di Mario Pagni
Durante i
primi decenni della persecuzione romana all’indirizzo del nascente
cristianesimo, possiamo trovare alcuni storici riferimenti ad una delle più
importanti seppure confusamente definite personalità di tutta la storia della
stregoneria definibile “antica” : Simon Mago citato negli stessi Atti degli
Apostoli 8, 9, 10.
Egli affermava di essere “Il grande potere di Dio” e indubbiamente si dice possedesse notevoli poteri occulti, pur essendo assai interessato dalla “nuova” religione facendosi persino battezzare probabilmente con la speranza di apprendere e acquisire il segreto proprio ed esclusivo dei miracoli. Durante il regno di Claudio, Simone si recò a Roma assieme alla sua amante Elena che (a quanto egli stesso sosteneva) era una “intelligenza celeste” da lui liberata. Proprio nella città eterna egli continuò a praticare la sua arte e fu ammirato e temuto. Godeva al tempo stesso di tali poteri che durante il periodo del nuovo eletto imperatore Nerone, contava fra i suoi seguaci non solo lo stesso imperatore ma anche molti dei suoi funzionari. Tuttavia l’ostacolo più grande che si frappose fra lui e la sua verità fu costituito dall’apostolo Pietro che costantemente lo sfidava a dimostrare la validità della sua magia causando successivamente la sua rovina e condanna per una delle più spettacolari morti della storia. Nerone, pur credendo in Simone, chiese che questi eseguisse un miracolo speciale di fronte al popolo romano ed il mago accettò la sfida considerandola una ottima opportunità per dimostrare la propria presunta potenza.
Chiesa del Carmine Cappella Brancacci la disputa di Simon mago |
Scelse
proprio l’area del Foro sempre assai frequentata sia per scopi politici che
commerciali e si mostrò alla plebe e all’imperatore stesso che troneggiava sul
palco. Con un gesto teatrale tese le
braccia cominciando lentamente a librarsi nell’aria. Gli spettatori
rimasero stupefatti ma all’insaputa del mago Pietro (che era stato avvisato in
sogno proprio dal Signore), giunto da Gerusalemme si insinuò fra la folla
presente e inginocchiandosi si fece il
segno della croce pregando cristianamente. Simone che nel frattempo era
giunto in prossimità dei palchi più alti cadde con un volo a spirale verso
terra dove si ruppe una gamba in tre punti ma morì poi in seguito in quel di
Terracina per l’amputazione dell’arto ferito.
Napoli, Museo di Capodimonte, L. Carracci Caduta di Simon Mago |
Ad una
postuma personale considerazione il fatto in sé ebbe comunque del miracoloso
anche se non conosciamo ancora oggi quali furono le “leve” di questa
sconcertante dimostrazione, certo è che se fu Pietro ad interromperla pregando
in ginocchio, il buon Simone doveva aver
evocato tutt’altro potere che non quello attribuibile ai cristiani
miracoli. Forse per questo e nonostante l’umiliazione anche in seguito non fu
sminuita la fama e la conseguente sua influenza sul prossimo, tanto che questa
si sparse per tutto l’impero romano e le sue pratiche dovevano poi costituire
mezzo secolo più tardi, la base formativa di una vera e propria setta di maghi
conosciuti con il nome di Ofiti.
Basilica di Saint Sernin Simon Mago e demoni |
Anche nella
stessa storia della religione cristiana vi sono varie figure di personaggi
dotati di particolari poteri oggi definibili come paranormali che furono poi
acquisiti come “santi” nel calendario. Alcuni di essi celeberrimi come Frate Elia da Cortona istruttore dello
stesso Francesco di Assisi o San Tommaso d’Aquino che addirittura praticava
con successo l’Alchimia tanto per citarne qualcuno. Viene da chiedersi a questo
punto dove si troverebbe il reale confine fra ciò che verrebbe consentito ad
essi dal Divino e ciò che invece proverrebbe da tutt’altra parte come nel caso
di Simon Mago ma che produrrebbe gli stessi effetti.
Ariccia lapide dedicata a Simon Mago |
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