lunedì 15 marzo 2021

Nostradamus

di Chiara Sacchetti

Nostradamus, pseudonimo di Michel de Nostredame, nacque il 14 o il 21 dicembre del 1503 a a Saint-Rémy-de-Provence nel sud della Francia da Aume (o Jacques) de Nostredame, un ricco commerciante di cereali e notaio, e Reynière (o Renée) de Saint-Rémy, entrambi di origine ebrea.

Nostradamus

La sua formazione fu un lento e travagliato percorso in cui le vicissitudini personali e quelle storiche si misero contro di lui. Intorno al 1518 entrò all’università di Avignone per il baccalaureato, il primo grado del titolo di studio rilasciato dalle università laiche e religiose, dove lui studia matematica, astronomia, astrologia e retorica, dopo solo un anno però fu costretto ad abbandonare a causa della peste. Preso dalla curiosità di questa malattia e dall’idea di poter aiutare il prossimo (secondo quanto raccontano i suoi diari), avrebbe compiuto  un viaggio durato per ben 8 anni in cui avrebbe cercato rimedi con le erbe per la cura di questa terribile malattia ma purtroppo senza alcun risultato. Dieci anni dopo si iscrisse all’università di Montpellier per il dottorato in medicina ma alla scoperta del suo passato da speziale fu cacciato. Riuscì solo nel 1532 a conseguire il titolo di dottore  divenendo famoso per aver inventato una pillola rosa che secondo lui avrebbe protetto dalla peste.

Casa dove nacque Nostradamus

Arrivato finalmente a conclusione della sua carriera universitaria, Nostradamus continuò a viaggiare fino a che non fu invitato da Giulio Cesare Scaligero ad Age, dove conobbe la sua prima moglie, il cui nome è ancora frutto di accesi dibattiti e dalla quale ebbe due figli: i tre purtroppo nel 1537 morirono, quasi certamente proprio di peste. L’uomo continuò a viaggiare e dieci anni più tardi a Salomon conobbe e sposò Anna Ponsarde, una ricca vedova dalla quale ebbe sei figli, tre maschi e tre femmine. Lentamente però i suoi interessi per la medicina diminuirono e Nostradamus cominciò ad interessarsi di occultismo, tanto che dal 1550 iniziò a scrivere degli almanacchi: le pubblicazioni ebbero così tanto successo che la gente cominciava a chiedergli anche amuleti talismani di protezione e soprattutto oroscopi.

Visto il grande successo e la sua consolidata fama Nostradamus cominciò a scrivere anche dei versi, per  quartine che nel tempo vennero raccolte formando il libro delle Profezie per cui ancora oggi è rimasto famoso. Alcuni sostengono che il motivo per il quale lo stile e la lingua di queste rime siano così tanto oscuri e misteriosi debba essere ricercato nella paura, forse non troppo remota, di Nostradamus di finire fra le mani dell’Inquisizione, molto attiva in quegli anni. Tanto più che furono in molti all’epoca a sostenere che l’uomo fosse un servo del diavolo e un pazzo, mentre i nobili e una gran parte degli intellettuali ritenevano invece i suoi scritti frutto di vera ispirazione spirituale. Nostradamus dichiarava che i suoi scritti erano il frutto degli studi di astrologia giudiziaria, ma molti illustri astrologi dell’epoca criticarono aspramente questa affermazione. Oggi sappiamo che la maggior parte delle sue rime sono in realtà delle parafrasi derivate da libri come la Sacra Bibbia, a sua volta integrate da eventi storici e presagi già conosciuti.

Illustrazione tratta dal libro delle Centurie

Un evento fra il mitologico e il reale lega Nostradamus e il re Enrico II.  Ci viene tramandato infatti che nel 1556 il profeta avrebbe predetto la sua morte per un incidente in un torneo a Caterina de’ Medici, sua grande amica e ammiratrice, la quale lo avrebbe spedito via a Parigi per evitare qualsiasi possibile  legame con l’evento stesso. La profezia si sarebbe compiuta di lì a pochi giorni dopo. La regina che aveva voluto l’uomo alla sua corte dopo aver letto le sue Centurie proprio in riferimento all’incidente mortale del marito, sarebbe rimasta molto colpita dalla sua capacità divenendo una sua grande sostenitrice tanto che spinse molto prima della sua morte per farlo consigliere e medico del re Enrico III di Valois.

Malato di gotta da molti anni, la sua malattia lentamente si trasformò in idropisia che lo condusse  infine alla morte.

Lapide della tomba di Nostradamus

Una leggenda vuole che la sera prima di spirare al suo segretario Chavigny che congedandosi gli aveva chiesto “E domani signore?”, lui avrebbe risposto che all’alba non lo avrebbe trovato vivo. E così nella realtà fu. Era il 2 luglio 1566. Oggi il suo corpo si trova nella Collegiale Saint Laurent a Salon de Provence. Ma con la sua vita terrena non sono finiti i clamori né le leggende anzi. La sua tomba è diventata nel tempo luogo di pellegrinaggi per coloro che credono ancora nelle sue profezie e per tanti curiosi. Un’altra storia ci narra che durante la Rivoluzione Francese qualcuno abbia profanato la sua tomba: leggenda vuole che all’apertura della bara il suo corpo avesse fra le mani una tavoletta con la data della violazione e alcuni anatemi rivolti al profanatore.

Nessun commento:

Posta un commento