giovedì 7 aprile 2022

La tradizione dell’uovo di Pasqua fra storia e leggenda

di Mario Pagni

L'uovo, per tutte le culture antiche, aveva un valore simbolico enorme: era il simbolo della vita e della rinascita.  Il cristianesimo ha  come spesso accade reinterpretato questa tradizione alla luce delle Nuove Scritture.

Uovo e serpente

Nonostante i cambiamenti continui e spesso repentini ai quali ci ha abituato la modernità, alcune vecchie tradizioni che a loro volta attingono a leggende e abitudini ancora precedenti che si perdono nella notte dei tempi, mantengono la loro valenza e importanza anche antropologica. Fra queste il tanto amato uovo di Pasqua al buon sapore di cioccolato al latte o fondente che al proprio interno nascondeva e nasconde ancora oggi la “sorpresa” tanto cara ai piccoli ma anche ai loro genitori. Vediamo se pur brevemente a cosa risale questo ottimo alimento tipico di questo periodo e in particolare aperto e mangiato proprio nel giorno della resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Un breve ma necessario passo indietro ci porta però prima a trattare del simbolismo dell’uovo dal punto di vista storico ma anche esoterico.

Il simbolo dell’Uovo cosmico

Esso si riscontra abbondantemente nelle varie culture del mondo. A livello universale, l’uovo è associato alla stessa creazione, e addirittura all’origine ed alla nascita del mondo. Esso contiene l’embrione stesso della vita e secondo numerose cosmogonie è proprio l’Universo che sarebbe nato da un gigantesco uovo (uovo cosmico). Per questo simbolicamente esso evoca la purezza originaria alla quale il vero uomo saggio al termine del suo cammino spirituale farebbe sempre e costantemente riferimento e ritorno.

L'uovo e l'aurora della vita

Il cristianesimo come abbiamo anticipato, affianca queste tradizioni e le reinterpreta alla luce delle Nuove Scritture. L'uovo diventa così il simbolo che meglio coglie il significato del miracolo della Resurrezione di Cristo. L'usanza di regalarsi uova invece si diffonde già a partire dal Medioevo, soprattutto in Germania. Qui tra la gente comune la consuetudine era di distribuire uova bollite, avvolte in foglie e fiori in modo che si colorassero naturalmente. Tra i nobili e gli aristocratici invece si diffuse l’abitudine di fabbricarne alcune come gioielli, in argento, platino e oro, decorate e spesso incise con motivi e simboli sia sacri che profani.

La danza delle uova a Pasqua

Invece la scelta di regalare ad altri un proprio uovo non è affatto casuale anzi. Fin dall'antichità (come abbiamo visto) il suo valore simbolico risulta variegato ma costante. In alcune culture Terra e Cielo, unendosi, andavano a formare proprio un uovo, simbolo stesso di vita. Per gli antichi Egizi l'uovo era addirittura l'origine di tutto e il fulcro stesso dei quattro elementi della natura (aria, acqua, terra e fuoco). Furono però i Persiani fra i primi a regalarsi fra loro proprio delle uova, ancora a ribadire il concetto di rinascita e resurrezione a nuova vita, esattamente come la stagione primaverile con la ripartenza stessa della natura che ci circonda.

Più recentemente la tradizione propria dell'uovo di cioccolato così come ancora oggi noi la conosciamo, sarebbe da ricondurre alla corte francese del re Sole, Luigi XIV. Fu lui infatti che per primo, a inizio Settecento, fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte.

Anche l’Alchimia raccoglie in se numerosi pregnanti significati legati a questa bellissima forma naturale. Essa infatti si presterebbe senza ombra di dubbio alla rappresentazione “ternaria” con guscio, albume e tuorlo. Verrebbe così a riproporsi  il concetto di tesoro alchemico dove proprio il guscio duro ed esteriore si contrapporrebbe anche proteggendolo, alla reale indiscussa morbidezza interna, come vero tesoro della sostanza che nasconde il forziere del segreto stesso della vita. L’uovo viene spesso associato anche a tutto ciò che inizia e ai progetti attuativi successivi offrendo concettualmente riparo all’incertezza stessa del futuro.

L'uovo e il tesoro alchemico

Una immagine del cosmo di Hildegard von Bingen riferita ad una delle “sue” visioni da santa, viene espressa con il seguente pensiero:

“Poi vidi una immagine gigantesca, circolare e vaga, si restringeva in cima come un uovo. Lo strato più esterno tutto attorno era fuoco chiaro (Empireo). Appena sotto v’era una scorza oscura. Nel fuoco chiaro fluttuava una rossa palla di fuoco scintillante (il Sole). Sotto la scorza oscura la santa vede la sfera dell’etere con la Luna e le stelle e ancora più sotto una zona nebbiosa che lei chiama “scorza bianca o acque superiori”.

Elementi della natura e schema terracqueo

Vi sono dunque numerose e variegate spiegazioni che possono ricondurre alla nostra succitata tradizione pasquale purtroppo un po’ rovinata dalla pubblicità un po’ aggressiva e dal commercio sfrenato nei confronti della purezza espressa invece dal simbolo dell’uovo.  Come non ricordare infine da questo punto di vista quanto anche le iconografie pittoriche di illustri artisti spesso veri e propri “iniziati” di ogni epoca ci hanno tramandato disegnando in ogni dove questa bellissima forma; uno per tutti il celeberrimo Piero della Francesca da Sansepolcro.

UOVO MATRIOSKA? Questa tradizione è arrivata fino al XIX secolo e nella Russia degli zar l'arte della loro fabbricazione ha raggiunto vette ineguagliabili. Merito dell'orafo di corte Peter Carl Fabergé (1846-1920), incaricato dallo zar Alessandro III di preparare per la zarina delle meravigliose uova decorate (la collezione imperiale vanta 52 esemplari stupefacenti). Il primo uovo realizzato era in platino smaltato di bianco.

Grazie anche a questi oggetti, Fabergé divenne la più grande gioielleria della Russia. Oltre alla sede di San Pietroburgo, Fabergé aveva altri distaccamenti a Mosca, Odessa, Kiev e Londra. Al suo interno conteneva un altro uovo, questa volta in oro, il quale conteneva altri due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino dorato. La produzione di Fabergé fu enorme: si interruppe solo nel 1918 quando la Casa Fabergé venne nazionalizzata dai bolscevichi: l'orafo non si riprese mai dallo shock della Rivoluzione Russa e morì due anni dopo.

E il regalo? Se oggi nell'uovo di Pasqua troviamo una sorpresa è insomma meritò di Fabergé. Ma non tutti su questo, concordano. C'è chi ricorda come già nel Settecento dalle parti di Torino c'era infatti l'usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato.

Secondo quest'altra interpretazione potrebbero essere stati quindi proprio i Piemontesi, maestri nell'arte del cioccolato, i primi a lanciare la moda delle uova pasquali con sorpresa.

Nessun commento:

Posta un commento