di Mario Pagni
L'uovo, per
tutte le culture antiche, aveva un valore simbolico enorme: era il simbolo
della vita e della rinascita. Il
cristianesimo ha come spesso accade
reinterpretato questa tradizione alla luce delle Nuove Scritture.
Uovo e serpente |
Nonostante i
cambiamenti continui e spesso repentini ai quali ci ha abituato la modernità,
alcune vecchie tradizioni che a loro volta attingono a leggende e abitudini
ancora precedenti che si perdono nella notte dei tempi, mantengono la loro
valenza e importanza anche antropologica. Fra queste il tanto amato uovo di Pasqua al buon sapore di cioccolato al latte o
fondente che al proprio interno nascondeva e nasconde ancora oggi la
“sorpresa” tanto cara ai piccoli ma anche ai loro genitori. Vediamo se pur
brevemente a cosa risale questo ottimo alimento tipico di questo periodo e in
particolare aperto e mangiato proprio nel giorno della resurrezione di nostro
Signore Gesù Cristo. Un breve ma necessario passo indietro ci porta però prima
a trattare del simbolismo dell’uovo dal punto di vista storico ma anche
esoterico.
Il simbolo dell’Uovo cosmico
Esso si riscontra abbondantemente nelle varie culture del mondo. A livello universale, l’uovo è associato alla stessa creazione, e addirittura all’origine ed alla nascita del mondo. Esso contiene l’embrione stesso della vita e secondo numerose cosmogonie è proprio l’Universo che sarebbe nato da un gigantesco uovo (uovo cosmico). Per questo simbolicamente esso evoca la purezza originaria alla quale il vero uomo saggio al termine del suo cammino spirituale farebbe sempre e costantemente riferimento e ritorno.
L'uovo e l'aurora della vita |
Il
cristianesimo come abbiamo anticipato, affianca queste tradizioni e le
reinterpreta alla luce delle Nuove Scritture. L'uovo diventa così il simbolo che meglio coglie il significato
del miracolo della Resurrezione di Cristo. L'usanza di regalarsi uova
invece si diffonde già a partire dal Medioevo, soprattutto in Germania. Qui tra
la gente comune la consuetudine era di
distribuire uova bollite, avvolte in
foglie e fiori in modo che si colorassero naturalmente. Tra i nobili e gli
aristocratici invece si diffuse l’abitudine di fabbricarne alcune come
gioielli, in argento, platino e oro, decorate e spesso incise con motivi e
simboli sia sacri che profani.
La danza delle uova a Pasqua |
Invece la
scelta di regalare ad altri un proprio uovo non è affatto casuale anzi. Fin
dall'antichità (come abbiamo visto) il suo valore simbolico risulta variegato
ma costante. In alcune culture Terra e Cielo, unendosi, andavano a formare
proprio un uovo, simbolo stesso di vita. Per gli antichi Egizi l'uovo era
addirittura l'origine di tutto e il
fulcro stesso dei quattro elementi della natura (aria, acqua, terra e
fuoco). Furono però i Persiani fra i primi a regalarsi fra loro proprio delle
uova, ancora a ribadire il concetto di rinascita e resurrezione a nuova vita,
esattamente come la stagione primaverile con la ripartenza stessa della natura
che ci circonda.
Più
recentemente la tradizione propria dell'uovo di cioccolato così come ancora
oggi noi la conosciamo, sarebbe da ricondurre
alla corte francese del re Sole, Luigi XIV. Fu lui infatti che per primo, a
inizio Settecento, fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier
di corte.
Anche
l’Alchimia raccoglie in se numerosi pregnanti significati legati a questa
bellissima forma naturale. Essa infatti si presterebbe senza ombra di dubbio
alla rappresentazione “ternaria” con guscio, albume e tuorlo. Verrebbe così a riproporsi
il concetto di tesoro alchemico dove proprio il guscio duro ed esteriore
si contrapporrebbe anche proteggendolo, alla reale indiscussa morbidezza
interna, come vero tesoro della sostanza che nasconde il forziere del segreto
stesso della vita. L’uovo viene spesso associato anche a tutto ciò che inizia e
ai progetti attuativi successivi offrendo concettualmente riparo all’incertezza
stessa del futuro.
L'uovo e il tesoro alchemico |
Una immagine
del cosmo di Hildegard von Bingen riferita ad una delle “sue” visioni da santa,
viene espressa con il seguente pensiero:
“Poi vidi
una immagine gigantesca, circolare e vaga, si restringeva in cima come un uovo.
Lo strato più esterno tutto attorno era
fuoco chiaro (Empireo). Appena sotto v’era una scorza oscura. Nel fuoco
chiaro fluttuava una rossa palla di fuoco scintillante (il Sole). Sotto la
scorza oscura la santa vede la sfera dell’etere con la Luna e le stelle e
ancora più sotto una zona nebbiosa che lei chiama “scorza bianca o acque
superiori”.
Elementi della natura e schema terracqueo |
Vi sono
dunque numerose e variegate spiegazioni che possono ricondurre alla nostra
succitata tradizione pasquale purtroppo un po’ rovinata dalla pubblicità un po’
aggressiva e dal commercio sfrenato nei confronti della purezza espressa invece
dal simbolo dell’uovo. Come non
ricordare infine da questo punto di vista quanto anche le iconografie pittoriche di illustri artisti spesso veri e propri “iniziati”
di ogni epoca ci hanno tramandato disegnando in ogni dove questa bellissima
forma; uno per tutti il celeberrimo Piero della Francesca da Sansepolcro.
UOVO
MATRIOSKA? Questa tradizione è arrivata fino al XIX secolo e nella Russia degli
zar l'arte della loro fabbricazione ha raggiunto vette ineguagliabili. Merito
dell'orafo di corte Peter Carl Fabergé (1846-1920), incaricato dallo zar
Alessandro III di preparare per la zarina delle meravigliose uova decorate (la
collezione imperiale vanta 52 esemplari stupefacenti). Il primo uovo realizzato
era in platino smaltato di bianco.
Grazie anche
a questi oggetti, Fabergé divenne la più grande gioielleria della Russia. Oltre
alla sede di San Pietroburgo, Fabergé aveva altri distaccamenti a Mosca,
Odessa, Kiev e Londra. Al suo interno
conteneva un altro uovo, questa volta in oro, il quale conteneva altri due doni:
una riproduzione della corona imperiale e un pulcino dorato. La produzione di
Fabergé fu enorme: si interruppe solo nel 1918 quando la Casa Fabergé venne
nazionalizzata dai bolscevichi: l'orafo non si riprese mai dallo shock della
Rivoluzione Russa e morì due anni dopo.
E il regalo?
Se oggi nell'uovo di Pasqua troviamo una
sorpresa è insomma meritò di Fabergé. Ma non tutti su questo, concordano.
C'è chi ricorda come già nel Settecento dalle parti di Torino c'era infatti
l'usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato.
Secondo
quest'altra interpretazione potrebbero
essere stati quindi proprio i Piemontesi, maestri nell'arte del cioccolato,
i primi a lanciare la moda delle uova pasquali con sorpresa.
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