giovedì 3 febbraio 2022

L’Archeo-astronomia a cavallo fra passato presente e futuro prossimo

di Mario Pagni

Determinazione astrologica antica del centro (umbilicus) di fondazione della Florentia Romana

Da alcuni decenni ad oggi e sempre con crescente interesse e frequenza, accanto alle varie e note discipline scientifico-accademiche (che nel frattempo anche supportate dalla tecnologia informatica hanno subito un forte incremento di dati incrociati), si sono affermate materie che prima erano ritenute pressoché discutibili per la loro costante mancanza di prove certe e conseguente attendibilità. Fra queste l’Archeo–astronomia che potremo definire una sorta di “collegamento” perenne e costante fra passato anche remoto e futuro in costante divenire.

Scrive Giulio Magli nel suo libro “Misteri e scoperte dell’Archeoastronomia”: Il mondo è pieno di monumenti enigmatici e apparentemente muti. A volte si tratta di vere e proprie città. Basti pensare a Stonehenge, Teotihuacan, o alle grandi piramidi di Giza. In questi luoghi esistono tuttavia chiari indizi che rivelano l’interesse dei costruttori per i movimenti delle stelle. Si tratta in molti casi dell’unica informazione che i costruttori stessi ci hanno lasciato. Una informazione scritta con le pietre, nel linguaggio delle stelle, ma scritta. Un insieme di indizi, spesso trascurati dagli studiosi, che testimoniano non solo la tenacia di queste civiltà arcaiche, ma soprattutto che le stelle ricoprivano nella loro cultura.

Placca centrale del calderone di Gundestrup con l'identificazione astronomica delle figure

Per chi come me ha studiato sia l’architettura che l’archeologia indagando su vari siti antichi che comprendevano spesso entrambe le discipline scientifiche, con testimonianze di vario genere, quali città, reperti mobili e immobili, ruderi e fonti scritte, non è stato difficile capire che la storia così come ci è stata raccontata fino ad oggi, avrebbe un deciso costante bisogno di essere non solo leggermente rivista e in taluni casi corretta, ma anche arricchita di nuove forme interpretative di decodificazione fornite da gruppi anche interdisciplinari di scienziati . Il mondo forse un po’ freddo e distante di Internet e dell’uso costante del computer, pur avendo grossi rischi di interpretazione e anche spesso una certa superficialità di comunicazione e approssimazione dei dati, ci ha comunque permesso di allargare l’orizzonte dello studio delle antiche civiltà in maniera decisamente esponenziale. Oggi il campo delle verifiche su tali materie è ormai patrimonio globale ed è facile capire e meglio comprendere e interpretare dati che in un lontano ma se vogliamo anche abbastanza recente passato, erano raccolti soltanto in più o meno ben forniti archivi musei e biblioteche. Un esempio per tutti può essere costituito dallo studio dei simboli e dei linguaggi dei segni che in estrema sintesi, sembrano essere accomunati per molti versi in ogni parte del mondo e in ogni tipo di civiltà conosciuta. Negli anni ’70 dello scorso secolo, furono molti i pionieri di questa materia considerata allora solo poco più che un racconto fantascientifico, ma tutti da Erich von Daniken al “nostrano” Peter Kolosimo, segnalavano e denunciavano numerose anomalie poco spiegabili dalla moderna canonica archeologia proprio negli stessi manufatti antichi.

Il libro di Erik von Daniken nel quale è ipotizzata la presenza extraterrestre nell'antichità

Naturalmente il collegamento con altre civiltà addirittura “aliene” che avrebbero visitato il nostro mondo già molti secoli fa, fu la chiave discriminatoria ma anche quella necessaria all’incremento della vendita di testi che contraddistinse un certo tipo di produzione libraria. L’aspetto positivo però fu quello di aprire molti varchi alla curiosità di studiosi e scienziati che cominciarono ad interessarsi di altre problematiche come quelle relative allo studio della volta celeste, all’orientamento astronomico delle città antiche e alla progressiva comprensione da parte nostra di quanto queste civiltà conoscessero la matematica, la fisica e l’astronomia, seppure a livello considerato (spesso a torto), semplicemente embrionale e solo di esclusivo uso pratico.

La Romana Florentia con gli assi di orientamento nord-sud Cardo e est-ovest Decumano

Oggi l’Archeo–Astronomia sembra finalmente aver trovato un suo percorso scientifico in grado di fornire alle altre discipline scientifiche, un valido supporto ed apporto alla comprensione delle conoscenze e delle conseguenti abitudini dei popoli antichi a livello ormai globale. In fondo sono ormai in molti a sostenere che non può esistere un vero futuro e un conseguente costante progresso, senza conoscere la verità sul nostro passato.          

Roselle (GR) città antica etrusco-romana ripresa aerea con l'uso del Drone


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