lunedì 14 febbraio 2022

San Valentino, il Vescovo degli innamorati

di Chiara Sacchetti

Nato a Interamna Nahars, l’attuale Terni in una data intorno al 250 d.C, di Valentino non si anno molte notizie riguardo alla sua vita terrena, anche se da alcuni racconti proprio della sua vita si possono ricavare informazioni almeno sul periodo in cui visse. Sappiamo che si dedicò alla comunità cristiana e in particolare nella sua città natale dove infuriavano le persecuzioni contro i seguaci di Gesù e che venne consacrato vescovo.

Antonio Arrigoni,San Valentino 1707

La Passio di Valentino di Terni ci racconta poi la storia del grande filosofo greco Cratone che a Roma teneva lezione in una rinomatissima e importante scuola della città ma che aveva un figlio molto malato a causa di  una malattia neurologica. L’unica speranza per lui era Valentino che secondo le voci popolari aveva già guarito una persona afflitta dalla stessa malattia: l’intellettuale decise quindi di chiamare il Vescovo nell’Urbe per tentare tutto il possibile. Valentino giunto a casa di Cratone e ascoltato tutto quanto, accettò di guarire il ragazzo alla sola condizione però che il filosofo si convertisse al Cristianesimo: dopo lunghi colloqui chiarificatori dove l’uomo pose una serie di domande al Vescovo, Cratone si convertì ufficialmente al Cristianesimo.

Valentino allora si chiuse per tutta la notte nella stanza con il piccolo malato in preghiera mentre fuori in molti aspettavano il verdetto. Al mattino egli aprì la porta e miracolosamente Cerimone si mise a correre cantando verso i genitori. Tutti i presenti a tale visione si convertirono immediatamente, compreso anche Abbondio, il figlio del Prefetto di Roma Furioso Placido. Quest’ultimo, venuto a conoscenza del fatto, portò la questione in Senato il quale decise di intervenire facendo arrestare e poi giustiziare di notte e di nascosto Valentino il cui corpo venne immediatamente seppellito per non destare sospetti.

Jacopo Bassano, San Valentino battezza Santa Lucilla

I tre fedeli studenti del filosofo,  venuti a conoscenza, disseppellirono il corpo del vescovo per portarlo a Terni dove però anch’essi vennero arrestati e giustiziati su ordine del magistrato Lucenzio: una matrona che aveva assistito fortunatamente a tutta la scena, decise di mettere assieme i tre corpi e seppellirli di nuovo.

Era il 14 febbraio 347.

Ma come è diventato Valentino il patrono degli innamorati?

Tre sono le leggende che vengono associate agli amanti e al Vescovo di Terni.

La prima racconta di due ragazzi, Sabino e Serapia, il primo un centurione romano pagano, lei invece una nobile di Terni cristiana. La giovane, disperata per la religione dell’amato si rivolge a Valentino affinché lo convinca a convertirsi. Alla fine, dopo molte discussioni, Valentino riesce a convincere il giovane e i due innamorati cominciano a preparare il matrimonio. La sfortuna però incombe su di loro. Poco prima delle nozze Serapia si ammala gravemente di Tisi e compreso il suo infausto destino chiede al religioso di sposare subito Sabino: mentre i due si promettono amore eterno la ragazza muore fra le braccia del marito che la raggiungerà poco tempo dopo nel Regno dei Cieli.

Ricostruzione del volto di San Valentino

Un’altra storia, meno triste, è quella della Rosa del Perdono. Racconta un’altra leggenda che Valentino si trovasse nel giardino di casa quando sentì litigare due fidanzati. Decise così di cogliere una rosa e stringendola fra le mani ma facendo attenzione a non pungersi con le spine la donò ai due contendenti chiedendo loro di fare pace. Poi disse di chiedere perdono a Dio per il loro litigio e così i due innamorati fecero.

All’inizio di febbraio i due si sposarono e fu proprio Valentino a celebrare la loro cerimonia. Da allora il 14 febbraio si festeggiano tutti gli innamorati e la rosa è diventato il fiore tipico della ricorrenza da donare.

Roma, Chiesa di Santa Maria in Cosmo, Reliquie di San Valentino di Terni

È nota anche la leggenda secondo la quale il futuro Santo avrebbe donato a una fanciulla bisognosa, del denaro necessario come dote per il suo sposalizio, che, senza di questa, non si sarebbe potuto celebrare, cosa che avrebbe messo a rischio di perdizione la ragazza, priva di mezzi e di altro sostegno. Il generoso dono, che rappresentava così il frutto di amore finalizzato all'amore, avrebbe dunque dato vita alla tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.

Infine, una storia che ha del miracoloso. Si racconta infatti che il Vescovo riuscì a donare la vista alla figlia cieca del suo carceriere che in quell’occasione, scrisse a quest’ultimo un foglietto che diceva “dal tuo Valentino”. Proprio da questa scritta sarebbe nata la consuetudine di scambiarsi biglietti d’amore fra innamorati.

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