lunedì 8 marzo 2021

Nicolas Flamel l'inventore della Pietra Filosofale?

di Chiara Sacchetti

È uno dei personaggi esoterici ed enigmatici più conosciuti, ricordato soprattutto per la presunta creazione della Pietra Filosofale, il magico strumento grazie al quale si può avere la vita eterna. Di lui sono state dette e raccontate moltissime leggende, non ultima quella con la quale lo si vuole immortale e ancora vivente nella Parigi dove lui è nato. La sua figura e soprattutto la sua storia sono stati anche fonti di ispirazione per moltissimi film e libri, come quello del primo libro della saga di Harry Potter dedicato proprio alla Pietra Filosofale.

Nicolas Flamel

Nato a Pontoise vicino a Parigi, Nicolas divenne un pubblico notaio e uno scrivano del mondo degli affari e almeno all’inizio non ebbe mai interesse né un particolare desiderio di studiare l’alchimia, anche se ogni tanto nel suo lavoro gli capitavano libri sull’argomento.

Fu un sogno a cambiare per sempre la sua esistenza. Una notte, racconta la leggenda, gli apparve un angelo che gli mostrava un magnifico manoscritto molto antico; la creatura celeste gli disse di osservare il libro ma gli presagì che non avrebbe capito nulla come molti altri ma che sarebbe arrivato un giorno in cui avrebbe visto qualcosa che nessun altro poteva. A quel punto Flamel cercò di afferrarlo ma il libro e l’angelo scomparvero in una nuvola d’oro.

Riproduzione di una pagina del manoscritto di Flamel

Egli si svegliò con una sensazione strana ma nei giorni successivi fece finta di nulla e quasi si dimenticò di quel sogno così strano, almeno fino a quando non si trovò davanti proprio quel libro lo riconobbe e lo acquistò. Cominciò subito ad esaminare il manoscritto, era pieno di parole ad eccezione di due fogli, il 4 e il 5 dove invece si vedevano delle illustrazioni incomprensibili. Il primo pensiero fu che si trattava di qualcosa che poteva portare alla creazione della fantomatica Pietra Filosofale, il sogno di tutti gli alchimisti senza però che alcuna didascalia ne spiegasse il significato.

Nella prima delle illustrazioni si vedeva un giovane con le ali alle caviglie e fra le mani teneva un caduceo intorno al quale si avvinghiavano due serpenti e con esso colpiva l’elmo che aveva in testa. Contro di lui si scagliava correndo e agitando le ali aperte un vecchio con una clessidra sulla testa che teneva fra le mani una falce fienaia. Nella seconda illustrazione dello stesso foglio invece si vedeva una montagna alla cui sommità c’era un arboscello fiorito scosso dal vento del nord, il tronco era blu mentre i fiori erano rossi e bianchi e le foglie dorate; attorno ad esso si vedevano draghi e grifoni che costruivano i propri nidi.

Riproduzione di una delle illustrazioni del manoscritto di Flamel

Nel secondo foglio si ammirava un giardino al cui centro un roseto in fiore si intrecciava ad una quercia dal tronco scavato, mentre ai suoi piedi sgorgava una fontana di acqua bianchissima che si dirigeva in un abisso. Durante il suo tragitto l’acqua passava fra le mani di uomini che scavavano in terra per cercarla, ma essendo ciechi non riuscivano a trovarla; solo alcuni avvertivano la sua presenza per il suo peso. Nell’altra illustrazione in un angolo del foglio era rappresentato un re armato di falcione che ordinava ai suoi soldati di uccidere una moltitudine di bambini le cui madri piangevano ai piedi dei carnefici. Il sangue dei fanciulli veniva poi raccolto da altri soldati e messo in un recipiente dove il Sole e la Luna andavano a bagnarsi.

Riproduzioni di una delle illustrazioni del manoscritto di Flamel

Difficili se non impossibili da decifrare per un profano di simbolismo i disegni del libro tanto che Flamel decise di rivolgersi a chiunque forse potesse essere in grado di aiutarlo, portando con sé mai l’originale ma delle copie che diligentemente in maniera precisa aveva rifatto. Non fu fortunato. Nessuno seppe tradurre in parole quello che vedeva. Alla fine illuminato pensò che essendo stato scritto da un ebreo, il libro sarebbe dovuto essere visto e capito da un altro ebreo. Si recò così a San Giacomo di Compostela e proprio durante il viaggio verso questo importantissimo luogo santo trovò un conterraneo che raccontatogli le sue vicissitudini e ciò che stava cercando gli presentò quella che sarebbe presto diventata la persona giusta per arrivare alla comprensione di quel testo.

L’uomo chiarì a Flamel le illustrazioni e i dubbi e presto i due divennero amici, complici tanto che Nicolas decise di portare con sé l’uomo a casa sua per mostrargli gli originali e continuare lo studio. Ma il destino a volte è bizzarro e triste e l’amico durante il viaggio morì. Flamel tornato a casa distrutto decise di non buttare via però quando l’amico gli aveva insegnato e dopo 3 anni riuscì a raggiungere l’obbiettivo e a trasformare il metallo in prezioso oro. Si dice che fece altre tre proiezioni e con l’oro che aveva fabbricato avrebbe fatto numerose opere di carità, donazioni fondazioni costruzioni di cappelle restauri di edifici.

Simboli misteriosi sulla tomba di Flamel

Flamel morì qualche anno dopo si dice in estrema povertà. Secondo invece alcune leggende sarebbe ancora vivo immortale grazie alla scoperta dei processi e alla creazione della famosa Pietra Filosofale.


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