di Chiara Sacchetti
Nato a
Interamna Nahars, l’attuale Terni in una data intorno al 250 d.C, di Valentino non si anno molte notizie
riguardo alla sua vita terrena, anche se da alcuni racconti proprio della
sua vita si possono ricavare informazioni almeno sul periodo in cui visse.
Sappiamo che si dedicò alla comunità cristiana e in particolare nella sua città
natale dove infuriavano le persecuzioni contro i seguaci di Gesù e che venne
consacrato vescovo.
Antonio Arrigoni,San Valentino 1707
La Passio di Valentino di Terni ci racconta poi la storia del grande filosofo greco Cratone che a Roma teneva lezione in una rinomatissima e importante scuola della città ma che aveva un figlio molto malato a causa di una malattia neurologica. L’unica speranza per lui era Valentino che secondo le voci popolari aveva già guarito una persona afflitta dalla stessa malattia: l’intellettuale decise quindi di chiamare il Vescovo nell’Urbe per tentare tutto il possibile. Valentino giunto a casa di Cratone e ascoltato tutto quanto, accettò di guarire il ragazzo alla sola condizione però che il filosofo si convertisse al Cristianesimo: dopo lunghi colloqui chiarificatori dove l’uomo pose una serie di domande al Vescovo, Cratone si convertì ufficialmente al Cristianesimo.
Valentino
allora si chiuse per tutta la notte nella stanza con il piccolo malato in
preghiera mentre fuori in molti aspettavano il verdetto. Al mattino egli aprì
la porta e miracolosamente Cerimone si mise a correre cantando verso i
genitori. Tutti i presenti a tale
visione si convertirono immediatamente, compreso anche Abbondio, il figlio del
Prefetto di Roma Furioso Placido. Quest’ultimo, venuto a conoscenza del
fatto, portò la questione in Senato il quale decise di intervenire facendo
arrestare e poi giustiziare di notte e di nascosto Valentino il cui corpo venne
immediatamente seppellito per non destare sospetti.
Jacopo Bassano, San Valentino battezza Santa Lucilla
I tre fedeli
studenti del filosofo, venuti a
conoscenza, disseppellirono il corpo del vescovo per portarlo a Terni dove però
anch’essi vennero arrestati e giustiziati su ordine del magistrato Lucenzio:
una matrona che aveva assistito fortunatamente a tutta la scena, decise di
mettere assieme i tre corpi e seppellirli di nuovo.
Era il 14
febbraio 347.
Ma come è diventato Valentino il
patrono degli innamorati?
Tre sono le
leggende che vengono associate agli amanti e al Vescovo di Terni.
La prima
racconta di due ragazzi, Sabino e
Serapia, il primo un centurione romano pagano, lei invece una nobile di Terni
cristiana. La giovane, disperata per la religione dell’amato si rivolge a
Valentino affinché lo convinca a convertirsi. Alla fine, dopo molte
discussioni, Valentino riesce a convincere il giovane e i due innamorati
cominciano a preparare il matrimonio. La sfortuna però incombe su di loro. Poco
prima delle nozze Serapia si ammala gravemente di Tisi e compreso il suo
infausto destino chiede al religioso di sposare subito Sabino: mentre i due si
promettono amore eterno la ragazza muore fra le braccia del marito che la
raggiungerà poco tempo dopo nel Regno dei Cieli.
Ricostruzione del volto di San Valentino
Un’altra
storia, meno triste, è quella della Rosa
del Perdono. Racconta un’altra leggenda che Valentino si trovasse nel
giardino di casa quando sentì litigare due fidanzati. Decise così di cogliere una rosa e stringendola fra le mani ma facendo
attenzione a non pungersi con le spine la donò ai due contendenti chiedendo
loro di fare pace. Poi disse di chiedere perdono a Dio per il loro litigio e
così i due innamorati fecero.
All’inizio
di febbraio i due si sposarono e fu proprio Valentino a celebrare la loro
cerimonia. Da allora il 14 febbraio si festeggiano tutti gli innamorati e la
rosa è diventato il fiore tipico della ricorrenza da donare.
Roma, Chiesa di Santa Maria in Cosmo, Reliquie di San Valentino di Terni
È nota anche
la leggenda secondo la quale il futuro Santo
avrebbe donato a una fanciulla bisognosa, del denaro necessario come dote per
il suo sposalizio, che, senza di questa, non si sarebbe potuto celebrare,
cosa che avrebbe messo a rischio di perdizione la ragazza, priva di mezzi e di
altro sostegno. Il generoso dono, che rappresentava così il frutto di amore
finalizzato all'amore, avrebbe dunque dato vita alla tradizione di considerare
il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.
Infine, una
storia che ha del miracoloso. Si racconta infatti che il Vescovo riuscì a donare la vista alla figlia cieca del suo
carceriere che in quell’occasione, scrisse a quest’ultimo un foglietto che
diceva “dal tuo Valentino”. Proprio da questa scritta sarebbe nata la
consuetudine di scambiarsi biglietti d’amore fra innamorati.
Nessun commento:
Posta un commento