di Chiara Sacchetti
Nostradamus,
pseudonimo di Michel de Nostredame, nacque il 14 o il 21 dicembre del
La sua
formazione fu un lento e travagliato percorso in cui le vicissitudini personali
e quelle storiche si misero contro di lui. Intorno al 1518 entrò all’università
di Avignone per il baccalaureato, il primo grado del titolo di studio
rilasciato dalle università laiche e religiose, dove lui studia matematica,
astronomia, astrologia e retorica, dopo solo un anno però fu costretto ad
abbandonare a causa della peste. Preso dalla curiosità di questa malattia e
dall’idea di poter aiutare il prossimo (secondo quanto raccontano i suoi diari),
avrebbe compiuto un viaggio durato per ben
8 anni in cui avrebbe cercato rimedi con le erbe per la cura di questa
terribile malattia ma purtroppo senza alcun risultato. Dieci anni dopo si iscrisse
all’università di Montpellier per il dottorato in medicina ma alla scoperta del
suo passato da speziale fu cacciato. Riuscì solo nel
Arrivato
finalmente a conclusione della sua carriera universitaria, Nostradamus continuò
a viaggiare fino a che non fu invitato da Giulio Cesare Scaligero ad Age, dove
conobbe la sua prima moglie, il cui nome è ancora frutto di accesi dibattiti e
dalla quale ebbe due figli: i tre purtroppo nel 1537 morirono, quasi certamente
proprio di peste. L’uomo continuò a viaggiare e dieci anni più tardi a Salomon
conobbe e sposò Anna Ponsarde, una ricca vedova dalla quale ebbe sei figli, tre
maschi e tre femmine. Lentamente però i suoi interessi per la medicina
diminuirono e Nostradamus cominciò ad interessarsi di occultismo, tanto che dal
1550 iniziò a scrivere degli almanacchi: le pubblicazioni ebbero così tanto
successo che la gente cominciava a chiedergli anche amuleti talismani di
protezione e soprattutto oroscopi.
Visto il
grande successo e la sua consolidata fama Nostradamus cominciò a scrivere anche
dei versi, per quartine che nel tempo vennero
raccolte formando il libro delle Profezie per cui ancora oggi è rimasto famoso.
Alcuni sostengono che il motivo per il quale lo stile e la lingua di queste
rime siano così tanto oscuri e misteriosi debba essere ricercato nella paura,
forse non troppo remota, di Nostradamus di finire fra le mani dell’Inquisizione,
molto attiva in quegli anni. Tanto più che furono in molti all’epoca a
sostenere che l’uomo fosse un servo del diavolo e un pazzo, mentre i nobili e
una gran parte degli intellettuali ritenevano invece i suoi scritti frutto di
vera ispirazione spirituale. Nostradamus dichiarava che i suoi scritti erano il
frutto degli studi di astrologia giudiziaria, ma molti illustri astrologi dell’epoca
criticarono aspramente questa affermazione. Oggi sappiamo che la maggior parte
delle sue rime sono in realtà delle parafrasi derivate da libri come
Illustrazione tratta dal libro delle Centurie
Un evento
fra il mitologico e il reale lega Nostradamus e il re Enrico II. Ci viene tramandato infatti che nel 1556 il
profeta avrebbe predetto la sua morte per un incidente in un torneo a Caterina
de’ Medici, sua grande amica e ammiratrice, la quale lo avrebbe spedito via a
Parigi per evitare qualsiasi possibile legame con l’evento stesso. La profezia si
sarebbe compiuta di lì a pochi giorni dopo. La regina che aveva voluto l’uomo
alla sua corte dopo aver letto le sue Centurie proprio in riferimento
all’incidente mortale del marito, sarebbe rimasta molto colpita dalla sua
capacità divenendo una sua grande sostenitrice tanto che spinse molto prima
della sua morte per farlo consigliere e medico del re Enrico III di Valois.
Malato di
gotta da molti anni, la sua malattia lentamente si trasformò in idropisia che
lo condusse infine alla morte.
Lapide della tomba di Nostradamus
Una leggenda
vuole che la sera prima di spirare al suo segretario Chavigny che congedandosi gli
aveva chiesto “E domani signore?”, lui avrebbe risposto che all’alba non lo
avrebbe trovato vivo. E così nella realtà fu. Era il 2 luglio 1566. Oggi il suo
corpo si trova nella Collegiale Saint Laurent a Salon de Provence. Ma con la
sua vita terrena non sono finiti i clamori né le leggende anzi. La sua tomba è
diventata nel tempo luogo di pellegrinaggi per coloro che credono ancora nelle
sue profezie e per tanti curiosi. Un’altra storia ci narra che durante
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