giovedì 24 marzo 2022

Letteratura a cavallo fra passato presente e futuro. Tolkien e il Silmarillion

 di Mario Pagni

John Ronald Reuel Tolkien nasce il 3 gennaio 1892 a Bloemfontein, in Sudafrica, primogenito di Arthur Tolkien e Mabel Suffield, coloni inglesi originari di Birmingham. Nel 1894 nasce il fratello Hilary Arthur.

Il soggiorno in Sudafrica non dura però a lungo, infatti Mabel fa ritorno con i due figli in Inghilterra già nel 1895, stabilendosi alla periferia di Birmingham. Molto presto la vita di Tolkien è turbata dal primo lutto: il padre muore infatti proprio in Sudafrica nel 1896. I paesaggi rurali inglesi dell’infanzia e i contadini che li abitavano avranno una parte importante nell’ispirazione della Contea e degli Hobbit, protagonisti delle sue opere più conosciute. Fondamentale retaggio degli anni trascorsi con la madre per la vita e l’attività professionale di Tolkien sono anche la passione per le antiche fiabe e le lingue straniere oltre alla conversione dall’Anglicanesimo al Cattolicesimo, scelta compiuta da Mabel ed estesa ai figli. La conversione porta però gravi conseguenze, in quanto sia la famiglia Tolkien sia la famiglia Suffield, di tradizione anglicana, interrompono ogni contatto con i parenti divenuti cattolici, negando loro ogni aiuto anche economico. Le condizioni della famiglia peggiorano, e la dura prova di allevare da sola i figli nelle ristrettezze in cui si trova contribuirà alla prematura morte di Mabel nel 1904.

Tolkien

Dopo gli anni difficili dell’infanzia, segnati dalla scomparsa prematura dei genitori e dall’esperienza bellica, Tolkien conduce un’esistenza tranquilla, priva di eventi particolarmente drammatici, che associa alla serenità dell’esistenza familiare la dedizione all’attività accademica, allo sviluppo dei propri interessi linguistici e filologici, nonché alla stesura di numerosissime lettere, attività che piaceva molto al professore di Oxford.

Nel 1921 Tolkien diventa professore di Lettere all’università di Leeds e nel 1924 nasce il suo terzo figlio, Christopher. L’anno successivo viene nominato professore di Filologia Anglosassone presso il Pembroke College di Oxford. Risale a questi anni l’inizio della sua amicizia con Clive Staples Lewis. Insieme a lui, Tolkien partecipa alle riunioni del circolo degli Inklings, di cui altro esponente di spicco è Charles Williams. Nel corso di questi ritrovi venivano lette ad alta voce alcune composizioni letterarie inedite dei membri, che ricevevano poi le critiche e i giudizi degli altri. In questo ambiente faranno la prima comparsa le opere letterarie più conosciute del Professore, tra cui Il Signore degli Anelli.

Scena dal Signore degli Anelli

Forse però non tutti sanno che nel suo Universo narrativo (fra cui ovviamente spiccano proprio Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli), c’è una stella polare: Il Silmarillion che iniziato nel 1917 verrà terminato da Tolkien poco prima della sua morte.

Il Silmarillion, rappresenta opera prima (ma per certi versi anche ultima), tronco centrale da cui si sono diramante tutte le narrazioni e le leggende con cui Tolkien come sappiamo ha stregato milioni di lettori di diverse generazioni. E che ha visto anche le recenti versioni cinematografiche. In quest’opera si narrano infatti gli eventi della Prima Età, alla quale di continuo si rifanno i personaggi e le avventure proprio de Il Signore degli Anelli, egli come un qualsiasi essere umano si rivolge al suo passato e a quello dei suoi avi. Tutto il romanzo ruota attorno ai tre Silmaril la cui perdita e tentata riconquista, costituisce lo schema fondamentale dell’opera. Si tratta infatti di tre gemme di inestimabile valore, custodite dal popolo degli Elfi, ma concupite anche dalle forze oscure di Melkor-Morgoth, primo Signore delle Tenebre, perché contengono la vera Luce dei Due Alberi di Valinor, distrutti da quello che viene definito l’Avversario.

Valinor

Vera e propria opera mitologica, il Silmarillion si costituisce di cinque capitoli, legati fra loro come quelli di un romanzo. L’opera però non è da ritenersi proprio  un romanzo,  o almeno non nel senso tradizionale del termine, dato che rappresenta forse l’unico tentativo letterario di creare un universo mitologico completo, che dalla “musica degli inizi” arriva a narrare le gesta dell’epica battaglia che vede uniti Elfi e Uomini contro quello che abbiamo definito “l’Avversario”, fino all’ultimo decisivo capitolo, che rappresenta una sorta di “prequel” (per usare un termine moderno) del noto “Il Signore degli Anelli”. Mai pubblicato da Tolkien in vita, il Silmarillion ha visto la luce solo grazie al lavoro meticoloso del figlio (Christopher), morto recentemente a 95 anni che ha compiuto un attento lavoro di ricerca sui preziosi manoscritti lasciati dal padre.

La leggendaria Middle-earth

Personalmente ritengo che il Silmarillion sia un’opera fondamentale non solo per gli amanti del genere, ma per tutti gli appassionati di letteratura epico cavalleresca,  che oggi potremo definire “Fantasy”, proprio per la sua natura unica e irripetibile.

La terra degli hobbit


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