione dalla
moderna civiltà attraverso i più comuni mass–media (pubblicità, parole guida,
ecc..) e facesse un po’ più spesso una
analisi introspettiva sulle vere ragioni dell’esistenza, tale dibattito avrebbe
già ricevuto con largo anticipo le giuste “sapienziali” risposte, evitando in
partenza conflitti di tipo planetario che non hanno veramente più ragione di
essere.
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