di Mario Pagni
Schema della Triplice Cinta |
I simboli possiedono in se un carattere intersoggettivo, in quanto condivisi e interpretabili sia singolarmente, che da un gruppo o comunità di persone, culturale, politica o religiosa. In questo caso, esso può parlare in modo diverso a ciascun soggetto che ne può trarre un suo messaggio personale. Più spesso i simboli, soprattutto quelli comunemente o storicamente riconosciuti, trasmettono in chiave sintetica, un sapere complesso e articolato che in taluni casi non tutti sanno leggere e interpretare. I simboli antichi ad esempio, richiedono una capacità interpretativa non comune e una buona preparazione pertinente la materia stessa del simbolo o la civiltà da cui esso proviene. All’interno dello stesso simbolo, vi sono frequentemente evocazioni simboliche molteplici e gerarchicamente sovrapposte, che non si escludono reciprocamente, ma concordano anzi tra loro, esprimendo le applicazioni e le funzioni di uno stesso princìpio in ordini talvolta diversi. Il simbolo differisce dal linguaggio qualunque esso sia, per la sinteticità dei concetti da esprimere che nel secondo caso, necessitano di un certo numero di frasi composte da varie parole e lettere, in grado di costruire un discorso completo ed esaustivo del concetto stesso da esprimere.
La Triplice Cinta
Lizzano (PT), Sant'Andrea a Pratale, Triplice Cinta |
Si tratta
come si è detto sopra di un simbolo molto antico, presente in quasi tutte le
civiltà del mondo persino in epoca preistorica e megalitica. Al museo
archeologico di Bergamo, ne esiste un esempio, in un pendaglio risalente
all’Età del Bronzo Finale e se ne trovano altri anche in civiltà relativamente
più recenti. La triplice cinta esiste in due forme di base, quella quadrata che
simbolicamente rappresenta tre distinte cinte murarie che convergono verso un
loro centro di potere sia spirituale che materiale, ma che in contemporanea se
ne allontanano, descrivendo con tale figura, la stabilità raggiunta alla fine di un ciclo, o punto di arrivo, e quella
circolare che raffigura invece il punto di partenza della tradizione come la
scomparsa città di Atlantide descritta da Platone, che aveva proprio questa
forma planimetrica e che, tramite il movimento di rotazione, ripete nel tempo
la sua ciclicità, come in natura fanno le stagioni o il movimento stesso delle
universali sfere celesti.
Ricostruzione planimetrica ideale di Atlantide |
Un esempio
celeberrimo fra i primi scoperti di Triplice Cinta o Cinta Sacra Druidica, fu
quella tracciata su una pietra a Suevres, (Loir-et-Cher), scoperta dallo
studioso ed esoterista francese Paul Le Cour che ne confermò la natura e
l’origine anche sulla base di uno studio
precedente effettuato da C. Florence, presidente della Società di Storia
Naturale e di Antropologia del
Loir-et-Cher, (il quale riteneva, che il
posto del ritrovamento fosse stato sede della riunione annuale dei Druidi come
descritto nel “De Bello Gallico” di Giulio Cesare).
Schema presunta cinta triplice atlantidea |
Per René
Guénon, il simbolo rappresenterebbe i tre gradi dell’iniziazione presente e
attuata in ogni scuola esoterica compresa la stessa Massoneria, ovvero, una
vera e propria gerarchia riferita alla crescita interiore individuale,
dall’Apprendista al Maestro. Per Guénon infine, le quattro linee arrangiate in
forma di croce che connettono all’interno le tre cinte, sarebbero i canali
attraverso i quali, viene trasmessa a vari livelli, la Conoscenza e la stessa
dottrina della Tradizione, impartita a vari livelli di approfondimento.
Rocca d'Evandro, Formella con Triplice Cinta e Centri Sacri |
Sorge spontaneo il quesito se tale simbolo sia realmente servito anche a reali scopi urbanistici e distribuitivi, essendo esso stesso stato riscontrato in sistemazioni di antiche città orientate come nello schema a scacchiera delle città colonia romane secondo i 4 punti cardinali e rispondendo dunque anche ad esigenze pratiche di necessità, relative alla facilità negli spostamenti e alla stessa climatologia del luogo di fondazione del nucleo urbano fino a favorirne la nascita, la crescita e lo sviluppo.
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